Home___primopianoQuando i tedeschi si portavano le salsicce da casa

Gli aristocratici intellettuali del nord-Europa del Grand Tour si portavano dietro il cuoco privato, perché in Italia, specie al Sud, si mangiava malissimo


Quando i tedeschi si portavano le salsicce da casa


3 Giugno 2023 / lucamoro

Leggevo, perché leggere è fondamentale, che alla fine dell’800 quando gli aristocratici intellettuali del nord-Europa calavano in Italia per il famoso Grand Tour, si portavano dietro il cuoco privato, e una scorta di patate, salsicce, carne affumicata, aringhe e burro, perché in Italia, specie al Sud, si mangiava malissimo: “carne dura, burro assente, olio e ancora olio, aglio su aglio”.

Scenari bellissimi, condizioni igieniche precarie, disturbi intestinali e a farne le spese era soprattutto la reputazione della cucina nazionale.

E così, tornando prepotentemente ai giorni nostri e ai bocconcini dietetici per Fido, la favoletta di come si mangiava bene una volta, la lasciamo ai soliti becconi e agli enofighetti della Piadina gourmet, e del Pinot nero.
Eravamo dei morti di fame, e la carne un lusso, da consumarsi due volte all’anno, se proprio andava bene.

Rurali sempre.

Enrico Santini

Post-scriptum
Caro Enrico non ho ben compreso il senso di questo tuo pezzo. Partenza corretta, ma poi? Potevi spendere due parole sul fatto che oggi (anzi da qualche decennio) la cucina italiana è il top a livello mondiale. Ti sembra poco? E che questa affermazione internazionale è servita a far crescere in quantità e qualità la produzione di vino ed olio italiani; che la nostra agricoltura e zootecnia da tempo sono impegnate in produzioni qualitativamente sempre migliori; che i nostri cuochi stiano facendo scuola in tutto il mondo. Tutto perfetto? No, ma non mi sembra poco quello che i nostri contadini, imprenditori e ristoratori hanno fatto in questi ultimi decenni. In mezzo a mille difficoltà. Vogliamo parlarne?

Paolo Zaghini

(Nell’immagine in apertura: Ditlev Blunck (1799-1854) “Artisti danesi nell’osteria romana La Gensola”, 1837)