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Nel selezionare la classe politica vale la legge dei mediocri. A Rimini operatori del mercato coperto preoccupati. Rivabella e il passaggio a livello


Quelli che non mollano la poltrona


12 Gennaio 2025 / Maurizio Melucci

Quelli che non mollano la poltrona

Il governo impugna la legge della Campania, che apre la strada al terzo mandato da Presidente di Vincenzo De Luca, e ricorre alla Corte costituzionale. Vi è stato lo strappo della Lega da sempre favorevole al terzo mandato per Zaia presidente del Veneto.

Il Pd è da sempre d’accordo sui due mandati. La norma è inserita nello statuto del Pd e riguarda tutte le cariche istituzionali.

Gli iscritti al Partito Democratico non possono ricoprire una carica monocratica di governo o far parte di un organo esecutivo collegiale per più di due mandati pieni consecutivi o per un arco temporale equivalente”.

Per i parlamentari vi è il limite dei tre mandati.

Sono d’accordo con queste norme, anzi sarei più restrittivo. Dopo due mandati in un organo collegiale non ci può candidare alla carica monocratica di quella istituzione.

Sul presidente della regione Campania De Luca vi è in corso un vero e proprio scontro con il Pd, contrario ad un terzo mandato di De Luca.

A questo proposito condivido totalmente le considerazioni del presidente della regione Toscana Eugenio Giani:

“Io ritengo pienamente sufficienti due mandati per un amministratore. In dieci anni, se l’impegno viene preso di petto, si riesce perfettamente a realizzare un progetto. Credo anche che questo tempo sia la soglia massima per quello che è l’impegno, la vivacità intellettuale e amministrativa che il ruolo comporta”.

Per questa ragione rimango molto perplesso nei confronti di amministratori che dopo avere fatto dieci anni da assessore poi si candidano a Sindaco. Altri dieci anni. Totale venti anni di ruolo di amministratore (assessore+sindaco) nello stesso comune.

Sono tanti i comuni in Italia che vedono assessori diventare sindaci. In un comune della nostra regione per oltre venti anni si sono scambiati i ruoli di sindaco e vicesindaco.

Il rischio della stanchezza intellettuale, della continuità amministrativa oltre ogni logica di stabilità è altissimo. Di avere una visione della città vecchia. Gli stessi apparati amministrativi e di comunicazione per 20 anni sono un problema di ricambio. Insomma, 20 anni nella stessa istituzione rischia di diventare un regime che non vuole il ricambio. Per questa ragione le primarie sono fondamentali per dare forza a chi si candida a Sindaco e parlamentare.

 

Vincenzo De Luca presidente della Regione Campania che vuole il terzo mandato

 

La legge dei mediocri

Ho letto con molto interesse un intervento di Pier Luigi Celli su Repubblica. Il verucchiese è stato presidente Enit, direttore generale della Luiss e della Rai. Un esperto in risorse del personale. Ho avuto la fortuna di poter lavorare con Celli durante la sua presidenza Enit.

Alcuni appunti del suo intervento vedono la mia completa approvazione:

  • L’età di per sé non è un discrimine, né positivo né negativo. Ciò che dovrebbe rilevare è il modo con cui a certe posizioni si approda. Quanto combaciano le competenze apportate con le responsabilità connesse alla posizione e al ruolo che si va a occupare.
  • Le nuove leve vengono, normalmente scelte in base alla laurea. Non viene presa in considerazione, scrive Celli “La qualità della tessitura delle relazioni, la capacità di maneggiare risorse immateriali a valenza simbolica, l’attenzione alle variabili secondarie di processi e obiettivi, insieme alla disponibilità a mettersi in discussione”.
  • “Percorsi strettamente verticali aumentano la propensione a far leva sulle proprie aspettative (con relative pretese e guerre competitive), la cui crescita è spesso proporzionale alla debolezza nel dominare frustrazioni e contrattempi, e alla povertà di una visione più generale, di sistema.”
  • Prevale la cooptazione rispetto ad una selezione dal basso delle classi dirigenti di governo. La cooptazione comporta spesso una mediocrità del personale scelto. L’importante è la fedeltà al leader.

Alla fine, la legge dei mediocri ha una regola semplice: “Dove si arriva ci si radica e si sceglie poi una corte che non disturbi, appagata dal beneficio, manovrata ora con la carota, più spesso con il bastone”. Il bastone viene utilizzato, ovviamente, nei confronti chi è critico.

Per queste ragioni il Pd deve ripensare alla selezione dei gruppi dirigenti, che non possono essere lasciati solo nelle mani dei responsabili istituzionali. D’altra parte, la funzione di un partito comporta, oltre al programma, l’esigenza di pre-selezionare e formare la classe politica. Oggi non è così.

Pier Luigi Celli autore dell’articolo su Repubblica

Grande preoccupazione degli operatori del Mercato Coperto

In questi giorni post feste sono andato al mercato coperto. Conosco numerosi operatori che mi hanno espresso le loro preoccupazioni per il futuro sia della struttura che della loro azienda, in particolare nell’area pescheria. Dal primo gennaio la gestione è in mano al Comune di Rimini.

Il Consorzio che gestiva per conto del Comune è stato messo in liquidazione. D’altra parte, chi ha vinto il bando per la realizzazione del nuovo mercato (società Renco) non ha previsto nessun coinvolgimento degli operatori del mercato nella gestione. Errore grande da parte della giunta Gnassi che ha approvato quel bando. Ora gli operatori hanno poche certezze.

Non si sa quando inizieranno i lavori, non si sa se le richieste di operatori e conferenza dei servizi (maggiore spazio per i banchi nell’area pescheria in primo luogo) verranno accolte. Poi la preoccupazione di snaturare tutto e farlo diventare, come ho già scritto altre volte, da Mercato Popolare a Mercato di fighetti. Sarebbe un grande errore, imperdonabile. Fare saltare il mercato coperto significa un danno enorme per i consumatori e per le attività di quel quadrante del centro storico.

La pescheria del mercato coperto presa d’assalto dai cittadini

Il passaggio a livello di Rivabella

I tempi di chiusura del passaggio a livello di via XXX Marzo 1831 sono sostanzialmente triplicati, causando lunghe code che interessano anche le strade limitrofe (via Coletti e via Sacramora in primis) con inevitabili lamentele da parte degli automobilisti. Alla base c’è un intervento dettato dall’ANSFISA, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali che ha aggiornato le tempistiche per i passaggi a livello che, come quello in questione, non hanno un’unica sbarra ma mezze sbarre. Ovviamente si potrebbe ovviare montando un’unica sbarra. Ma rimane una soluzione tampone. Bene fa il Comune a chiedere a Fs un incontro per affrontare il problema.

Tuttavia, è lo stesso Comune che ha cancellato la risoluzione vera del problema: la realizzazione di un sottopasso carrabile nel comparto di Rivabella a carico dei privati. Ora con quella scelta il Comune di Rimini deve trovare un altro posto dove fare il sottopasso e trovare i finanziamenti.  Aggiungo per completezza dell’informazione che sono stati eliminati anche 500mq di edilizia residenziale pubblica da realizzare a carico del privato. Conosciamo benissimo il livello di emergenza casa che vi è a Rimini. Quel comparto era funzionale ad un progetto di mobilità cancellato dall giunta Gnassi. Il completamento della tangenziale Nord, il congiungimento con la tangenziale marina per rendere più fluido il traffico in direzione Fiera. Ora quel comparto non ha più funzioni pubbliche ma solo private. Bella operazione.

Il passaggio a livello di Rivabella

Maurizio Melucci