HomeAmbientePiscina comunale, Comitato Viserbapuntoeacapo insorge contro taglio di alberi

"C'erano altri posti per costruire il capannone senza disastri"


Piscina comunale, Comitato Viserbapuntoeacapo insorge contro taglio di alberi


9 Settembre 2023 / Redazione

Il Comitato VISERBAPUNTOEACAPO insorge contro il taglio di alberi per costruire la nuova piscina comunale nel parco Don Tonin Bello. “Rimini si candida a Città della Cultura – scrive Marco Gobbi – e poi nella cultura dell’ambiente si comporta in modo da insufficienza. Sui banchi della scuola in ecologia occupa l’ultima fila, quella di chi non sente bene la lezione che ovunque si sta impartendo. Questo cimitero odierno di alberi decennali non lascia tanto spazio alle controprove. Si dirà che verrà rimpiantata altra flora, certo, ma dovremmo aspettare ben 40 anni per avere la stessa grandezza e capacità di produrre ossigeno, specie in questa zona di densità edilizia importante”.

Ciò premesso, si vene al punto: “Lo sa anche un ripetente che inserire una piscina coperta, ovvero un capannone alto più di 8 metri, in un parco va contro ogni logica di gestione urbanistica ed anche contro il buon senso. Nel territorio riminese sono tante le aree più giuste per inserire una struttura sportiva con attrattiva extracomunale. Qui nessuno afferma che non si può fare la piscina a Viserba, ci sono siti meglio gestibili, anche in relazione alla viabilità, che non avrebbero causato la distruzione del parco Don Tonino Bello”.

“Ci appelliamo quindi allo spirito di salvaguardia della natura, ancora presente in alcune strutture comunali deputate a garantirne la sopravvivenza e la crescita, sollecitando altresì la cittadinanza, localmente residente e non, a controllare ulteriori disastri su ciò che è in nostro dovere salvaguardare per le generazioni future. Ci auguriamo, infine, che tutte le alberature al di fuori dalla transennatura di cantiere siano salvate e che l’ Amministrazione si attivi nel più breve tempo possibile per allargare la zona a verde verso aree adiacenti non ancora edificate, al fine di un benefico e reale “scambio in natura” con questa nuova opera di cementificazione”, sono le richieste.