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Montevecchi, Lega: “Il questionario sulla sessualità al liceo Serpieri non s’aveva da fare”


19 Aprile 2023 / Redazione

L’assessora alla Scuola Paola Salomoni e l’Ufficio scolastico regionale facciano luce su quanto accaduto al liceo scientifico Serpieri di Rimini e valutino eventuali provvedimenti. Lo chiede con un’interrogazione a risposta immediata Matteo Montevecchi, della Lega, in riferimento a un questionario sulla sessualità proposto agli studenti da un’insegnante.

Al liceo – ha precisato il consigliere – sono stati attaccati alle porte di tutte le aule (anche degli alunni minorenni) dei QR code che riconducono a un questionario di un’insegnante per la sua tesi di laurea in psicologia. Da cornice al tutto, domande formulate eliminando il genere con l’uso dell’asterisco come lettera finale. Nonostante l’esplorazione sia dedicata ad alunni maggiorenni, non viene poi effettuato alcun tipo di controllo anagrafico e alle famiglie non è stata chiesta alcuna autorizzazione evidenziando una preoccupante e pericolosa violazione della libertà educativa delle stesse. Temi delicati come quelli che riguardano la sessualità spettano ai genitori o, eventualmente, a chi riceve la loro delega. Inoltre, certe tematiche, affrontate in modo ideologico come teoria gender e asterischi, utilizzati nel questionario, non dovrebbero proprio entrare nelle scuole”.

Ha risposto l’assessora alla Scuola Paola Salomoni: “Non è competenza regionale valutare le scelte delle autonomie scolastiche e non rientra nelle nostre facoltà prendere eventuali provvedimenti. Noi abbiamo inviato all’Ufficio scolastico regionale una richiesta di verifica. Ci hanno risposto che la vicenda è meritevole di approfondimento e gli esiti ci saranno comunicati appena possibile. Quando sarà completata l’analisi e avremo un riscontro faremo avere tutte le informazioni del caso“.

Il consigliere si è detto non soddisfatto: “Bene che sia stato preso in considerazione il caso ma non è condivisibile l’affermazione che la competenza non sia regionale davanti alla palese violazione del consenso informato e della libertà educativa delle famiglie. Si tratta, inoltre, di un evidente indottrinamento di ideologia gender“.