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Cosa sarebbero l'Italia e la Romagna senza il loro artigianato?


Quanto cuore in quelle mani


14 Aprile 2024 / Giuliano Bonizzato

Artigianato. Ne ho parlato due settimane fa a proposito della necessità di tutelare la tradizionale conduzione dei nostri stabilimenti balneari. Aggiungo che mi sono sempre sentito particolarmente vicino alla categoria. Un sentimento che nasce dall’ammirazione per una forma di intelligenza, quella manuale, che io pongo sullo stesso piano di quella intellettuale.

E’ l’intelligenza di chi manipola, plasma, inventa, sperimenta, risolve e infine crea. Da qui, il desiderio di avvicinarmi al mondo, affascinante, di chi questa intelligenza possiede al massimo grado. Desiderio esaudito, grazie al caro amico scomparso Mauro Gardenghi per quarant’anni Segretario della Confartigianato e promotore di straordinarie iniziative nel settore, che mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con personaggi indimenticabili. E di capire che all’intelligenza delle mani si accompagna sempre il battito del cuore.

Già, il cuore. Lo senti, questo cuore, anche quando l’artigiano diventa piccolo imprenditore. Perché, comunque vada, i rapporti che il Maestro ha con i dipendenti sono gli stessi che intrattiene con i figli cui ha trasmesso la gioia di trasformare la materia in un prodotto artistico unico e irripetibile.

Il nostro Artigianato non ha eguali. E ciò per il semplice fatto che siamo portatori di una tradizione di cose belle da quando – tanto per usare il titolo dell’ultimo libro di Cazzullo – ‘eravamo padroni del mondo’. Già. Il ‘made in Italy’nasce da lontano… E, oggi, un milione e mezzo di imprese artigiane rappresentano una civiltà del lavoro che dobbiamo ad ogni costo salvaguardare.

E’ bello rendersi conto che ogni regione italiana ha un ‘suo’ artigianato.. Dai vetri e i merletti di Murano, ai presepi napoletani, ai coralli siciliani… Quella frammentazione della penisola che un tempo ci aveva ostacolato diventa, sotto questo aspetto, una ricchezza nazionale.

E la nostra Romagna? Beh, tra le ceramiche di Faenza, le tele stampate di Gambettola e i violini di Rimini non vedo proprio come si possa parlare di “confine” tra Artigianato e Belle Arti.

Giuliano Bonizzato