Il nuovo Codice della strada è legge. Dopo l’approvazione alla Camera, mercoledì 20 novembre anche il Senato ha approvato la riforma con 83 sì, 47 no e 1 astenuto. Sono stati invece respinti gli oltre 350 emendamenti presentati dalle opposizioni.
Si tratta di una riforma fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che non sostituisce integralmente il vecchio Codice del 1992, ma ne modifica parti sostanziali.
La riforma nasce dall’allarme per il numero di morti sulle strade italiane. Secondo il ministero, nel 2023 si sono registrate oltre 3.000 vittime della strada, un dato che ha spinto il governo a intervenire con un pacchetto di norme più severe, concentrandosi soprattutto su quattro ambiti: l’uso del cellulare alla guida, la guida in stato di ebbrezza, i controlli della velocità e la regolamentazione dei nuovi mezzi di mobilità come i monopattini.
Tuttavia alcune associazioni a tutela delle vittime della strada e delle famiglie e le forze politiche di minoranza ad iniziare dal PD contestano l’impianto del nuovo codice della strada: “un governo dalla visione miope e anacronistica, che allenta le regole per i veicoli a motore e restringe quelle per la mobilità sostenibile”.
Il nuovo Codice paradossalmente complica i controlli sulla velocità sostiene chi non è d’accordo sulla riforma: viene vietato l’uso degli autovelox sotto i 50 chilometri all’ora in città e sotto i 90 all’ora nelle strade extraurbane. I comuni dovranno anche giustificare al ministero la decisione di introdurre limiti inferiori ai 50 chilometri nelle aree urbane, complicando l’istituzione delle zone 30.
Inoltre le associazioni e i partiti di opposizione denunciano un approccio repressivo invece che preventivo. Per i ciclisti il nuovo Codice rende più difficile la costruzione di nuove corsie ciclabili, limitandone la realizzazione solo dove è impossibile creare piste in sede protetta. È stata anche eliminata la possibilità di realizzare doppi sensi ciclabili, uno dei metodi più efficaci usati in Europa per ridurre la velocità media nei centri urbani.
Ecco le principali modifiche:
La lotta alla distrazione
Le nuove regole introducono la sospensione immediata della patente, che viene ritirata sul posto per una settimana se si hanno almeno 10 punti, per 15 giorni se si hanno meno di 10 punti. Le multe partono da 250 euro e arrivano a 1.000 euro. Per chi viene trovato una seconda volta a usare il telefono mentre guida, la multa sale fino a 1.400 euro, la sospensione della patente può durare fino a tre mesi e vengono decurtati da 8 a 10 punti.
Alcol e droghe
Il sistema diventa più severo e introduce l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avviamento dell’auto se rileva alcol nell’alito del conducente. Le sanzioni seguono il tasso alcolemico: tra 0,5 e 0,8 grammi per litro la multa va da 573 a 2.170 euro, tra 0,8 e 1,5 scatta l’arresto fino a 6 mesi con ammenda da 800 a 3.200 euro, oltre 1,5 l’arresto sale da 6 mesi a un anno e l’ammenda arriva a 6.000 euro. Per le droghe non serve più dimostrare lo stato di alterazione: basta la positività al test per la sospensione immediata della patente.
La rivoluzione dei monopattini
Cosa cambia per chi usa il monopattino elettrico? Arrivano tre obblighi fondamentali: targa identificativa, casco per il conducente e assicurazione per la responsabilità civile. I mezzi dovranno essere dotati di indicatori luminosi di direzione e freni su entrambe le ruote. Non potranno più circolare fuori dai centri urbani, sulle strade extraurbane e in galleria. La velocità massima consentita scende a 20 km/h (6 km/h nelle aree pedonali). Chi non rispetta queste regole rischia multe da 100 a 400 euro.
Le nuove regole su autovelox e velocità
Gli autovelox dovranno rispettare nuove regole precise. La distanza minima tra due dispositivi dovrà essere di 3 chilometri sulle strade extraurbane principali e di un chilometro su quelle secondarie. I dispositivi potranno essere installati solo dove il limite di velocità non è inferiore di oltre 20 km/h rispetto al massimo previsto per quel tipo di strada. Per i neopatentati il divieto di guidare auto potenti si allunga a tre anni, con limiti fissati a 75 kilowatt per tonnellata per gli autoveicoli in generale e 105 kW/t per i mezzi fino a 3,5 tonnellate.
Le altre novità
Il nuovo Codice della strada introduce molti altri cambiamenti. Nelle Zone a traffico limitato scatta il limite di una multa al giorno per ingresso abusivo, rendendo di fatto possibile circolare dopo la prima sanzione. Per le auto elettriche arrivano multe da 87 a 344 euro per la sosta prolungata nelle aree di ricarica. Regole più chiare per la micromobilità dolce. Hoverboard e monoruota (segway e monowheel) potranno circolare solo nelle aree pedonali a 6 km/h. Le bici elettriche non potranno superare i 250 watt di potenza e i 25 km/h, pena l’equiparazione ai ciclomotori. Le bici modificate rischiano il sequestro.
Aperture per i motociclisti, che potranno accedere in autostrada già dai 120 cc di cilindrata e trainare rimorchi. Chi ha il foglio rosa per moto e motorini non potrà però portare passeggeri. Per i ciclisti obbligo di fila indiana fuori città, con eccezione per i minori che possono pedalare alla destra degli adulti. Giro di vite su alcune infrazioni specifiche. Chi parcheggia nei posti per disabili rischia multe fino a 660 euro per le moto e 990 per le auto. Le telecamere potranno ora accertare più infrazioni contemporaneamente. Introdotto il carcere per chi abbandona animali in strada, con aggravante se provoca incidenti. Per tutte le multe viene fissato un tetto massimo agli interessi del 60%.
Tempi di attuazione diversi per ogni norma
Il nuovo Codice della strada diventerà operativo in modo graduale. Le norme che non richiedono regolamenti attuativi, come le nuove sanzioni per l’uso del cellulare e la guida in stato di ebbrezza, entreranno in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per altre misure servirà più tempo: l’obbligo di alcolock richiede un decreto ministeriale che ne fissi le caratteristiche tecniche e le modalità di omologazione. Anche per i monopattini servirà un periodo transitorio: le nuove regole su targa e assicurazione scatteranno solo dopo l’emanazione dei decreti attuativi, prevista entro sei mesi dall’approvazione della legge.