Questi Pirati che hanno fatto grande Rimini
2 Ottobre 2017 / Paolo Zaghini
Alberto Crescentini: “Pirati. La storia del Rimini BC” – Il Ponte.
Alberto Crescentini (classe 1956), giornalista sportivo da oltre trent’anni, ha scritto su varie testate (dalla Gazzetta di Rimini al Il Resto del Carlino, e su tanti periodici tematici dedicati agli amanti di baseball e basket). Autore di varie pubblicazioni (“Rimini a cinque cerchi” nel 2009 dedicato agli olimpionici riminesi, “Rimbalzi” nel 2012 in cui ricostruisce la lunga storia della pallacanestro a Rimini), ora con questo nuovo volume “Pirati” ripete l’operazione per ricostruire la storia del baseball cittadino.
Il volume è uscito a luglio di quest’anno e pertanto non ha potuto riportare i dati dell’ultimo campionato e la vittoria del 13° scudetto, cucito sulla maglia nero arancio, grazie al successo sulla squadra sammarinese, rivali storici dei riminesi, ottenuto il 5 settembre scorso.
“Partite, episodi, aneddoti, davvero una storia infinita all’insegna della mazza e del guantone, disciplina che se ti prende, se ti appassiona, poi non ti abbandona più”.
Il volume ripercorre, anno per anno, le vicende e i protagonisti dei vari campionati. Lo fa a partire dal 1973, anno del suo ingresso nel campionato della massima serie. Anche se le radici del baseball Rimini affondano nei lontani anni ’50, quando un professore di educazione fisica ed ex olimpionico a LosAngeles, Eugenio Pagnini, di ritorno dagli Stati Uniti lo diffonde fra i suoi giovani studenti. Grazie alla Libertas si forma la prima squadra e nel 1954 avviene la prima esperienza in serie A che si concluderà nel 1960, per riprendere poi nel 1966 in serie C e tornare poi in B nel 1967 e in A nel 1969 e ritornare ancora in B nel 1970.
Una curiosità: presidente della squadra nel 1970 fu Sergio Zavoli, già affermato giornalista televisivo.
Nel 1973 il baseball riminese entra in una nuova dimensione: il ritorno definitivo in serie A, il nuovo campo sportivo è inaugurato (prima si giocava al “Romeo Neri” e prima ancora nello “spiazzo del circo” antitante il “campo dei ferrovieri”) e al timone della società arriva Cesare ‘Rino’ Zangheri (proprietario di una affermata azienda di lavorazione del legno), ancor oggi a 85 anni, dopo 44 stagioni, alla guida dei “pirati”.
Sotto la sua guida il Rimini Baseball Club vincerà 13 scudetti (il primo nel 1975 e l’ultimo quest’anno) e 3 Coppe dei Campioni (nel 1976, 1979 e 1989). Nel 1978 Zangheri fu il principale artefice nel portare a Rimini il primo Campionato del Mondo organizzato in Italia: indimenticabile la sfida Italia-Stati Uniti alla presenza di 10.000 spettatori. Fu per quell’occasione che vennero realizzate le nuove tribune dello stadio e l’impianto di illuminazione. Ed operò per riportare a Rimini ancora i Campionati del Mondo nel 1988 e nel 1998.
La personalità dirompente di Zangheri ne ha fatto, oltre che il padre-padrone del baseball riminese, anche il primo tifoso. Dalla squadra esige sempre il massimo impegno.
Zangheri ha portato a Rimini giocatori oriundi, che qui hanno avuto modo di dimostrare tutto il proprio talento, come Mike Romano e Rick Waits. Ma la sua attenzione al vivaio è sempre stata grande: la squadra nel corso degli anni ha valorizzato tantissimi giovani talenti, molti dei quali hanno dato un contributo notevole alla squadra nazionale.
La Città di Rimini ha voluto, nel 2000, tributare al Presidente Zangheri la sua massima onorificenza: il Sigismondo d’Oro.
Nell’intervista che chiude il libro di Crescentini, Zangheri dice: “Il baseball ha fatto venire un po’ a galla le mie caratteristiche: l’aggressività, la voglia di vincere. Sempre. Il secondo, per me, è il primo dei perdenti, anche se arrivare secondi significa comunque che la struttura di squadra c’è”. E a proposito della Coppa dei Campioni: “Già, siamo li, andiamo in finale e poi cadiamo. Sembra una vera maledizione …”
Paolo Zaghini