HomeEconomia e LavoroProvincia di Rimini, Agricoltura: i forti cambiamenti climatici rendono incerto il ciclo produttivo

"Servono politiche per preservare il territorio, recuperare la biodiversità, tutelare la salute alimentare"


Provincia di Rimini, Agricoltura: i forti cambiamenti climatici rendono incerto il ciclo produttivo


4 Aprile 2024 / Redazione

Dopo l’evento di presentazione delRapporto sull’Economia Romagna – Forlì-Cesena e Rimini 2023 e scenari”, nel quale sono stati enfatizzati gli spunti di lettura più generali e trasversali e i trend che caratterizzano lo scenario competitivo, prosegue la condivisione dell’ampio patrimonio informativo prodotto, disponibile sul sito camerale alla pagina del Rapporto sull’economia. In particolare il percorso continua con la valorizzazione dell’eterogeneo mix produttivo del nostro territorio, con un primo focus sintetico dedicato al settore Agricoltura non a caso definito “primario”. Per dati dettagliati si rimanda al Rapporto completo.

L’Agricoltura insieme all’industria alimentare sono settori driver del nostro mix produttivo al quale conferiscono un carattere anticiclico che ha contribuito a dare stabilità alla creazione della ricchezza dei nostri territori anche in situazioni di crisi economica. Negli ultimi anni, però, sul settore hanno gravato avversità senza precedenti dal punto di vista produttivo, economico e logistico, oltre alla complessità e alle incertezze dello scenario che impattano su tutte le imprese. I forti cambiamenti climatici in atto rendono sempre più incerto l’esito del ciclo produttivo e a ciò si aggiungono le nuove patologie per le produzioni vegetali e animali portati nei nostri ecosistemi dalla globalizzazione, la mancanza di fattori di produzione e loro rincaro e la carenza di manodopera. Se il sistema ha retto finora è stato soprattutto grazie alla forza e alla resistenza dei nostri produttori commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Negli ultimi anni, però, c’è stata una forte riscoperta del ruolo dell’alimentazione e una ritrovata consapevolezza nel rapporto con il cibo, la terra e la salute, che richiedono materie prime di qualità, contatto con la terra, valorizzazione del ruolo di presidio del territorio dell’agricoltura e della dimensione ‘turistica’, a cui si è affiancato il ritorno alla terra di giovani con elevati livelli di istruzione. Abbiamo il compito, quindi, di sostenere questo settore con interventi concreti per sostenere la competitività delle imprese e gli impegni di spesa necessari a ridurre l’impatto ambientale. Servono politiche mirate a preservarne il ruolo fondamentale, non solo economico, ma anche di presidio del territorio, di recupero della biodiversità, di tutela della salute alimentare e ambientale e quindi nella sfida cruciale della sostenibilità”.

Il 2023 appena concluso è stato un anno di straordinaria difficoltà per il settore agricolo, nel quale alle ben note criticità strutturali si sono sommati eventi eccezionali alcuni dei quali particolarmente impattanti proprio su questo settore.

Oltre alla complessità e alle dinamiche dello scenario generale, le avversità meteo-climatiche della primavera e dell’estate (gelate tardive di aprile, siccità di luglio e agosto con ondate prolungate di calore), associate agli estremi eventi alluvionali del mese di maggio, hanno comportato una rilevanza e preponderanza dell’effetto quantità sulla dinamica e nella determinazione della PLV. Se, infatti, da una parte la crescita dei prezzi medi agricoli alla produzione si è di fatto arrestata o comunque alquanto stabilizzata dopo la fiammata inflazionistica dello scorso anno, le produzioni di cereali, orticole, frutta estiva, ma anche quelle di carne o altra Zootecnia sono diminuite.

Agli effetti climatici citati, si sono sommati quelli diretti e indiretti dell’alluvione che ha particolarmente colpito il territorio; allagamenti di terreni, distruzione di impianti produttivi frutticoli, danni agli allevamenti e relativi decessi dei capi di bestiame, deterioramento delle infrastrutture di trasporto e comunicazione (quali strade, ponti, ferrovie), frane e smottamenti, sono solo i principali fattori di criticità differenziali che il settore Agricoltura ha dovuto fronteggiare nel corso del 2023.

A fronte di alcune differenze strutturali tra le due province in termini di dinamica imprenditoriale, rilevanza settoriale e creazione di valore aggiunto, i dati consuntivi del 2023 riportano una flessione della produzione lorda vendibile (PLV) agricola che ha risentito particolarmente della riduzione delle quantità a causa delle particolari condizioni meteo-climatiche della primavera, della siccità estiva e degli ingenti danni (diretti e indiretti( dell’alluvione del mese di maggio. In particolare, si riportano le negative performance dei cereali e della frutta estiva, ma anche il ridimensionamento produttivo delle carni e delle produzioni animali (uova e miele), mentre appaiono in ripresa quantità e valore del pescato.

Il settore Agricoltura in provincia di Rimini

Il settore Agricoltura riminese genera l’1,1% della ricchezza provinciale (valore aggiunto a prezzi base e correnti) e impiega il 2,9% degli addetti alle imprese. Sulla base degli ultimi scenari economici di Prometeia (gennaio 2024), il settore Agricoltura ha chiuso il 2023 con un calo del valore aggiunto, in termini reali, del 5,2%; per il 2024, le previsioni indicano sempre un decremento annuo ma più contenuto (-1,5%).

Con riferimento al 31/12/2023, nel Registro Imprese risultano attive 2.372 imprese agricole che rappresentano il 6,9% delle aziende attive in provincia (mentre a livello regionale e nazionale l’incidenza è pari, rispettivamente, al 13,2% e al 13,6%). Rispetto al medesimo periodo del 2022, le imprese agricole riminesi sono diminuite del 4,3%, analogamente al trend regionale (-2,7%) e nazionale (-2,5%).

Le stime della produzione lorda vendibile (PLV) agricola del 2023, effettuate dalla Regione Emilia-Romagna – Settore Agricoltura Caccia e Pesca – Ambito Rimini e dall’Ufficio Informazione economica – Valorizzazione dati della Camera di commercio della Romagna, riportano un valore assoluto di tale aggregato pari a 127,6 milioni di euro correnti. La variazione percentuale che ne deriva è una flessione del 13,1% rispetto alla PLV (definitiva) del 2022. Tale dinamica complessiva (riferita all’intera PLV) è la combinazione di un effetto volumi negativo e dominante (-8,4%) e di una moderata flessione dei prezzi medi alla produzione (-5,2%), che nel corso dell’anno hanno ritracciato il trend dopo la rilevante crescita del 2022. Negative le performance delle coltivazioni erbacee in particolare per cereali e orticole, a causa della riduzione delle quantità prodotte e della flessione dei prezzi medi; in diminuzione la PLV delle coltivazioni arboree, per effetto della minore quantità raccolta (in particolare per Olivo e frutta estiva). PLV stabile per la Vite; in ridimensionamento la PLV degli allevamenti da carne per il rientro delle quotazioni e le minori produzioni; stabile, infine, la PLV delle produzioni animali (uova e latte), dove la riduzione dell’output produttivo si compensa con una effetto prezzo positivo.

Il comparto della Pesca rappresenta per la provincia di Rimini un settore tipico, con attività prevalente la pesca marittima. Il comparto al 31/12/2023 si costituisce di 186 imprese attive (il 7,8% del totale di quelle del settore Agricoltura e l’11,8% degli addetti). Le imprese si sono ridotte di 4 unità rispetto al 2022 (-2,1%); negli ultimi 5 anni (2023-2018), invece, si registra una diminuzione del 9,7%. Nel Mercato ittico di Rimini, nel corso del 2023, sono stati commercializzati 15.591 quintali di prodotto (+3,6% rispetto all’anno precedente), per un valore di 9,9 milioni di euro (+10,2%).