Quando 70 anni fa nacque il Premio Riccione per il Teatro
24 Novembre 2016 / Paolo Zaghini
L’anno prossimo, nel 2017, il Premio Riccione per il Teatro compirà 70 anni. Sarà compito dell’attuale Presidente del Premio Daniele Gualdi (Presidente anche di ERT e membro del Consiglio di ATER Teatro) e del Direttore Simone Bruscia provvedere affinché l’anniversario venga adeguatamente celebrato.
In fondo si tratta del premio teatrale di maggiore longevità a livello nazionale. Oggi il Premio Riccione è diventato biennale (si alterna con Riccione TTV Festival) e si è appena chiusa l’edizione 2015-2016 del 53° Premio (che ricordo è riservato a testi teatrali non rappresentati in pubblico). Nel 2016 i riconoscimenti sono andati ai testi di Elisa Casseri (“L’orizzonte degli eventi”) e a Carlo Guasconi (“Il bugiardo”) per il Premio Pier Vittorio Tondelli per gli under 30.
Il Premio Riccione venne istituito nel 1947 sotto la spinta dell’allora Sindaco Gianni Quondamatteo e del pittore e scenografo bolognese Paolo Bignami. Primo Presidente della Giuria fu Lorenzo Ruggi (1883-1972), commediografo e Presidente dell’Ente Nazionale per il Teatro.
In un testo di Stefano Pivato, scritto in occasione del 50° del Premio (nel volume miscellaneo “Il Premio Riccione per il Teatro” a cura di Fabio Bruschi, Comune di Riccione 1997) si afferma che “nell’estate 1947 prendeva avvio la prima edizione di un Premio che avrebbe visto negli anni succedersi, fra i premiati, alcune fra le più significative voci della drammaturgia italiana, collocando al tempo stesso l’iniziativa riccionese fra gli appuntamenti più significativi del teatro italiano”.
Il Premio era inizialmente concepito con una duplice impostazione: da una parte si rivolgeva alla drammaturgia e, dall’altra, alla letteratura. A presiedere la Giuria del premio letterario venne chiamata Sibilla Aleramo (1876-1960). Ma la sezione narrativa si arrestò alla sua prima edizione.
Dall’archivio personale di Gianni Quondamatteo traiamo il primo bando del Premio del 1947 e la lettera autografa di Sibilla Aleramo a lui indirizzata: “Caro Compagno, non avrei mai immaginato di trovare a Riccione un Sindaco che mi accogliesse con tanta squisitezza, e col quale aversi conversazioni tanto simpatiche e interessanti. Ti ringrazio ancora, di gran cuore. (…)”.
Mentre dall’archivio fotografico personale dello stesso Quondamatteo traiamo le tre fotografie: la prima di un incontro conviviale, la seconda con Sibilla Aleramo e la terza con Umberto Terracini nella cerimonia della premiazione.
Dal libro curato da Bruschi nel 1997 vediamo che molte delle foto lì riprodotte hanno la citazione “Archivio famiglia Quondamatteo”. Purtroppo abbiamo paura, avendo qualche settimana fa ricevuto dalla famiglia in dono per la Biblioteca Gambalunga l’archivio delle carte personali di Gianni Quondamatteo, per la Biblioteca Comunale “Battarra” di Coriano la sua biblioteca e per l’Istituto Storico della Resistenza l’archivio fotografico, che tantissime foto di Gianni, soprattutto quelle legate alla sua attività di Sindaco, di dirigente dell’Azienda di Soggiorno di Riccione e di uomo di cultura in Romagna, siano andate perse. Nella casa della famiglia Quondamatteo in quel di Montefotogno nel Comune di San Leo, un grande scatolone di fotografie era diventato il nido di una famiglia di topi che hanno triturato centinaia di fotografie, irrimediabilmente perdute. E dunque pensiamo anche quelle edite nel libro curato da Bruschi (a meno che da qualche parte non se ne sia fatta una copia).
Paolo Zaghini