Quei “poltronari del Pd di Riccione”, a Rimini un bilancio di sinistra, a Bellaria la destra aumenta le tasse
19 Novembre 2022 / Maurizio Melucci
Lo strano PD “poltronaro” di Riccione
Da dopo le elezioni politiche del 25 settembre lo sport più praticato, in politica, è dare addosso al Partito Democratico. Certo vi è una buona dose di responsabilità da imputare direttamente al Pd e al suo gruppo dirigente per questa situazione. Tuttavia, talvolta si va oltre ogni immaginazione. In questi giorni tiene banco sulle cronache locali il caso del Pd di Riccione accusato di guardare molto (o solo) alle poltrone.
Oggetto della discussione, la presidenza di Geat, l’azienda comunale che si occupa di manutenzione del verde e della città. Dopo la vittoria del centrosinistra a Riccione è un normale avvicendamento tra un presidente esponente della vecchia amministrazione guidata da Renata Tosi con un esponente dell’attuale coalizione guidata da Daniela Angelini. Infatti, la “poltrona” serve per governare. Senza ricoprire ruoli negli assessorati o ministeri, nelle aziende partecipate non si governa una comunità locale, regionale o nazionale. Funziona così in tutto il mondo. Già il termine “poltrona” usato in termini dispregiativo è un insulto alla democrazia.
Ma veniamo al Pd di Riccione. Alle elezioni amministrative il Pd ha ottenuto circa il 30% dei voti e 10 consiglieri comunali su 15 di maggioranza. Nella giunta composta da 7 assessori più la sindaca, il Pd ha due rappresentanti. La sindaca, come è noto proviene dalla società civile così come la vicesindaca. Caso più unico che raro, il partito nettamente di maggioranza relativa in città e rappresentante oltre il 65% dell’intera coalizione in un Comune, non è rappresentato né dal sindaco né dal vicensindaco ed è anche sottorappresentato negli assessorati. Mi sembra che definire il Pd di Riccione un partito “poltronaro” sia un insulto alla realtà dei fatti. E’ un partito semmai generoso, che ha tenuto insieme la coalizione senza guardare agli interessi di “bottega”. Poi forse a qualcuno dà proprio fastidio che il PD a Riccione esista.
Pd Riccione. Il caso Geat
Alla fine, il presidente della Geat sarà Fabio Galli salvo ulteriori colpi di scena. Il suo curriculum come amministratore lascia poco spazio a polemiche sulle competenze a svolgere questo ruolo. Il percorso per arrivarci però è stato complicato. Non era un mistero che il Pd puntasse su Alberto Arcangeli. Il segretario del Pd che ha riportato, assieme alle altre forze politiche e civiche, il centrosinistra al governo a Riccione dopo 8 anni di giunte di centrodestra. Una promozione? Un contentino? Oppure il riconoscimento di un lavoro fatto. D’altra parte, è normale che un segretario di una forza politica che vince le elezioni assuma incarichi di governo (locale, regionale o nazionale). In questo caso pare di no.
Arcangeli non è entrato in giunta, non farà il presidente di Geat. Anzi con una lettera aperta ai dirigenti del Pd si è chiamato fuori: “Prendo atto con amarezza che sono stati avanzati veti e reticenze a livello personale , senza alcuna considerazione della mia attività politica. In questo clima, in cui prevalgono personalismi, prendo atto che non ci sono più le condizioni per poter dare il mio contributo alla gestione di Geat.” Un signore. Si dice che il Pd doveva presentare una rosa di nomi e non una proposta secca. E’ il metodo che normalmente viene scelto per dare la possibilità a chi deve decidere di eliminare la candidatura più autorevole. Evidente che chi ha messo i veti nei confronti del segretario del Pd che ha vinto le elezioni e che era stato proposto in modo compatto da tutto il gruppo dirigente del Pd riccionese, aveva ed ha coperture politiche elevate oltre i confini di Riccione con obiettivi che vanno ben oltre la vicenda della presidenza della Geat. Ma di questo ne parlerò in una prossima pillola.
Il Comune di Rimini batte un colpo a sinistra
La Giunta del Comune di Rimini ha presentato il bilancio di previsione. Un bilancio importante in una situazione economica pesante per le famiglie e per le imprese. Un bilancio complicato anche per l’amministrazione comunale, a causa dell’aumento dei costi dell’energia per far funzionare gli uffici e i servizi pubblici. Un bilancio che riduce le tasse.
L’addizionale Irpef comunale non verrà più pagata per 60mila riminesi. I 55mila che continueranno pagarla lo faranno in misura ridotta. Si confermano gli asili gratis.
Per l’esattezza, saranno 60mila i riminesi esentati, contro i 55mila che continueranno a pagarla, anche se in misura ridotta perché le aliquote scendono per redditi al di sotto dei 50mila euro. Confermati gli asili gratis per le famiglie con redditi bassi e costi invariati delle mense. Complessivamente circa 18milioni di agevolazioni per le fasce più deboli. Importante anche il piano degli investimenti, pari a 82 milioni di euro.
La strana politica fiscale del comune di Bellaria Igea Marina.
Il comune di Bellaria Igea Marina è l’unico comune costiero romagnolo che non applica l’imposta di soggiorno. Guardando i dati ufficiali dell’Istat non pare che questa scelta abbia contribuito in modo evidente ad aumentare il flusso turistico nella località. Sono circa 10 anni che l’imposta di soggiorno è stata introdotta nei nostri comuni costieri, da Rimini agli altri.
Per il comune di Bellaria porterebbe introiti per oltre 2,5 milioni di euro. La minoranza nel comune di Bellaria I.M. ha fatto notare che invece di aumentare la pressione fiscali sui residenti (ad esempio le tariffe dei servizi scolastici) sarebbe meglio avere l’imposta di soggiorno e ridurre la pressione fiscale dei cittadini residenti. Ma evidentemente a Bellaria comanda ancora la potente lobby degli albergatori. Nella passata legislatura esprimeva anche il sindaco Ceccarelli. Ora non più, ma i condizionamenti paiono evidenti.
Maurizio Melucci