Quelle parole della Chiesa che la politica non sa più dire
6 Gennaio 2020 / Paolo Zaghini
“Parola e Tempo. Percorsi di vita ecclesiale tra memoria e profezia” n. 15 /2017-2018 – Pazzini.
L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della Diocesi di Rimini è un’istituzione accademica eretta dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede (con Decreto del 24 agosto 2006), collegata direttamente alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna in Bologna. Ma la sua costituzione era stata avviata dalla Diocesi di Rimini fin dal 1986.
Come scrive il suo Direttore, Natalino Valentini: “L’attività di questo Istituto è finalizzata ad una puntuale e rigorosa formazione nell’ambito del sapere teologico e delle scienze religiose, nel confronto con la cultura contemporanea e in aderenza alla Tradizione e al Magistero della Chiesa”.
L’ISSR nell’ultimo decennio ha avuto una media di 250 studenti annui, fra i corsi per la laurea Triennale e quelli del Biennio di specializzazione. La sede dal 2007 è a San Fortunato, presso l’ex abbazia benedettina degli Olivetani di Scolca. Nel settembre 2016 si è concretizzata la collaborazione della Diocesi di Rimini con quella di San Marino-Montefeltro, costituendo così il nuovo Istituto interdiocesano.
Valentini, direttore dell’ISSR sin dalla sua fondazione nel 2006, è anche responsabile della direzione editoriale dell’Annale dell’Istituto “Parola e Tempo”. L’Annale raccoglie i materiali più significativi e le diverse esperienze di studio, ricerca e confronto maturati e proposti dall’ISSR nel corso dell’anno accademico. La rivista ha editato contributi di notevole valore culturale.
Valentini, classe 1960, è laureato in filosofia all’Università di Bologna. Successivamente ha svolto gli studi in scienze religiose presso l’Università degli Studi di Urbino e ha seguito corsi di specializzazione in Spiritualità dell’Oriente Cristiano presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma. A seguito dell’incontro con la tradizione slavo-ortodossa la sua ricerca si è concentrata sul pensiero religioso russo, dedicandosi in particolare allo studio della cultura filosofica e teologica russa del Novecento. Da oltre trent’anni si dedica allo studio del pensiero religioso russo, in particolare all’opera filosofica del maggiore pensatore russo del XX secolo Pavel A. Florenskij (1882-1937), del quale ha contribuito alla diffusione conoscitiva in Italia mediante studi, convegni e seminari, ma soprattutto promuovendone la pubblicazione di diverse opere inedite.
L’ultimo numero di “Parola e Tempo” riporta la prolusione, di grande interesse, del Vescovo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, tenuta il 13 ottobre 2016 a Domagnano di San Marino in occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo Istituto interdiocesano dal titolo “Identità e dialogo. Le scienze teologiche a confronto con la cultura contemporanea”.
In particolare il suo intervento si è incentrato sugli studi universitari: “Vi sono circa 150 milioni di studenti [universitari] nel mondo, un numero che è aumentato del 50% rispetto al 2000” (riprendendo dati dell’UNESCO).“Le università cattoliche devono aiutare la Chiesa nel rispondere ai problemi e alle esigenze del tempo”. “L’Università non può essere ridotta a mera scuola professionale piegata ai duri criteri efficientistici della moderna società industriale, ma deve recuperare l’aspetto di comunità che l’ha caratterizzata da sempre, proponendola come luogo di elaborazione comunitaria di una determinata cultura, nella quale sono armonicamente combinate la ricerca scientifica e la teoria, ma anche la formazione e l’educazione della e delle persone”.
La parte monografica di questo numero dell’Annale n. 15 contiene i contributi di diversi autori frutto del progetto interdisciplinare di formazione e ricerca dedicato al dialogo tra Scienza e Fede: “Sull’origine della vita e del mondo. Teorie scientifiche e narrazioni bibliche”. Il percorso formativo si è articolato in quattro seminari svoltisi a Rimini e a San Marino dal novembre 2017 al maggio 2018. Spiega Valentini: “Scopo di questo itinerario è riflettere sul problema dell’origine delle cose, mostrando fino a che punto la visione scientifica può illuminare i misteri dell’origine (della vita, dell’uomo e dell’universo) e cosa la Bibbia e la fede ci dicono in proposito”.
Il Vescovo Zani: “La Chiesa non pretende certo di arrestare il mirabile progresso delle scienze, ma non può accettare la posizione di alcuni scienziati che, oltrepassando l’oggetto formale della loro disciplina, si sbilanciano ed impongono dogmaticamente opinioni personali che chiudono la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso”.
Valentini: “La drastica espulsione della religione dall’ambito del vero da parte del razionalismo moderno si sta forse attenuando, ma a ben vedere cova sotto la cenere e sembra pronto a riaccendersi”. Però Papa Francesco parla ripetutamente di “una cultura dell’incontro”. Certamente un confronto non sempre facile quello fra cultura laica e cultura cattolica…
I saggi sono di Mirko Di Bernardo, docente di Filosofia della scienza all’Universita Tor Vergata di Roma, di Silvano Tagliagambe, docente di Filosofia della scienza all’Università di Sassari, di Vittorio Metalli, docente di Antropologia teologica e Cristologia, di Davide Arcangeli e Mirko Montaguti, docenti di Esegesi biblica neotestamentaria.
Ma l’intervento più bello, seppur fuori dalla parte monografica dell’Annale, mi è sembrato essere decisamente quello del Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. Una meditazione teologica, fatta il 16 dicembre 2016 presso l’ISSR “Marvelli”, intitolata “Il Vangelo dei Magi. Il rischio di cercare”.
Con un grande afflato narrativo il Vescovo colpisce duro sulle nostre certezze: “Viviamo sulla Terra, ma non siamo fatti per vivere una vita terra terra. Siamo impastati di polvere, ma è polvere di stelle. Veniamo tutti al mondo con un infinito desiderio di Infinito, con la sete ardente e mai sazia di una gioia perfetta, incontaminata, esuberante. E’ una sete che nasce con il primo vagito e si spegne con l’ultimo respiro. Nel frattempo passiamo da un pozzo all’altro: un vagare incessante, un desiderio inesauribile, una interminabile ricerca. Siamo affamati di felicità, e facciamo esperienza di fragilità. Non siamo eterni in questo mondo, ma effimeri e precari. Non siamo onnipotenti, ma deboli e limitati. Vorremmo essere retti e corretti, ma spesso facciamo il male che non vogliamo, e non facciamo il bene che vogliamo. Brancoliamo alla ricerca della luce, e tante volte inciampiamo nelle nebbie del dubbio o sprofondiamo nelle sabbie mobili dei miraggi e degli abbagli. Ci sentiamo calamitati dalla bellezza, e ci ritroviamo a subire le aggressioni sfrontate del volgare e perfino dell’orrido. Abbiamo bisogno di fiducia, di amore, di bontà, di pace più del pane, e ci capita spesso di sentirci soli, amari e smarriti”.
Come da Papa Francesco, un chiaro invito agli uomini a costruire il proprio futuro in maniera consapevole, ma pensando che essi debbano interagire con gli altri, non lasciando indietro nessuno, pensando che la Terra debba essere preservata anche per le prossime generazioni di umani.
Perché oggi questi messaggi positivi gli uomini politici, italiani e stranieri, non li sanno più pronunciare?
Paolo Zaghini