Home___primopianoParco eolico a largo di Rimini, Legambiente: “Stop a preconcetti e retorica anti-rinnovabili”

L'associazione ambientalista critica Visit Riccione: "Genera inutile senso di allarme"


Parco eolico a largo di Rimini, Legambiente: “Stop a preconcetti e retorica anti-rinnovabili”


16 Dicembre 2024 / Redazione

“Stop alla retorica anti-rinnovabili!”: è questa la richiesta che Legambiente pone agli attori del sistema socio-economico riminese che continuano a promuovere iniziative che, dietro la cortina della tutela del paesaggio e dell’ambiente, hanno l’unico effetto di rallentare la transizione ecologica e di creare un senso di allarme tra i cittadini dei territori in cui verranno realizzati nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
 Alla base della posizione dell’associazione ambientalista c’è l’iniziativa di Visit Riccione-Riccione Turismo, l’associazione di categoria che riunisce strutture ricettive e non sul territorio di Riccione e che ha promosso una campagna di mail-bombing nei confronti di Ministeri, Soprintendenze e Comuni chiedendo la verifica del rispetto dei vincoli posti in sede di Valutazione di Impatto Ambientale al progetto di parco eolico antistante la costa riminese approvato quest’estate.
 “Si tratta di un’iniziativa sovradimensionata e che coinvolge i cittadini in una campagna che genera inutilmente un senso di allarme”, dichiara Legambiente. “È giusto chiedere il rispetto delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione alla realizzazione del progetto, ma è inaccettabile pensare che tali prescrizioni non vengano rispettate in fase di costruzione dell’impianto. L’unico risultato di questa mobilitazione sarà quello di generare nei cittadini il preconcetto che la realizzazione di un impianto a fonti rinnovabili sia automaticamente connessa a una compromissione del paesaggio, peraltro già compromesso dalla presenza ultradecennale delle piattaforme petrolifere oggi chiaramente simbolo di un sistema economico dannoso come quello fossile.”
 Servirebbe un’iniziativa culturale di segno opposto, secondo l’associazione ambientalista. “Se a suo tempo furono accettate le piattaforme petrolifere nel paesaggio riminese, causa però di danni ambientali decisamente più gravi per l’impatto che l’estrazione di idrocarburi ha sul clima della Terra, oggi a maggior ragione è necessario promuovere tra i cittadini la consapevolezza che la crisi climatica richiede interventi significativi, che vanno a modificare il paesaggio per evitare però impatti molto più gravi. Vogliamo forse preferire alla presenza di impianti eolici e fotovoltaici la devastazione causata dagli eventi meteorologici estremi che il cambiamento climatico sta rendendo sempre più frequenti ed intensi?”