Piano Aria Emilia-Romagna, stop definitivo a diesel euro 5 e falò
30 Gennaio 2024 / Redazione
È ancora allerta smog in Emilia-Romagna dove le misure per ridurre l’emergenza sono state prorogate fino a mercoledì 31 gennaio. “Il tema della qualità dell’aria nella nostra Regione rimane dunque centrale ed è strettamente connesso a quello della salute dei cittadini. Dando il via libera in Assemblea legislativa al Piano dell’Aria 2030, quindi, come Regione si è deciso di investire 154 milioni che, in base ai dati e allo studio in merito ai benefici prodotti dal Piano attualmente in vigore, comporteranno una riduzione di 640 milioni di euro di costi per la cura di patologie connesse all’inquinamento”. Lo riporta la consigliera regionale Pd Nadia Rossi, Vicepresidente della Commissione regionale Ambiente e Mobilità.
“Per approcciarci al Piano 2030, che prevede il raggiungimento graduale, in sei anni di una forte riduzione degli agenti inquinanti pari al -13% del Pm10, – 29% ammoniaca, – 13% di zolfo, calo di polveri sottili e altre fonti di inquinamento, ribaltiamo la logica del divieto in favore di quella dell’incentivo. Una giusta innovazione di approccio per la sostenibilità economica – commenta la consigliera dem – visto che il diritto all’iniziativa economica non può e non deve essere in contrasto con il diritto all’ambiente e il diritto alla salute: ne va del futuro di tutti, delle nuove generazioni e della nostra terra”.
“Questo Piano – conclude Rossi – è trasversale e si snoda dall’ambiente alla salute alla sostenibilità sociale e la sua attuazione non può più essere rimandata”.
“Si tratta di un Piano aria ideologico che colpisce i cittadini: noi crediamo fermamente che questo Piano aria sia peggiorativo della vita delle persone, prendo atto che il Presidente Bonaccini è sotto scacco da parte della maggioranza del suo partito che fa capo a Elly Schlein e alla componente Verde della sua maggioranza. Noi votiamo no perché non ci rassegniamo a fare i passacarte”, protesta però Matteo Rancan (Lega).
“Votiamo convintamente questo Piano aria perché è un Piano solido, che guarda al futuro per lasciare ai cittadini un mondo migliore. Mettiamo al centro della nostra agenda politica la necessità di fare scelte chiare”, afferma Marcella Zappaterra (Pd) per la quale “non sanzioniamo nessuno, ma prevediamo incentivi per migliorare le vita delle persone e la qualità dell’ambiente”.
“La Regione deve estendere a più soggetti e a un maggior numero di comuni i benefici del bando per incentivare la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti con impianti innovativi a basse emissioni per aiutare chi è rimasto esclusi dall’ultimo bando bando in materia e per questo bisogna cambiare i parametri del bando, noi facciamo proposto per i cittadini e non mettiamo bandierine”, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi).
A sostegno dell’agricoltura, invece, gli interventi di Rete civica che con Marco Mastacchi e Simone Pelloni sottolinea come si debbano trovare soluzioni che vadano oltre i soli divieti in materia di ramaglie, camini e smaltimento di scarti vegetali. “Bisogna dare alternative in materia di macinatura di steppe e ramaglie perché ora si raccoglie e poi si aspetta quando si può bruciare, mentre se si potessero macinare le ramaglie già in mezzo ai filari nei campi molti problemi sarebbero risolti”, spiega Pelloni.
Oltre 60 “azioni” per cinque ambiti di intervento: città e aree di pianura, trasporti e mobilità, energia e biomasse per il riscaldamento domestico, attività produttive, agricoltura e zootecnia. Con un obiettivo preciso, raggiungere nel più breve tempo possibile, e mantenere, i livelli di qualità dell’aria stabiliti dalle norme europee e nazionali in modo da evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’inquinamento per la salute umana e l’ambiente.
Via libera, oggi, in Assemblea legislativa, al Pair 2030: il Piano aria integrato regionale potrà contare su risorse per 154,6 milioni di euro. Nello specifico, nel primo triennio ci sarà l’attuazione, da parte della Regione, per quasi 64 milioni.
“Un Piano pensato e costruito non nell’ottica delle restrizioni ma delle opportunità. E che, per la prima volta, parte con una dotazione di risorse volte al miglioramento della qualità dell’aria, a cui concorreranno anche finanziamenti e misure delle programmazioni e pianificazioni settoriali- ha commentato in Aula la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo-. Un Piano che è frutto di un percorso durato circa un anno e mezzo, ricco di spunti e approfondimenti con il coinvolgimento, sin dall’inizio, dei firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, oltre che della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità e di tutta l’Assemblea legislativa”.
La strategia del Piano
Ridurre le emissioni sia di inquinanti primari sia di precursori degli inquinanti secondari; agire simultaneamente sui principali settori emissivi – combustione di biomasse (PM₁₀), agricoltura (NH₃, ammoniaca), trasporti (NOₓ, ossidi di azoto) -; intervenire sia su scala locale che su scala estesa, dal bacino padano al livello nazionale; ancora, prevenire gli episodi di inquinamento acuto al fine di ridurre i picchi locali.
Questa, in estrema sintesi, la strategia del Pair 2030, per cui sono stati identificati gli ambiti di intervento e le misure collegate. Il Piano “poggia” su 8 pilastri tematici di cui 3 trasversali, che rappresentano gli ambiti di intervento prioritari per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria a partire da quello urbano, della mobilità, dell’energia e delle biomasse, delle attività produttive e dell’agricoltura a cui si aggiungono i tre trasversali che riguardano gli strumenti di gestione della qualità dell’aria, gli acquisti verdi nelle PA e le attività di comunicazione, informazione e formazione.
Il percorso del Piano
Dopo l’adozione della proposta di Piano (con delibera n. 527 del 3 aprile dello scorso anno e la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna del 20 aprile 2023), sono seguiti il deposito del testo e la raccolta delle osservazioni (su agricoltura e zootecnica, energia e biomasse, attività produttive, misure in ambito urbano, misure emergenziali, trasporti e mobilità, e così via) per 45 giorni, cioè fino al 5 giugno 2023: 213 le osservazioni pervenute (da parte di 24 proponenti), meno della metà di quelle ricevute con il precedente Piano. Sul totale: 8 quelle accolte, 43 accolte parzialmente, 18 ritenute non pertinenti, 106 respinte, 38 coerenti con il piano. Le osservazioni sono state discusse, come concordato con tutte le forze politiche, in 5 sessioni di lavoro dalla Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità. Sui 47 emendamenti presentati dai consiglieri, 6 sono stati ritirati, quindi effettivamente votati 41, approvati 21, respinti 20. Una specifica discussione, inerente agli aspetti più strettamente sanitari, si è tenuta in un apposito incontro della Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali.
Le misure previste
Una grossa novità riguarda i comuni coinvolti: nel Piano precedente erano 33, fra cui tutti i capoluoghi di provincia, nel nuovo Piano sono 207 (Bologna e agglomerato, Pianura Ovest e Pianura Est). Confermata quindi l’estensione dell’ambito di intervento introdotta con le misure straordinarie del 2021.
Sono state individuate più di 60 azioni (64, per l’esattezza) ripartite fra 8 ambiti d’intervento prioritari, di cui 5 tematici (ambito urbano e zone di pianura, trasporti, energia e biomasse, attività produttive, agricoltura) e 3 trasversali (comunicazione, informazione e formazione, strumenti di gestione della qualità dell’aria e acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni).
Nelle città si lavorerà per ridurre i flussi di traffico, promuovendo la mobilità ciclo-pedonale e sostenibile e l’intermodalità, anche attraverso l’aumento dei percorsi bicibus e pedibus, l’estensione di ZTL e delle aree pedonali, l’istituzione di “zone 30” e la forestazione urbana e periurbana, oltreché con nuovi bandi “Bike to work” per la promozione della mobilità ciclabile e incentivi all’acquisto di biciclette, cargo-bike e motocicli elettrici.
A partire dal 1^ ottobre 2025, come già previsto nel precedente Piano dell’aria, nei comuni di pianura con popolazione superiore a 30mila abitanti, dell’agglomerato di Bologna e in quelli che aderiscono volontariamente, entreranno in vigore le limitazioni ai diesel euro 5. In tutti gli altri, sono entrate in vigore già dal 1^ ottobre 2023 le limitazioni relative ai veicoli diesel euro 4. Il Pair 2030 prevede, inoltre, la possibilità di utilizzare il servizio Move-in, una misura al contempo ecologica e di equità sociale per chi non può permettersi di cambiare il veicolo soggetto alle limitazioni.
Verrà ulteriormente potenziato il trasporto pubblico sia su gomma che su ferro, rinnovato il parco autobus con priorità ai mezzi a zero emissioni da combustione, confermata l’integrazione tariffaria per gli abbonamenti “Salta su” e “Mi muovo”, ma anche gli incentivi per lo spostamento del trasporto merci su ferro.
Perquantoriguardal’ambito energetico, il nuovo Piano prevede ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe con impianti di ultima generazione e sistemi alternativi ad alta efficienza. Confermato, per tutta la durata della stagione “termica” (da metà ottobre a metà aprile) e nelle zone di pianura, il limite delle temperature fino a un massimo di 19°C in casa, ufficio, luoghi di ricreazione, associazioni, luoghi di culto (sono esclusi ospedali e case di cura). Saranno 17 invece i gradi consentiti nel commercio e nell’industria.
Il Piano regolamenta anche l’installazione e l’utilizzo degli impianti a biomassa per il riscaldamento domestico nelle zone di pianura, prevedendo limitazioni progressive in funzione della classificazione emissiva degli impianti.
Per il mondo produttivo sono previste misure per le aziende soggette ad Aia, ovvero l’Autorizzazione integrata ambientale, regolamentazione dei combustibili solidi secondari (Css) per impianti Aia, applicazione delle migliori tecniche disponibili per la ridurre le emissioni. L’obiettivo è quello della riqualificazione progressiva delle tecniche adottate nelle aziende e di una riduzione delle emissioni, promuovendo anche accordi d’area o territoriali.
Infine, per l’agricoltura e la zootecnia, sono previsti bandi di finanziamento per la copertura delle vasche, l’efficienza degli stoccaggi e le tecniche di spandimento per liquami e fertilizzanti e per l’acquisto di macchine e le attrezzature che consentano migliori performance ambientali. Ma anche, nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato, l’obbligo di interramento dei rifiuti zootecnici entro le 12 ore dallo spandimento (dal 1^ ottobre al 31 marzo), oltre a quello di copertura di vasche e lagoni di stoccaggio a partire dal 1^ gennaio del 2030. A partire dal 1^ gennaio 2026, nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato, ci sarà l’obbligo di incorporare nel terreno i fertilizzanti a base di urea nel più breve tempo possibile e, comunque, entro le 24 ore successive allo spandimento. Nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato si conferma inoltre il divieto di abbruciamento dei residui vegetali dal 1° ottobre al 31 marzo, salvo deroghe per emergenze fitosanitarie e per altre casistiche particolari.
Sono confermate le misure emergenziali per le zone di pianura, fra cui quelle per gli impianti a biomassa e per gli spandimenti dei reflui zootecnici, già introdotte nel 2021: si attivano sulla base di un meccanismo previsionale volto a evitare il più possibile il verificarsi dei superamenti del valore limite giornaliero di PM₁₀.
Una misura che da “emergenziale” nel vecchio Pair passa a “strutturale” nelle zone di pianura è il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto a scopo intrattenimento (es. fuochi d’artificio e falò rituali, eccetto barbecue) dal 1^ ottobre al 31 marzo: sono concessi solo due eventi nel periodo, promossi o autorizzati dall’ente comunale, nell’ambito di festeggiamenti tradizionali.
Il Piano prevede inoltre che i Comuni, nel momento in cui vengano raggiunti, in una delle stazioni di monitoraggio collocate sul proprio territorio, i 25 superamenti del valore limite giornaliero di PM₁₀, intervengano con misure aggiuntive a livello locale sulle principali sorgenti emissive. Allo stesso tempo, la Regione interverrà nella zona in cui si è verificato il superamento con misure di limitazione della velocità nei tratti in prossimità dei centri abitati di autostrade e di strade extraurbane principali.
A queste azioni se ne affiancano altre per la sostenibilità ambientale degli enti pubblici e per la comunicazione, l’educazione e la formazione.