HomeAttualitàRiccione, a 100 anni dall’uccisione la città dedica un totem a Giacomo Matteotti

Nella piazza già intitolata al parlamentare socialista


Riccione, a 100 anni dall’uccisione la città dedica un totem a Giacomo Matteotti


6 Giugno 2024 / Redazione

A cento anni dalla sua tragica scomparsa e a futura memoria, l’amministrazione comunale di Riccione ricorda Giacomo Matteotti come esempio di coraggio e integrità morale.

Lunedì 10 giugno 2024, alle 18,30, in occasione del centenario dal barbaro assassinio, nella piazza che porta il suo nome verrà inaugurato il totem dedicato a Giacomo Matteotti.

Sono invitate a partecipare le autorità civili e militari, le associazioni e la cittadinanza. A partire dalle 17,30 e per tutta la durata della cerimonia il tratto  di Corso Fratelli Cervi coinvolto verrà chiuso al traffico.

Il sacrificio di Matteotti, vittima del fascismo, rimane un monito perenne contro l’oppressione e la tirannia, un simbolo di resistenza e difesa della libertà. L’auspicio è che la sua memoria viva in eterno e che la sua volontà di giustizia guidi la comunità nel cammino verso un mondo migliore. Le sue parole restano incise nella bandiera dell’antifascismo: «Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai».

Deputato socialista, Giacomo Matteotti già nel 1921 conobbe e denunciò la violenza fascista che imperversava nelle campagne del Polesine. Dopo l’avvento del fascismo al potere, ne contestò apertamente le azioni autoritarie e, parallelamente, condusse ricerche per smascherare gravi episodi di corruzione che riguardavano diversi esponenti di regime.

Il 30 maggio 1924, alla Camera dei Deputati, pronunciò un intervento memorabile in cui denunciava il clima di violenza e illegalità in cui si erano da poco svolte le elezioni politiche, delle quali chiedeva l’annullamento. Terminato l’intervento, fra le urla e le minacce della maggioranza fascista, sedette stremato invitando i colleghi di partito a preparare il suo elogio funebre.

Il 10 giugno 1924, uscito di casa per dirigersi a Montecitorio, venne rapito e ucciso da una squadra segreta fascista. Il suo corpo fu ritrovato solo il 16 agosto in una fitta boscaglia alle porte di Roma.