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La corrente-non-corrente del Pd. Col caldo stop ai cantieri. Coop Alleanza, 3.0 cosa succede?


Quei misteriosi muraglioni a Rimini sulla ss16


23 Luglio 2023 / Maurizio Melucci

Cosa sono, cosa servono

Uscendo dall’autostrada o percorrendo la SS16 vicino all’incrocio con Montescudo\Coriano si notano da sempre, cinque manufatti, tipo enormi pareti in mattoni, in due file ordinate con le pareti più piccole e un enorme schermo finale. In molti si saranno chiesti cosa sono e a cosa servivano. Ora la curiosità credo che sia aumentata dopo che sono iniziati i lavori del nuovo svincolo. Le strade passano ancora più vicino a quei manufatti ed anche la curiosità aumenta. Ho sempre pensato, come tanti, che fossero legati al tiro a segno nazionale che svolge ancora la sua attività a poca distanza. Ho approfondito è ho scoperto che si chiamano Muraglioni e servivano per le esercitazioni di tiro. Il nostro tiro segno ha una storia che ha radici profonde. La documentazione fa risalire la nascita nel 1884 quando su delibera del TIRO A SEGNO NAZIONALE il 3 Settembre 1884 viene costituita la SOCIETÀ MANDAMENTALE di RIMINI alla quale dovevano iscriversi quei cittadini, che per motivi vari, erano OBBLIGATI o LIBERI ad esercitarsi all’uso delle armi. Risale a quell’anno la casa del custode del tiro a segno ancora esistente ed invariata rispetto alla costruzione. Credo che quei manufatti siano vincolati. Si potrebbe pensare come recuperarli in un progetto di riqualificazione urbana in accordo con il tiro a segno nazionale.

 

I Muraglioni vicino al’ingresso dell’A14 a Rimini

 

Non è una corrente, anzi sì 

Energia popolare”, che ha organizzato a Cesena la propria kermesse questo fine settimana, non vuole essere una corrente interna al Partito democratico. “Noi vogliamo mettere in campo un’area politico-culturale che porti delle proposte” senza indebolire Elly Schlein perché “se indebolissimo la segretaria taglieremmo il ramo su cui siamo tutti seduti”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini qualche giorno fa parlando della sua iniziativa. Poi ha proseguito “non ho mai partecipato a correnti in vita mia e non intendo costituirne una non perché le correnti siano in sé un male, il problema è come nel corso degli anni si erano strutturate” dentro il Pd “ed erano diventate meno utili rispetto a una dialettica e un dibattito in un grande partito che per forza deve essere plurale, altrimenti non sarebbe un grande partito”.

Debbo dire che rispetto all’inizio della sua candidatura quando disse chiaramente: “Non chiederò ad alcuna corrente di sostenermi né vorrò il sostegno di qualsivoglia corrente. Non possiamo più permetterci di selezionare le classi dirigenti attraverso le correnti, basta“ ora la posizione è molto più sfumata. Ma ci sta.

D’altra parte, tutti i candidati alla segretaria del Pd che hanno perso hanno costituito una corrente di riferimento. Poi c’è chi come Piero Fassino che dichiara senza ipocrisie che “Energia Popolare” è una corrente: «Non abbiamo paura di dirlo». Lorenzo Guerrini cerca di trovare un termine che vada bene anche a Bonaccini che non vuole usare la parola “Corrente”. L’ex ministro della difesa parla di “area culturale e politica, politicamente organizzata”. Persino Gianni Cuperlo, dal palco, li incita: “fatela una vera corrente, e riempitela di proposte ed eresie”.

Saranno gli atti politici a dimostrare se “Energia Popolare” sarà questo, l’ennesima corrente nel Pd oppure altro. Nell’opinione pubblica più attenta una corrente politica  è un gruppo di persone che si organizza autonomamente all’interno di un partito allo scopo di imporre la propria linea politica e/o di acquisire una maggiore porzione di posti chiave e di incarichi per i propri membri. Ha funzionato così anche nel Pd. Vedremo.

All’appuntamento di Cesena che ha visto la partecipazione di oltre 500 iscritti sono intervenuti la segretaria Elly Schlein e una “lectio magistralis” di Romano Prodi.

Chi sostiene Stefano Bonaccini

Fermiamo i cantieri. Non c’è più tempo da perdere

In pochi giorni sono morti cinque lavoratori per il caldo sui cantieri. Chi gira per i territori non po’ non notare i tanti lavoratori che con temperature di 40° sono sui tetti delle case, nelle strade, nelle aziende agricole. Anche nel lavoro al chiuso occorre prestare attenzione. Prima che l’elenco dei morti aumenti si deve ripensare anche l’organizzazione del lavoro, soprattutto di quello svolto all’aperto. Gli orari di lavoro devono cambiare. Non si tratta più di eventi eccezionali visto che punte di 40 gradi le stiamo raggiungendo ogni anno. Quando si arriva a simili temperature bisogna muoversi con cautela. Occorre  negoziare le necessarie modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, fino ad arrivare quando necessario all’astensione dalle attività. Alla cassa integrazione. Bene l’Inps che ha spiegato recentemente che in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa in conseguenza delle temperature elevate, il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causale “eventi meteo” è invocabile dal datore di lavoro laddove le suddette temperature risultino superiori a 35° centigradi”. Ma aggiunge che anche quando il termometro è sotto i 35 gradi può scattare la cig, perché si considera la cosiddetta temperatura “percepita”, che è più elevata di quella reale. L’importante che venga applicata. Anche  il governo deve intervenire con un decreto. L’unica cosa abbastanza curiosa, almeno dal mio punto di vista è chi si parli di Smart Working per il caldo. È questa la proposta del Ministro del Lavoro Marina Calderone per fronteggiare l’estate da “bollino rosso”. Non risulta che i lavoratori dell’edilizia o dell’agricoltura possano fare lo stesso lavoro da casa. Poi se vogliamo cogliere questa occasione per ridurre gli spostamenti di chi lavora negli uffici va benissimo. Ma non confondiamo i due aspetti.

 

Cosa succede alla Coop Allenza 3.0

Era febbraio 2023 quando fu sollevato il problema dell’area ex Fox vicino all’Arco d’Augusto di Rimini.

Nel febbraio 2018 la giunta comunale di Rimini approvò il progetto di riqualificazione dell’ex area Fox. Il progetto prevede la realizzazione di un parcheggio multipiano e di superfici commerciali. Riguarda un’area privata di 4674 mq., mentre la parte pubblica è di 1974 mq. Nell’area vi erano 58 posti auto a pagamento ed altri 13 lungo via Bramante, lato Riccione. Nel marzo del 2022 il Comune di Rimini ha rilasciato il permesso di costruire. Il completamento dei lavori era previsto per metà 2023. Nei fatti si tratta di un’area completamente abbandonata e non si capisce quando potranno iniziare i lavori. Nel frattempo era stato chiesto di realizzare un parcheggio temporaneo di 100 posti auto per una risposta al centro storico. Proposta accolta dalla Coop che ha previsto l’apertura del parcheggio dopo l’estate. Ricordiamo che l’estate finisce il 22 settembre. Ora il degrado dell’area è sempre più evidente e penso che il Comune debba intervenire con tutti gli  strumenti a sua disposizione.

Lo stato di abbandono dell’area ex Fox

 

Maurizio Melucci