Home___primopianoNoi di Rimini a tavola sbagliamo tutto ma per fortuna c’è il Super Esperto dell’Alimentazione

Detto anche "il Capiscione" ci insegna come adeguare la nostra cucina al futuro globalizzato


Noi di Rimini a tavola sbagliamo tutto ma per fortuna c’è il Super Esperto dell’Alimentazione


5 Maggio 2024 / Giuliano Bonizzato

Siamo periodicamente invasi da nugoli di “Esperti”, provenienti da varie parti della penisola, che si preoccupano altruisticamente di suggerirci dove abbiamo sbagliato, perché continuiamo a sbagliare e in che modo dovremmo invece comportarci a maggior gloria del nostro Turismo.

Io li chiamo, affettuosamente, “capiscioni”: esperti, talmente esperti, da non nutrire il minimo dubbio sull’esattezza delle proprie diagnosi. E sono parimenti convinto che le loro previsioni sul futuro che ci attende, possano rivelarsi, alla fine, di straordinaria utilità.

Prendiamo ad esempio “Il Super Esperto dell’Alimentazione”.
Egli inizia il suo discorso affermando che dovremmo chiederci cosa potrà piacere – tra una decina d’anni- a un turista “medio”che trascorra le proprie vacanze a Rimini. Sarà, con ogni probabilità, un turista multietnico abituato a nutrirsi “all’ingrosso” spendendo il meno possibile. E in un mondo globalizzato, non potremo più pretendere di imporgli i nostri gusti, la nostra cucina. Sbaglia dunque chi oggi difende a spada tratta i sapori, i vini, i prodotti locali, e il nostro modo di fare ristorazione. Continuare su questa strada, significa, “morire di retorica”. Insomma, volenti o nolenti, se vogliamo sopravvivere all’incalzare dei tempi nuovi dobbiamo “abituarci ad essere gradevolmente volgari”. E l’Esperto ci spiega, inoltre, che la moderna tendenza americana in campo nutrizionale consiste nella “specializzazione” di massa. Insomma così come Mac Donald ti garantisce sempre quell’identico, collaudato super-panino, lo stesso si va realizzando su vasta scala per innumerevoli altri prodotti. Sempre il medesimo dosaggio, gli stessi ingredienti e, il tutto, ovviamente, a prezzi stracciati. Insomma abbasso la cultura del territorio. Evviva l’omologazione delle cibarie.

E in quanto a volgarità, dovremo ovviamente, afferma l’Esperto proiettando una lunga serie di orripilanti diapositive, adeguarci alla pubblicità made in USA, con gli enormi oggetti in plastica colorata accanto agli esercizi commerciali che propongono quel tipo di merce: il super-gelato alto venti metri, il wurstel che sembra un dirigibile, la mostruosa torta multistrato in technicolor… E, naturalmente, annesse scritte a caratteri cubitali sparate come cazzotti nei globi oculari dei passanti…

E pensare che, non molti anni fa, ci fu a Rimini, un assessore alla qualità urbana che, d’accordo con la sua Commissione, fece eliminare la parola “SLURP”, dall’insegna di un negozio di Krapfen e bomboloni in Viale Vespucci (accanto alla Farmacia del Kursaal) in quanto “non esteticamente decorosa”! Con siffatti personaggi ancora al potere, come potremo mai diventare Americani? Ci aspetta dunque la rovina eno-gastronomica, causata dal nostro sdegnoso rifiuto della pacchianeria e dei prodotti standardizzati? La morte turistica per eccesso di retorico buongusto? O non sarà piuttosto il caso di predisporre per tempo la controffensiva, facendo appello a tutte le innumerevoli risorse della nostra civiltà contadina e urbana, onde evitare il futuro “all’ingrosso” che ci attende? Per continuare, di conseguenza a fornire, a chi viene da noi attratto (come sempre e da secoli) dallo “charme” italiano anche in campo gastronomico, i mutevoli, vari, inimitabili sapori della nostra regione?

Sotto questo aspetto, come dicevo all’inizio, le allucinanti previsioni del nostro “Capiscione”, sono davvero utili.
Per indurci a far di tutto ma proprio tutto (e alla svelta) per evitare che si realizzino.

Giuliano Bonizzato