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Quel che occorre per essere di Riccione


1 Luglio 2019 / Paolo Zaghini

Roberto Casadei: “Cronache Arciunesi (Arciun City, mon amour!)” – Edito a cura dell’Autore.

Amo leggere. Di tutto. E a volte mi capita di leggere libri assolutamente strampalati come questo di Roberto Casadei, riccionese, classe 1972, operatore turistico ma anche free lance (non si sa di cosa), e scrittore per proprio (e altrui) divertimento.

Attenzione: strampalato non vuol dire scritto male (anzi!) o irrilevante per i temi trattati. In un “pidgin” (secondo Wikipedia “un idioma derivante dalla mescolanza di lingue di popolazioni differenti, venute a contatto a seguito di migrazioni, colonizzazioni, relazioni commerciali”) italo/inglese/romagnolo Casadei ci fornisce la migliore dimostrazione di che cosa sia la “riccionesità”, ovvero la presunzione di essere i più belli del reame.

Testo irriverente, scanzonato, che racconta degli arciunès con poche idee in testa, ma una fissa: la Gnocca. “Sia che te sei maschietto o femminuccia, non basta camparci e averci il domicilio fiscale in sto paese tirato su a forza di condoni e biastimie tra il Pariolino e l’oceano Adriatico: tocca avere un timbro nel cuore”.

Naturalmente il riccionese è uno sciupafemmine, e ogni attenzione va dedicata alla conquista della più “bella gnocca” del reame. “A Rimini hanno piazza Tre Martiri? A Riccione, che nonostante comandino i preti rimane la ‘Città più gnocca dell’universo’, è indispensabile che ci sia Piazza Tre Gnocche”. Non è possibile che davanti ad una bella donna, che ti fa avances con un sorriso e piccoli gesti, tu continui “a spataccare col tablet”: “Spero che tu non sia un Arciunes, perché ti faccio cavare la residenza!”.

Presenta così questa sua ultima fatica letteraria Casadei: “Tanti sono i modi di raccontare una città, io ho deciso di raccontare la mia Riccione attraverso le emozioni e le storie delle persone che oggi la vivono. L’ho fatto raccogliendo in queste pagine politicamente scorrette ricordi, cronache, istantanee ironiche, racconti che trasudano piada & poesia e aneddoti”.

E da uomo generoso, anche se il pipacul avuto per una “disavventura medica” capitatagli (“il suo vero nome spaventa come la volante della Finanza fuori dall’albergo il dodici di agosto, quindi non lo diciamo: io lo chiamo ‘Clandestino Filiberto venuto da Stronzolandia’”), ha donato tutti gli introiti della vendita del libro all’Istituto Oncologico Romagnolo. Ed il successo di vendite ottenute ci auguriamo abbiano consentito un aiuto finanziario a questa benemerita associazione romagnola.

Casadei descrive benissimo tic, nevrosi dei riccionesi (in particolare delle donne) irridendoli e facendoci sorridere.

Per essere un riccionese “non basta che vai a marina con la macchina che abiti a due minuti a piedi dai ombrelloni: tocca che ziri un quert d’ora per trovare del parcheggio …” ; “non basta che ti incontri coi raga un sabato sera di gennaio e si sta un’ora come i cocali a far delle ciacare e col freddo ti si gela il pistolino e parte uno scoreggiadromo corale: tocca che con cinquecento bar e cinquecento ristoranti te esci fuori col tuo bel: ‘Cheppalle, du c’andem?”.

Per essere una riccionese: “Non basta che vai a spendere centmelafrenk per farti le unghie da vampiressa: tocca che appena tornata a casina ti metti a squartare un chilo di cannocchie che le hai dovute da prendere perché costavano poco …” ; “Non basta andare da uliviero a fare i panni: tocca da saperli portare come se fossero scianel …”.“Sono Mavrizio il tecnico, giusta tutto. Una volta mi ha chiamato una spòsa che da un bel pezzo non vedeva un caz alla televisione, sono arrivato e la televisione si vedeva benissimo: era la sposa che da un bel pezzo l’han vedeva un caz e io ho risolto!”.

Ad Arciun City “la Valentina ha visto più palle di Baresi e più razzolini di un guardiacaccia”. Pavolo invece consiglia l’amico Valter: “Ho fatto e faccio così. Vuoi farti e tenerti la morosa? Da retta a un pataca, nu fa e pataca!”.

Ma a Riccione ci sono anche problemi: “A Riccione vige il Decreto Savonarola che punisce chi gira in costume in centro”. Per l’allerta qualità aria “la Ministrazione Comunale ha deciso il blocco del traffico per superamento del livello di guardia dell’anidride invornitica”.

“Ero in bicicletta, bello a destra e mi sento strombazzare: un carro armato che occupava tre carreggiate non riusciva a passare e reclamava strada. Gliela concedo, finestrini chiusi, dentro una figa di legno standard sclerata con il telefono in mano e quattro tonnellate di panzer tedesco sotto il culo che fa ruggire 200 cavalli cocainomani dove fa fatica a passare un somarino. Ma alla fine chi sta meglio? Chi si adatta e gode delle meraviglie del mondo o chi ha l’aria condizionata in casa, nel suv e nel cervello?”.

A Ceccarini Boulevard il sottopasso tra i due viali Ceccarini: “per chi non lo sapesse quello è il check point tra Riccione, mecca dei turisti, ed Arciun City, la città dei leggendari Arciunesi”.

Fra le pagine anche un decalogo di consigli alle quarantenni: riprendiamo il punto 9. “Se arriva il Birro di turno, giocaci un po’: sei te a tenere in pugno la cosa, siete sempre state voi a tenere in pugno la cosa! Non far la preziosa, altezzosa, figalegnosa: pensa alla tristezza quando ti accorgerai d’un botto che non te la chiede più nessuno … E poi i Birri sono specie in via di estinzione, vanno protetti!”. Roba da WWF.

Ed infine per chiudere con le perle di saggezza proposteci da Casadei: “Arcioun City sarà anche la città più Gnocca dell’universo, ma siamo stati, siamo e saremo sempre un paesone dove ognuno è il figlio di qualcuno!”.

Paolo Zaghini