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Gli ultimi due libri di Giuseppe Lo Magro


Riccione da prima del Mille a Perla Verde


13 Novembre 2023 / Paolo Zaghini

Giuseppe Lo Magro:
• “Palcoscenici e spettacoli a Riccione. Da fine ‘800 al dopoguerra”
• “Da “Arcionis” a Riccione “Perla Verde”. Dall’810 al 1928”
Famija Arciunesa

Il 19 ottobre 1922, con il Regio Decreto n. 1439, Riccione otteneva la sospirata autonomia da Rimini. Il Comune di Riccione ha celebrato dunque i suoi primi cento anni di vita. Tante le iniziative messe in campo dall’Amministrazione Comunale: spettacoli, mostre, pubblicazioni. La festa però è stata interrotta da un provvedimento quanto mai dubbio del TAR Emilia-Romagna, su un ricorso promosso dalla Lega, che ha portato alla decadenza del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale a metà giugno di quest’anno. Sentenza ribaltata pochi giorni fa, il 2 novembre, dal Consiglio di Stato con il ritorno della Sindaca Daniela Angelini alla guida del Comune, dopo quasi cinque mesi di commissariamento. Insomma un secolo di vita celebrato con un avvenimento che ha turbato non poco la città di Riccione.

Comunque sia la Famija Arciunesa, guidata da Francesco Cesarini, ha portato a termine, attraverso la penna di Giuseppe Lo Magro, l’impegno assunto di raccontare questo secolo di storia di Riccione con quattro volumi, riccamente illustrati. Il primo è stato “Da ‘La Viola’ a ‘Viale Maria Ceccarini’ 1840 1939. Una passeggiata di cento anni nel salotto di Riccione” (uscito nel 2021), seguito da “I Mussolini. Riccione. I Riccionesi. Le vacanze della famiglia del Duce nella ‘Perla Verde’”, da “Palcoscenici e spettacoli a Riccione. Da fine ‘800 al dopoguerra” e per ultimo “Da ‘Arcionis’ a Riccione ‘Perla Verde’. Dall’810 al 1928” (tutti e tre usciti nel 2022).

Impegno invece non onorato da “Il Resto del Carlino”: di “Riccione: la bellissima del mare. 100 anni di storia” di Beppe Boni, vice-direttore del quotidiano: dopo i primi due libretti, degli altri annunciati si è persa ogni traccia.

Come sempre Lo Magro anche per gli ultimi due volumi va a ripescare ogni notizia, informazione utile per una ricostruzione cronologica delle vicende riccionesi e delle biografie dei suoi più importanti cittadini. Con una precisazione: i libri di Lo Magro non è vero che raccontano un secolo di vita di Riccione: il suo racconto finisce sempre negli anni del dopoguerra, gli anni ’50. E’ vero che in passato si è spinto al decennio successivo (“Riccione. Gli irripetibili anni ’60 vissuti e narrati da un ragazzo di allora” edito nel 2018 sempre da Famija Arciunesa), ma le sue preferenze storiografiche vanno decisamente alle vicende e ai personaggi della prima metà del Novecento.

Dell’ultimo volume dico soltanto che Lo Magro ha costruito un libro pout pourri, assemblando date, vicende, personaggi di una storia che fa risalire all’810 quando compare per la prima volta il nome “Arcionis” su un antico codice conservato a Monaco di Baviera. Scrive nella Prefazione la Sindaca Daniela Angelini: “Dei nomi che Riccione ha avuto da allora, Giuseppe Lo Magro ne ha messi insieme 48, in un elenco che sembra andare di pari passo con la storia che nel libro appare (…). Qui viene raccontato tutto quello che precede la data del 19 ottobre 1922, in cui Riccione rimane giovane ma diventa ancora più bella e forte. Da Arcionis a Perla verde dell’Adriatico, ecco qui tutta la strada che la nostra città ha fatto. Sulle sue gambe”. Ci sta nelle celebrazioni di un secolo di storia un po’ di campanilismo, ma solo un po’… si spera. Con i riccionesi però non si sa mai.

Molto più “spettacolare” invece il volume sui luoghi della cultura e i principali avvenimenti culturali organizzati a Riccione da fine ‘800 al dopoguerra. Contribuendo anche Lo Magro alla creazione di quel pantheon di intellettuali e artisti, locali e forestieri che frequentarono Riccione, che sta costruendo nel corso degli anni Fosco Rocchetta con le sue numerose pubblicazioni.

Scrive nella Presentazione al volume Lo Magro: “Riccione è un luogo fatato. Lo è sempre stato. Un luogo affascinante e incantatore. Non si spiega altrimenti perché tanti personaggi illustri, conoscitori dei popoli e viaggiatori del mondo, siano capitati tra il 1875 e il 1925, da città pulsanti di vita, in questo lembo di terra privo di storia, se ne siano innamorati e siano rimasti a viverci, profondendo energie, ingegno, capitali, sino alla fine dei loro giorni”.

Grazie a queste tante presenze illustri “Riccione è conosciuta, desiderata, e sempre più affollata. Spuntano locali per il divertimento, si aprono palcoscenici, si organizzano spettacoli con la partecipazione di tutti gli artisti più in auge (…). Riccione diventa la città delle idee, delle novità, delle mode … diventa il faro del divertimento!”.

E da queste premesse Lo Magro parte per raccontarci del Teatro Sghedoni (realizzato nel 1912 dal marchese modenese Pietro Sghedoni sposato con la principessa russa Caterina Manoukbey), diventato poi Teatro Dante quando nei primi anni Venti fu comprato dal comm. Gaetano Ceschina (rimase attivo sino al 1957 quando fu abbattuto per edificare un brutto condominio). Il 30 giugno1922 veniva inaugurato il Nirigua Park davanti al lungomare: ideatore il conte forlivese Luigi Guarini: l’arena ospitava 1.800 spettatori e disponeva di un ring per incontri di pugilato. Chiuse nel 1927 lasciando un mare di debiti. A Riccione, fra le due guerre, si ballava ovunque: nel 1929 apriva il Dancing Savioli. Nel 1939 è la volta del “Teatro degli Ottomila” realizzato per conto dell’Azienda di Soggiorno all’aperto su Via Ceccarini alta che propose una stagione lirica fitta di spettacoli con i più importanti artisti italiani.

Tra la metà degli anni ’30 e il 1967 per i riccionesi l’evento mondano più atteso e irrinunciabile della stagione fredda (normalmente nel corso del mese di febbraio) fu il Veglione della “Rosa d’Inverno”, ideato dal conte Federico “Chicco” Pullè ed organizzato dal Moto Club “Berardi Celeste” di Riccione. Inizialmente presso il Teatro Dante per passare poi nel 1956 nei saloni del Grand Hotel: comunque sempre in locali di proprietà dei Ceschina. Fra gli ospiti del Veglione, nel corso degli anni, Rosanna Schiaffino, Enzo Tortora, Sophia Loren, Mike Bongiorno, Fred Buscaglione, Mina.

Il libro si chiude con tre appendici dedicate alle attrici Pina Renzi (1909-1984) e Gea Della Garisenda (1878-1969) e all’attore Riccardo Mantani (1930-2013). Tutti nati fuori Riccione, ma che nella Perla Verde trovarono il luogo dove vivere fra un impegno e l’altro, fosse esso teatrale o cinematografico.

Il libro è ricco di mille altre curiosità, ma soprattutto ha un apparato iconografico straordinario: foto, ma anche locandine e documenti riguardanti i tanti avvenimenti e personaggi raccontati nel volume.

Paolo Zaghini