Home___aperturaRavenna, domani lo sbarco di 69 migranti: molti dal Sudan, in 4 accolti a Rimini

La nave Sos Humanity obbligata dal Governo a percorrere 1.600 km dal largo della Libia alla Romagna


Ravenna, domani lo sbarco di 69 migranti: molti dal Sudan, in 4 accolti a Rimini


24 Aprile 2023 / Redazione

E’ confermato per domani mattina, martedì 25 aprile, l’arrivo al Porto di Ravenna della nave Humanity 1 della ong SOS Humanity, con a bordo 69 migranti soccorsi al largo della Libia nei giorni scorsi. Nella tarda mattinata di oggi la nave si trovava a circa 53 miglia nautiche (100 chilometri) dalla costa del Molise, di fronte al porto di Termoli, e a 185 miglia nautiche (340 chilometri) da Ravenna. In vista dello sbarco di domani, intanto, è stato deciso il riparto dei migranti nelle nove province dell’Emilia-Romagna. A Ravenna resteranno tutti i minori stranieri non accompagnati e le persone che potrebbero aver bisogno di ricovero in ospedale. Per quanto riguarda gli altri migranti, 12 saranno inviati a Bologna e altrettanti a Modena, sei a Forlì-Cesena e a Reggio Emilia, cinque a Parma, quattro a Ferrara e a Rimini, tre a Piacenza.

A bordo della nave, la maggior parte delle persone è di giovane o giovanissima età: 20 sono i minorenni non accompagnati (14-17 anni), 32 hanno tra i 18 e i 25 anni, 14 sono nella fascia d’età 26-40 anni. C’è una sola donna, gli altri sono tutti uomini. Per quanto riguarda la provenienza, 30 migranti su 69 vengono dal Sudan, proprio in questi giorni teatro di una guerra di potere interna e scontri tra l’esercito ordinario e gruppi paramilitari, dopo il colpo di Stato del 2021. A bordo della Humanity 1 ci sono poi 10 persone provenienti dalla Nigeria, insieme ad altri migranti partiti da Eritrea, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal, Sud Sudan e Togo. Quello della nave della SOS Humanity sarà il terzo sbarco al porto di Ravenna dopo i due della Ocean Viking, avvenuti il 31 dicembre e il 18 febbraio.

La nave Sos Humanity è stata obbligata dalle nuove norme volute dal Governo italiano a percorrere 1.600 km dal largo della Libia alla Romagna. Il comandante aveva  quindi chiesto al Centro di coordinamento italiano dei soccorsi di riconsiderare la decisione e di assegnare alla Humanity un porto sicuro vicino per un rapido sbarco dei 69 sopravvissuti: “Non solo il luogo di sbarco deve essere sicuro per i sopravvissuti, ma anche il percorso per raggiungerlo. Attualmente abbiamo mare grosso e venti forti da est. Un viaggio di 5 giorni fino a Ravenna significherebbe 5 giorni in condizioni di maltempo fino a quanto i sopravvissuti, indeboliti e afflitti dal mal di mare, potranno ricevere le migliori cure mediche possibili a terra. Una persona era già priva di sensi quando l’abbiamo soccorsa e molte sono in ipotermia. Uno sbarco sicuro potrebbe invece essere garantito in un porto dell’Italia meridionale, raggiungibile in soli 1-2 giorni”.

SOS Humanity sottolinea che l’assegnazione sistematica di porti lontani da parte delle autorità italiane dal dicembre 2022 non è conforme al diritto marittimo internazionale. Questo stabilisce che un porto sicuro deve essere assegnato “con la minima deviazione dal viaggio della nave” e che i Centri di coordinamento del soccorso responsabili “devono organizzare lo sbarco non appena ragionevolmente possibile”.  “Dal dicembre 2022, più di 20 porti inutilmente distanti sono stati assegnati a organizzazioni non governative di ricerca e soccorso”

(Agenzia DIRE)