Home___aperturaRapporto provincia di Rimini: Adriatica e Marecchiese le strade più pericolose, tanti incidenti in rettilineo

Diminuiscono morti e feriti rispetto al 2004 ma resta molto alto il numero delle vittime fra ciclisti e pedoni


Rapporto provincia di Rimini: Adriatica e Marecchiese le strade più pericolose, tanti incidenti in rettilineo


27 Dicembre 2023 / Redazione

Ricco di dati il capitolo sugli incidenti stradali nel rapporto statistico annuale della Provincia di Rimini.

Il dato più interessante di questa tabella è la riduzione di incidenti stradali negli ultimi anni: dai 2936 del 2004 ai 1614 del 2002. In diminuzione anche i morti e i feriti. Se si escludono gli anni del covid, il 2022 è il risultato migliore per riduzione di sinistri con conseguente calo anche delle vittime. Purtroppo i motocicli registrano ancora un alto numero di morti e feriti. E anche la mobilità lenta, pedoni e ciclisti, paga un pesante tributo.

Questa tabella riassume la situazione degli incidenti suddivisi per comuni. Evidente che in questo dato incidono anche i turisti che frequentano le nostre località. Il tasso di incidentalità (rapporto tra il numero degli incidenti stradali e la popolazione residente per 10.000) più alto è quello del Comune di Riccione. Il più basso nel comune di Morciano con un tasso del 1,40.

La maggior parte degli incidenti avviene su strade comunali.

 

In assoluto la strada più pericolosa è l’Adriatica con 4 morti e 165 feriti, seguita dalla strada SS 258 Marecchia che conta nel 2022 5 morti e 75 feriti.

Tra le provinciali, la peggiore è la SP 41 Rimini-Montescudo con 27 incidenti e 36 feriti.

Oltre il 50% degli incidenti avviene con l’auto. Seguono motocicli e ciclomotori con più del 24%. Il 12% degli incidenti coinvolge biciclette. Al momento sono meno numerosi gli incidenti che coinvolgono biciclette elettriche e monopattini.  Nell’1,6% degli incidenti il veicolo è sconosciuto perché si è dato alla fuga.

 

Può apparire singolare, ma il numero più alto di incidenti avviene in rettilineo. Sicuramente un ruolo fondamentale lo gioca, in negativo, la velocità. Gli incroci sono la seconda causa di incidenti. La rotatoria si colloca la terzo posto.

Come già detto, le cifre degli incidenti sono incrementate dai turisti presenti sulle nostre strade. Infatti il numero di sinistri si innalza proprio nei mesi estivi.

Il venerdì e sabato sono i giorni della settimana più nefasti, sia in termini di incidenti che di vittime. Complessivamente tutti i giorni della settimana vedono una distribuzione quasi uniforme.

La maggioranza di morti e feriti (sia maschi che femmine) coinvolge la fascia di età 45-64 anni.

I dati statistici indicano la quantità e la distribuzione degli incidenti sulla base di alcuni indicatori. Oltre al dato quantitativo vi sono anche i costi sociali, cioè il danno economico subito dalla società, e conseguentemente dal cittadino, derivante dall’evento “incidente stradale”. Non si tratta, quindi, di una spesa vera e propria, ma della quantificazione economica degli oneri principali che, a diverso titolo, gravano sulla società per un incidente stradale occorso ad un singolo. I costi che, direttamente o indirettamente, derivano da un incidente veicolare possono essere distinti in quattro categorie:

  • perdita della capacità produttiva;
  • costi umani;
  • costi sanitari;
  • altre voci di costo.

Perdita della capacità produttiva. Si tratta della mancata produttività, presente e futura, delle persone coinvolte in incidente della strada.

Costi Umani. I costi umani possono essere definiti come “quella parte di danno, non patrimoniale, che sostanzialmente si configura con la perdita dell’integrità psicofisica della persona e/o dei congiunti”.

Costi Sanitari.  Ai fini del computo dei costi sanitari sono considerabili il numero degli infortunati e dei morti suddivisi ciascuno in due categorie ovvero la categoria dei feriti con lesioni gravi e lievi nel caso degli infortunati e quella dei deceduti entro le 24 ore o nei 30 giorni successivi l’evento per quanto concerne i decessi da incidenti stradali.

Complessivamente si calcola la stima dei costi sociali pari a circa il 2% del PIL