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Perchè e come nacque la festa del 25 aprile in Italia e a Rimini


24 Aprile 2020 / Paolo Zaghini

Per la prima volta dal 1946 Rimini, e l’Italia, non vedrà una festosa folla festeggiare l’anniversario della Liberazione il 25 aprile. Il maledetto coronavirus è riuscito ad aggiungere ai tanti suoi tristi primati anche questo.

La guerra in Italia finì in realtà il 29 aprile, quando venne firmata la resa di Caserta, ovvero l’atto che attestò la fine della Campagna d’Italia dei tedeschi e la resa incondizionata dei soldati della Repubblica Sociale Italiana.
Perché allora festeggiamo il 25 aprile? Cosa successe quel giorno del 1945?

Il Comitato di Liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) il 25 aprile 1945 proclamò l’insurrezione generale. I soldati tedeschi e i fascisti in quel giorno abbandonarono Torino e Milano. I partigiani occuparono le città lungo la Via Emilia cacciando gli ultimi invasori. La sera del 25 aprile Mussolini abbandonò Milano, travestito da soldato tedesco, ma fu catturato due giorni dopo a Dongo, sul lago di Como, dove fu fucilato il 28 aprile.

25 aprile 1947. Ingresso del corteo in piazza Cavour

L’anno seguente, il 22 aprile 1946, il governo italiano su proposta del Presidente del Consiglio democristiano Alcide De Gasperi preparò un decreto, controfirmato dal Ministro socialista del lavoro Gaetano Barbareschi e dal Guardasigilli comunista Palmiro Togliatti, in cui si proclamava festa nazionale il 25 aprile. Il decreto fu firmato dal re Umberto II, luogotenente del Regno d’Italia.

Era stato il comunista Giorgio Amendola, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sollecitato dall’ANPI, a proporre il 25 aprile come giornata dedicata “alla solenne commemorazione dei sacrifici e degli eroismi sostenuti dal popolo italiano durante la lotta contro il nazifascismo”.
Il decreto fu riproposto nel 1947 e nel 1948.

25 aprile 1947. La folla che gremisce piazza Cavour

Fu solo a seguito della legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi nel settembre 1948 e concernente le “Disposizioni in materia di ricorrenze festive”, che venne fissata la data in modo definitivo collocandola tra le festività civili nazionali. Con obbligo (art. 4) da parte delle autorità competenti dell’imbandieramento degli edifici pubblici.

Ma già durante le celebrazioni del primo anniversario furono avvertite le prime crepe dell’unità antifascista. Sia a livello nazionale che locale. Il 7 aprile 1946 si era tenuta la prima tornata delle elezioni amministrative: nel Riminese votarono 12 comuni su 19 (gli altri avrebbero votato il 6 ottobre). I partiti di sinistra vinsero in tutti i comuni. E per la prima volta nella storia d’Italia avevano votato le donne. Il 2 giugno 1946 poi si svolse il referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. La repubblica vinse con il 54,3% dei voti. Contestualmente si votò per la elezione della Costituente. La DC ottenne il 35,21% dei voti e 207 parlamentari, il PSI il 20,68% e 115 parlamentari, il PCI il 18,93% e 104 parlamentari. I tre partiti avevano ottenuto 426 parlamentari su 556. La DC da sola aveva quasi i parlamentari dei due partiti della sinistra.

25 aprile 1947. Al microfono …. In alto il primo a destra è Attilio Venturi

Ma oltre i primi contrasti politici che minavano il governo di unità nazionale guidato da De Gasperi, c’era da affrontare la durissima situazione economica e sociale: il pane era ancora razionato.
Non so, nessun libro locale ne parla (e la chiusura totale delle biblioteche di queste settimane a causa del virus non consente la consultazione dei periodici locali), se a Rimini si sia festeggiato o meno quel primo 25 aprile. Ho chiesto in giro ad un po’ di amici storici, ma nessuno mi ha saputo dire qualcosa. Dunque per quanto riguarda il 25 aprile 1946 dovremo aspettare la riapertura della Biblioteca Gambalunga, depositaria di tutte le memorie della nostra Città per saperne qualcosa.

Le manifestazioni per il secondo anniversario il 25 aprile 1947 sono già segnate dalla imminente rottura del patto di collaborazione fra DC e PSI-PCI, lacerato dalle divergenze sulla politica estera. Il 3° Governo De Gasperi, l’ultimo con le sinistre, cadrà il 12 maggio. Il 30 maggio nacque il 4° Governo De Gasperi che escluse i partiti della sinistra dal governo.

25 aprile 1947. Al microfono …. da sinistra il quarto è Walter Ceccaroni; il settimo è Veniero Accreman. In alto il primo a destra è Attilio Venturi

A livello locale, dopo le elezioni nei Comuni del 1946, la DC era ovunque all’opposizione. Ma il 25 aprile 1947 sarà ancora festeggiato unitariamente. Di quel secondo anniversario nell’Archivio fotografico presso l’Istituto per la Storia della Resistenza e del’Italia contemporanea della Provincia di Rimini (ISRIC) sono conservate 7 fotografie che ritraggono Piazza Cavour piena di gente e i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, dei partiti, dell’ANPI sulla scalinata che da allora, per decenni, sarà la tribuna degli oratori delle manifestazioni. Purtroppo non sono stato in grado di riconoscere gran parte di quelli lì presenti e la scomparsa ormai di quasi tutti i protagonisti di quei lontani anni non mi ha consentito di ricevere informazioni utili per la loro identificazione.

25 aprile 1947. Al microfono …. Da sinistra, …, Walter Ceccaroni, Decio Mercanti, Veniero Accreman. In alto il primo a destra è Attilio Venturi

Il terzo anniversario sarà drammatico in molte parti d’Italia. La Guerra Fredda aveva ormai preso piede anche nel nostro Paese. Il successo elettorale della DC una settimana prima, il 18 aprile 1948, avvierà un quindicennio di governi centristi, con cadute pericolose per la neonata democrazia italiana. La DC aveva ottenuto il 48,51% dei voti e 305 seggi su 574, aggiudicandosi la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi. La lista unica di PCI e PSI, il Fronte Democratico Popolare, ottenne solo il 30,98% dei voti e 183 seggi. Il 18 aprile l’Italia era andata al voto spaccata in due. A Rimini la DC ottenne il 38,23% dei voti, mentre il Fronte ottenne il 46,37%. “La certezza della vittoria tra ‘frontisti’ era largamente alimentata e diffusa” scrisse Liliano Faenza. Invece “in campagna e in città, dopo il 18 aprile, c’era stato un grande silenzio”.

25 aprile 1947. Al microfono …. Da sinistra …, Walter Ceccaroni, Veniero Accreman. In alto il primo a destra è Attilio Venturi

Ma una settimana dopo a Rimini, e in tutte le piazze d’Italia, si tornò a festeggiare la Liberazione. Ma non più unitariamente. Il Ministro dell’Interno democristiano Mario Scelba cercò di vietare le manifestazioni pubbliche per la ricorrenza. Il corteo antifascista e partigiano di Milano giunto a Piazzale Loreto venne caricato dalla polizia. Luigi Longo, uno dei capi dell’insurrezione contro nazisti e fascisti, a Milano quel 25 aprile denunciò “la campagna di denigrazione e di menzogne che attaccando gli artefici della liberazione della Patria intende attaccare le conquiste stesse di questa liberazione”.

25 aprile 1948. Ingresso del corteo in piazza Cavour

Nonostante la legge del 1949 che faceva del 25 aprile una festa civile nazionale, per tutti gli anni ’50 e i primi anni ’60 le celebrazioni in questa data furono spesso vietate o isolate. Sarà solo dal 1965, in occasione del 20° anniversario della Liberazione, in concomitanza con la elezione di Giuseppe Saragat, tra i protagonisti della Resistenza, alla Presidenza della Repubblica, che il 25 aprile sarà finalmente e ufficialmente riconosciuta come festa nazionale di tutto lo Stato italiano.

25 aprile 1948. Esposizione delle bandiere partigiane in piazza Cavour

Del 25 aprile 1948 a Rimini presso l’Archivio fotografico dell’ISRIC sono conservate 5 foto. Gli oratori della manifestazione ritratti sono Walter Ceccaroni, comunista, partigiano, membro del CLN, assessore nella Giunta del Sindaco Cesare Bianchini (che sostituirà nella carica di Sindaco dopo le sue dimissioni l’8 novembre 1948) e il comandante partigiano prof. Giuseppe Mari, che guidò la V Brigata Garibaldi “Lugli” nelle Marche e in quel momento Assessore nel Comune di Pesaro.

25 aprile 1948. Rimini, piazza Cavour. L’oratore, di spalle, è Walter Ceccaroni

Di questo 25 aprile 2020 non ci saranno foto delle celebrazioni in Piazza Cavour. Saremo costretti a ricordarlo per i tanti eventi on-line in programma che ci racconteranno la Liberazione del nostro Paese 75 anni fa, ma vorremmo anche fare una dedica particolare al ricordo degli oltre 170 morti del riminese per il COVID 19 di questi ultimi mesi.

25 aprile 1948. Rimini, piazza Cavour. L’oratore è il comandante partigiano della V Brigata Garibaldi “Lugli” delle Marche, prof. Giuseppe Mari

25 aprile 1948. Rimini, piazza Cavour. Da sinistra, Veniero Accreman, …, Decio Mercanti

 

 

 

 

 

Paolo Zaghini