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Niki Pagliarani, il sindaco che diede a Rimini i parchi e i Peep


4 Agosto 2019 / Paolo Zaghini

Furono anni intensi quelli che Nicola “Niki” Pagliarani visse come Sindaco di Rimini. Disse nell’intervista a Giovagnoli (“Rimini Oggi”, n. 6, giugno 2002): “Se ho dei meriti è quello di aver portato a compimento il Parco Marecchia e quello dell’Ausa e i programmi relativi ai PEEP, che sotto il profilo urbanistico e ambientale sono tra i migliori d’Italia”. Da Sindaco dovette mettere nel cassetto i progetti dell’architetto Giancarlo De Carlo. In una lunga lettera a Fabio Tomasetti (e da Lui pubblicata nel volume “Cambiare Rimini”, Maggioli, 2012) Pagliarani scrisse: “confesso di sentirmi in ‘colpa’. La colpa, non di aver ‘revocato’, ma di aver chiesto la ‘adozione’ di un progetto destinato a nascere ‘morto’”. Sempre a Giovagnoli: “Se questo non è andato in porto lo si deve al fatto che i partiti della maggioranza di allora, anche per calcoli elettorali, non lo hanno appoggiato”.

13 luglio 1972. Rimini, Sala dell’Arengo. Incontro pubblico con l’architetto Giancarlo De Carlo. Da sinistra, De Carlo, Nicola Pagliarani (foto Davide Minghini, proprietà Archivio Fotografico della Biblioteca Gambalunga di Rimini)

Certamente una delle occasioni più importanti mancate del dopoguerra, per quello che, al di là delle parti più futuribili e quindi difficilmente realizzabili, esso proponeva come linee di sviluppo e di crescita per la città.
Il 31 maggio 1972 venne inaugurato l’impianto di depurazione. A Giovagnoli disse: “la questione ambientale condizionerà, per la sua centralità, lo sviluppo economico e sociale a livello mondiale. Purtroppo questa realtà stenta ad affermarsi per pigrizia mentale, per ignoranza, per interessi più o meno forti e stenta a divenire coscienza di massa. Passi in avanti comunque sono stati fatti, anche da noi”.

Grande attenzione dedicò alla cultura e alle istituzioni culturali cittadine, in questo coadiuvato dall’Assessore alla Cultura Luciano Gambini: il 9 settembre 1972 fu inaugurato il Museo delle Arti Primitive a Palazzo del Podestà, dal 1973 si realizzò annualmente la Mostra “Città spazio scultura” con l’esposizione di opere dei più importanti scultori italiani.

Il 23 maggio 1973 dovette dare l’addio, nel Borgo San Giuliano, a nome della Città al campione motociclistico Renzo Pasolini morto a Monza il 20 maggio.

21 ottobre 1973. L’onorevole Sandro Pertini, allora presidente della Camera dei Deputati, in occasione della sua venuta a Rimini per l’inaugurazione del monumento alla Resistenza nel parco Fratelli Cervi. Il Presidente della Camera Pertini e il Sindaco Nicola Pagliarani

Inaugurò la politica di gemellaggio con città estere: il 5 giugno 1972 con la città francese di Saint Maur des Fosses, l’8 giugno 1974 con la città senegalese di Ziguinchor. Memorabile il suo incontro nel febbraio 1976 a Dakar, in Senegal, con il Presidente/poeta Leopold Sedar Senghor.

Il 3 aprile 1976 salutò il Vescovo Emilio Biancheri che lasciava l’incarico pastorale dopo 23 anni passati nella nostra Città e diede il benvenuto al nuovo Vescovo Giovanni Locatelli.
Presiedette il Comitato Rimini Provincia che operò intensamente per il raggiungimento di quell’obiettivo (a cui si arrivò poi nel 1992).

La notte del 6 maggio 1977 i 42 appartamenti dello IACP di Forlì in Via Acquario a Rimini, appena terminati di edificare, furono occupati da numerose famiglie senza casa. Per quasi due anni, sino al febbraio 1979, questo fu il focolare sociale più acuto aperto nella città, con manifestazioni, occupazione del Comune, interventi della polizia, appelli a trovare una soluzione, processi agli occupanti. Il PCI riminese, tra le forze più attive per sbloccare il caso, fu anche spesso strumentalmente accusato dal “Comitato di lotta per la casa” di essere fra coloro che volevano cacciare gli occupanti.

7 maggio 1974. Comizio a Coriano per referendum sul divorzio. Da sinistra, Nicola Pagliarani, Primo Montanari, Gianfranco Geminiani

Nelle elezioni regionali del 1975 il PCI aveva sfiorato la maggioranza assoluta nel Circondario riminese, ottenendo il suo miglior risultato elettorale: 81.411 voti pari al 49,9%. Nelle politiche del 1976 aveva mantenuto questa altissima percentuale: 82.835 voti pari al 49,79%. Scrivevo oltre un anno fa nel profilo che preparai per Giovanni Baldinini, e che vale anche per Nicola Pagliarani: “E questo nonostante che alla vigilia delle elezioni del 1976 il Sindaco Pagliarani e l’Assessore ai Tributi Baldinini venissero accusati dalla Pretura di ‘aver omesso, o comunque ritardato indebitamente di procedere al recupero dell’imposta di consumo (per un ammontare di circa 200 milioni) relativa alle evasioni fiscali a carico della S.n.c. Salumificio Riminese’. Una storia, iniziatasi nel 1971, intricata di responsabilità e ritardi fra Guardia di Finanza, uffici comunali, magistratura. La Pretura arrivò ad autorizzare contro i due amministratori comunisti un procedimento di ipoteca legale sulle loro case di abitazione. Per meglio tutelare la propria innocenza i due amministratori nel giugno 1976 rinunciarono agli incarichi ricoperti, in attesa della sentenza della magistratura. In questa situazione la DC e Il Resto del Carlino scatenarono una vera e propria campagna di diffamazione verso i due amministratori. Fu solamente con sentenza della Pretura di Rimini del 25 marzo 1977 che Pagliarani e Baldinini vennero assolti con formula piena ‘perché il fatto non sussiste’. Ma l’Avvocatura di Stato fece ricorso contro la sentenza assolutoria. Scrisse ‘Il Quindicinale’ del 15 marzo 1979: ‘Ora giunge la sentenza della Corte di Cassazione che è stata emessa nei giorni scorsi dall’organo posto al vertice della magistratura. Essa rende piena giustizia agli amministratori comunisti, riconoscendo loro la piena estraneità ai fatti e confermando con la più ampia forma di assoluzione (il fatto non sussiste) il carattere artificioso e di pura invenzione dell’accusa creata nei loro confronti’. Alla fine di marzo del 1977 comunque Pagliarani e Baldinini erano tornati ad occupare i loro incarichi di pubblici amministratori”. Una delle pagine più nere vissute da Niki nella sua lunga carriera politica.

Dal giugno 1976 al marzo 1977 svolse le funzioni di Sindaco f.f. l’assessore anziano Ruggero Diotallevi. Pagliarani rimase Sindaco ancora per poco più di un anno: il 9 febbraio 1978 si dimise assieme a tutta la sua Giunta. Occorsero cinque mesi di duro confronto, dentro e fuori il PCI, per arrivare alla elezione il 9 luglio 1978 del nuovo Sindaco della Città Zeno Zaffagnini.

Niki fu candidato alle elezioni europee del 10 giugno 1979, ma non venne eletto.

27 febbraio-2 marzo 1975. Rimini, Salone Fieristico. 10° Congresso della Federazione Comunista Riminese. Al microfono Nicola Pagliarani

Nel corso del suo lungo impegno politico fu consigliere dello IOR (Istituto Ospedaliero Riminese) negli anni ’50, consigliere nazionale dell’ENIT negli anni ’80, Presidente del Consorzio per la propaganda turistica della costa romagnola tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80.

Nicola ebbe anche la tessera da giornalista pubblicista presa il 15 aprile 1955 e che tenne per tutta la vita. Fu Direttore di “Nuova Voce”, il periodico della Federazione Comunista Riminese, dall’ottobre 1958 al novembre 1959, ma a metà degli anni ’70 fu anche direttore responsabile del giornalino unitario di CGIL-CISL-UIL “Sindacato e Società”.

Il 28 giugno 1982 la Federazione Comunista Riminese organizzò per i suoi 70 anni una festa a cui furono chiamati a partecipare tutti i responsabili circondariali, oltre che riminesi, del PCI.

Passati i 75 anni Niki pensava di vivere serenamente gli anni della pensione. Ma la sua passione politica ancora una volta lo travolse: dopo l’uscita alla “Bolognina” di Achille Occhetto sulla necessità di cambiare il nome al partito Comunista, si avviò il processo per la nascita della nuova “Cosa”. Niki divenne a Rimini leader della 3.a Mozione congressuale, che faceva riferimento a livello nazionale ad Armando Cossutta e che si opponeva ad Occhetto. Fu tra gli animatori del 16° Congresso Comunista Riminese che si svolse dal 15 al 18 febbraio 1990, pur avendo solo 6 delegati (l’1,86%) su 317. A quello decisivo, il 17°, dall’11 al 13 gennaio 1991, fu leader della Mozione 2, animata a livello nazionale da Alessandro Natta, Pietro Ingrao e Armando Cossutta e a livello riminese da Pagliarani, Franco Mazzocchi, Giampiero Piscaglia. La Mozione 2 aveva, su 285 delegati, 47 rappresentanti (il 13,60%).

17-19 marzo 1977. Rimini, Salone Fieristico. 11° Congresso della Federazione Comunista Riminese. Al microfono Nicola Pagliarani

Il 20°, e ultimo, Congresso nazionale del PCI si svolse a Rimini dal 29 gennaio al 3 febbraio 1991.
Armando Cossutta rifiutò l’esito congressuale e la nascita del PDS e si attivò per dare vita a Rifondazione Comunista. Niki, anche per la lunga amicizia con Lui, lo seguì e divenne il padre nobile del nuovo partito a livello riminese (ufficialmente il Presidente). Nel gennaio 1998 la rottura con l’estremismo di Fausto Bertinotti che aveva fatto cadere il governo di Romano Prodi e ancora una volta seguì Cossutta nella nuova avventura dei Comunisti Italiani ad ottobre 1998 che diedero il sostegno al nuovo governo di Massimo D’Alema.

21 settembre 1975. Il Sindaco Nicola Pagliarani consegna a Walter Ceccaroni la Medaglia d’Oro della Resistenza del Comune di Rimini in occasione del 30° anniversario della Liberazione

Il 23 giugno 2002, per i suoi novant’anni, tutte le anime della sinistra riminese si ritrovarono sotto i portici del Comune per festeggiarlo. Niki chiacchierò con Nando Piccari, Sergio Gambini,Bianca Bracci Torsi, Sergio Zavoli, Maurizio Melucci, Zeno Zaffagnini, Veniero Accreman, Armando Cossutta. Valderico Mazzotti e Guido Lucchini si divertirono, e fecero sorridere il numeroso pubblico (oltre trecento persone), con le loro poesie dialettali.

Cossutta nel suo intervento disse: “E’ stato un Sindaco fantastico, un combattente. Ha sempre detto quello che pensa con molta franchezza e sincerità. E’ una persona che ha stabilito rapporti umani molto intensi con tante persone. Quelli come Niki sono una specie in via di estinzione perché le passioni sono sostituite purtroppo dagli interessi personali, dalle carriere, dalle sistemazioni … insomma quelle grandi passioni che hanno animato tanti della generazione di Niki Pagliarani vanno un po’ estinguendosi”. Alla fine un brindisi generale e tanti auguri a Niki.

4 dicembre 1999. Rimini, Sala del Giudizio. Presentazione del mio libro “La Federazione Comunista Riminese (1949-1991)” (Capitani, 1999). Da sin. Augusto Randi, Renato Zangheri, Maurizio Melucci, Nicola Pagliarani, Paolo Zaghini

In un’intervista di Lucia Rughi per il Corriere di Rimini il 23 marzo 2008 Niki si esibì al meglio, con la sua nota ironia: “Nel mondo sono necessari sia gli eroi sia i pataca”. In lui, commenta la giornalista, pulsa “uno spirito fatto di ironia, di saggezza popolare e di grandi pensieri sull’umanità. Continua a respirare la città, che sente scorrere nelle vene (…) il suo non è uno sguardo sul presente malinconico, offuscato dal passato. Niki vive e ama la Rimini di oggi”. Ancora Niki: “La politica è l’arte del possibile (…) bisogna coltivare la mediazione, sempre e comunque trovando un vantaggio reciproco anche se significa guadagnare solo un millimetro tra le parti”.

23 giugno 2002. Rimini, porticato del Comune. La festa per i 90 anni di Nicola Pagliarani. Da sin. Pagliarani, Nando Piccari, Armando Cossutta, Maurizio Melucci, Veniero Accreman

Nicola morì nella notte tra il 22 e il 23 aprile 2010, serenamente, davanti alla TV. Aveva 97 anni. Il funerale laico si svolse sul piazzale del Cimitero nella mattinata del 26 aprile. Niki era un laico vero, rispettoso di tutte le opinioni. Volle essere sino all’ultimo il sindaco di tutti, chiedendo ai partiti della sinistra di non portare bandiere, segno di divisione politica, al suo funerale. Lo ricordò con una toccante orazione Nando Piccari.

2005 ca. Da sin. Lorenzo Cagnoni, Nicola Pagliarani (foto by Leonardo Fazzioli)

Il segretario del Partito Democratico Andrea Gnassi, in un comunicato, scrisse: “un uomo perbene, onesto, amante della sua Rimini. Niki è una di quelle figure emblematiche riminesi che ha dimostrato in tutta una vita come la passione civile, l’onestà dell’impegno politico, l’amore per le cose, le donne e gli uomini di Rimini potessero essere un tutt’uno (…) Un grande grazie per essere stata la persona, l’uomo, il politico, l’amministratore che è stato”.

26 aprile 2010. Rimini, Piazzale del Cimitero. Funerale di Nicola Pagliarani. Sta tenendo l’orazione funebre Nando Piccari

Ad un anno dal decennale della sua scomparsa incominciare a pensare di intitolargli una via, un giardino, un parco (una rotonda no!) forse non sarebbe male.

Paolo Zaghini