Quando il maestro del Bornaccino disegnava e sognava con i suoi bambini
30 Gennaio 2022 / Paolo Zaghini
Federico Moroni: “Arte per gioco” – Vallecchi.
La casa editrice Vallecchi ci ripropone, a distanza di quasi sessanta anni, un libro straordinario, “Arte per gioco” del santarcangiolese Federico Moroni (1914-2000), curato da Simonetta Nicolini. Moroni fu maestro elementare e pittore che nel dopoguerra aderì alla poetica neorealista e che fu vicino agli intellettuali santarcangiolesi noti come “Circal de giudeizi”, in particolare a Tonino Guerra (i disegni di Moroni illustrano il primo volume del poeta “I Scarabòcc” del 1946).
Presso la scuola di Bornaccino, dal 1946, con i suoi scolari sperimentò una libera didattica del disegno e della pittura, in parte ispirata alle idee pedagogiche più avanzate di Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938) e in parte frutto della sua personale esperienza di artista, suscitando ampio interesse di pedagogisti e intellettuali sia in Italia che all’estero.
Nella Introduzione alla prima edizione del 1964, edita dalla bolognese casa editrice Calderini, il poeta Lionello Fiumi (1894-1973) così descriveva la pittura di Moroni: “Biciclette, contorte, pneumatici sgonfiati, molle esauste, sedie azzoppate, orologi rotti, scarpe slabbrate, e, a complemento, corridori ciclisti che aspettano un via che non verrà mai, musicanti sfiatati che non sanno più cosa insufflare ai loro tromboni, muratori che sbocconcellano ai piedi d’un muro un magro spuntino, bagnanti salubri che si avvoltolano neghittosamente nella sabbia”.
“Il mondo del Moroni è di un realismo tenero e disperato”. Temi che saranno costanti nella sua visione poetica: piccoli animali e insetti, oggetti in disuso, figure della tradizione narrativa popolare.
E proseguiva: “poiché era pur di bisogno guadagnare il poco pane di cui si contentava, egli faceva il maestro nella scoletta di Bornaccino. Dodici allievi in tutto, di quelli che vivono nei campi assieme al sole, agli alberi, al grano, alla frutta, agli animali, all’odore dei polli e del rosmarino”.
Con i suoi allievi il maestro Moroni partecipò ai concorsi FILA, ai concorsi ERP, vincendone undici, organizzati dal Ministero dell’Istruzione e da enti pubblici e privati. Fu celebrato a Milano dai Centri pedagogici e a Roma dove il Ministero gli assegnò una delle sue borse Fulbright (un soggiorno di sei mesi negli Stati Uniti nell’inverno fra il 1953 e il 1954). Il successo dei bambini di Moroni negli USA fu straordinario, tanto che nel 1958 la rivista Life gli pubblicò un lungo e appassionato articolo.
Il libro, che lui volle intitolare inizialmente “Arte per nulla”, uscì quasi al termine della sua attività di maestro. Esso fu, come ricorda nella postfazione Simonetta Nicolini “di fatto la sua summa poetica: è un’opera meditata nella quotidianità vissuta con i bambini e, al contempo, l’elaborazione della sua esperienza artistica”.
La scuola elementare di Bornaccino si trova nella valle del Marecchia, a sud di Santarcangelo. Le case dei bambini erano sparse nei campi e collegate da viottoli e da siepi alte.
Scrive Moroni: “Questi bimbi di campagna non hanno mai disegnato e provengono da un ambiente dove il disegno non è praticato da nessuno e non ha mai interessato. Quando disegnano, si trovano nella stessa condizione emotiva che li porta a intraprendere un gioco, dopo che sentono la necessità di rivelare un oggetto o una situazione che li commuove, o siano attratti dalla partecipazione viva del loro maestro alle cose che amano di più, in uno scambio di impressioni e d’immagini stimolanti. Diversamente non disegnano”.
Moroni sa che i suoi scolari, che lavorano nei campi e parlano solo il dialetto, possono esprimersi pienamente con strumenti alternativi a quelli consueti. Scrive la Nicolini: “In questa località di campagna, Moroni privilegia e pratica con i suoi allievi la libertà espressiva del disegno come mezzo educativo e l’attività didattica è intensamente legata allo sviluppo della sua poetica, tant’è che spesso espone le proprie opere assieme a quelle dei suoi allievi”.
Il libro di Moroni è un insieme di piccoli racconti, di riflessioni sull’arte, del suo modo di lavorare dentro la scuola con i bambini. Il tutto illustrato dai disegni degli alunni della scuola di Bornaccino. “Nei lunghi anni di noviziato, lasciato in piena facoltà d’iniziativa, privo di sussidi didattici convenienti egli aveva dovuto inventare un metodo adatto per bimbi primitivi, figli di analfabeti, assolutamente immuni da ciò che di formale i bimbi acquistano generalmente fin dalla Scuola Materna” (dal “Curriculum vitae” scritto da Moroni nel dicembre 1952).
Constata la Nicolini: “Ricchissimo di annotazioni sulla vita della campagna e del paese ‘Arte per nulla’ costituisce anche un eccezionale percorso antropologico attraverso usi e pratiche ormai scomparsi dalla bassa Romagna, lasciandosi leggere come un prezioso vademecum per l’attraversamento di gesti, parole e cose oggi destinati alla musealizzazione etnografica”.
Il giornalista e poeta Renato Bettica, recensendo il volume nel 1966, scrisse: “Il libro di Moroni vorrebbe essere un trattatello di pittura (…) ma poi fa un po’ come i suoi piccoli scolari: e dimentica il suo dovere, guarda fuori dalla finestra, e, fuori, ci sono i campi ed i contadini curvi sui campi, e il cane che dimena il ricciolo della coda, e gli alberi e gli uccelli che cantano sugli alberi e le nuvole che nuotano nel cielo (…). La penna gli trema tra le mani, e la scrittura diventa canto, poesia”.
Il libro si legge come lo straordinario diario di lavoro di un maestro e artista, ancora oggi di grande attualità offrendo al lettore un modello didattico modernissimo e una potente chiave di ingresso nel mondo del disegno infantile di cui svela le sorprendenti capacità di espressione.
La ristampa del libro, uscita a fine 2021, è contemporanea con l’uscita del bando per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione dei locali della ex scuola, approvati dall’Amministrazione Comunale, per farne un centro giovani. Il lavoro è rientrato nell’iniziativa promossa dalla Regione Emilia-Romagna tesa a valorizzare l’eredità pedagogica dei grandi maestri e maestre del Novecento italiano.
L’esperienza didattica di Moroni del resto è strettamente legata al suo insegnamento presso la scuola di Bornaccino. Ha dichiarato la Sindaca Alice Parma: “L’ex scuola del Bornaccino rappresenta per la memoria storica di Santarcangelo uno spazio simbolico perché in quella scuola venne praticata per oltre vent’anni la libertà espressiva del disegno infantile come mezzo educativo grazie all’inventiva del maestro Moroni. Da quel luogo venne introdotto il disegno a china come mezzo di insegnamento e osservazione, un esempio che finì per interessare studiosi al di fuori dei confini nazionali. Qui vogliamo ricavare uno spazio di aggregazione dedicato soprattutto ai giovani, per favorire la loro crescita in ambito sociale, artistico e culturale”.
Paolo Zaghini