Recensioni false al ristorante Artrov di Rimini, condannato autista del servizio pubblico
26 Febbraio 2024 / Redazione
Venerdi scorso il giudice del Tribunale di Rimini ha condannato a due mesi di reclusione, pesa sospesa, una persona che pubblicava recensioni false e denigratorie ai danni dell’Artrov di Rimini.
I fatti riguardano un episodio di 2 anni fa. “L’Artrov, oltre che essere un ottima trattoria e pizzeria – spiega il titolare Riccardo Bianchini – svolge per alcune aziende, (sia pubbliche che private) un servizio di mensa e catering aziendale. Di riflesso questi contratti, hanno delle clausole ben definite, inerente ai costi, alle proposte del cibo, agli orari e in particolare, NON possiamo servire (con alcune di queste) nessun tipo di alcolici”.
“Un giorno a pranzo – prosegue Bianchini – si presentò un autista di un’azienda di trasporto pubblico e ordino al personale del locale dell’alcol
spritz e poi birra, al che ci fu un netto rifiuto nel servire alcol, in quanto (da contratto con l’azienda committente) è assolutamente vietato servire qualsiasi bevanda alcolica ai loro dipendenti (tanto meno addebitarla all’azienda) in caso di controllo il loro tasso alcolemico deve essere pari a 0”.
“L’autista si inalberò, insultando il personale, dicendo che tutti fan cosi, che anche i miei colleghi praticano questa prassi, (questo riferiva l’autista), ma noi non interessava, abbiamo replicato a lui che NON potevamo servirgli nessuna tipologia alcolica di bevanda”.
“L’autista urlando inveiva contro noi e la medesima azienda, raccontando e vantandosi che lui ‘sfruttava’ a suo beneficio tutto ciò che poteva, addirittura raccontò a noi dei suoi rimborsi o benefit – non rammento il termine esatto – che l’azienda concedeva agli autisti per azionare la pedana per i portatori di handicap, nei quali l’azienda stessa (tramite un indagine dei Carabinieri, mettendo delle micro telecamere nei mezzi scopri il tutto).
Ma noi non cedemmo, non servimmo nessuna bevanda alcolica”.
“Al che, l’autista insultando i dipendenti, e offensivo se ne andò urlando e ci disse: – VOI non voleve guadagnare, dovevamo prendere la ‘strisciata’ del suo badge e addebitarlo e non ‘rompere…'”
Da li a poco, circa 4 settimane, iniziarono ad arrivare recensioni negative, offensive, denigratorie nei confronti sia del locale che dei dipendenti “Al che si ‘alzarono’ le soglie di vigilanza del locale (cosa c’era che non andava), ma un dubbio ci attenagliava. Presentammo una denuncia presso la Polizia di Stato, e in men che si dica, tramite indagini risalirono ad una persona (l’autista) il quale con diversi kickname e diversi numeri telefonici pubblicava recensioni nei nostri riguardi e dei nostri collaboratori”.
“Può capitare, anche se non dovrebbe succedere, piatti sbagliati o situazioni spiacevoli, e un imprenditore serio si adopera immediatamente nello scusarsi prima e nel rimediare immediatamente,… ma nascondersi dietro l’anonimato, NON rispettando le regole, ( in quanto come può un autista guidare un mezzo se potenzialmente non idoneo alla guida – seppur momentaneamente,- i nostri figli o chiunque usufruisca di tale servizio) pretende l’integrita del conducente… e sia ben chiaro ù rivolto ad un singolo caso, onore e rispetto ai suoi dei suoi colleghi, verso i quali ho una sincera stima. Credo che sia necessaria una regolamentazione inerente alla recensioni, oggi se ne fa un uso non sempre onesto”. conclude il ristoratore.