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L'intervento di Daniela Angelini, polemico con il centrodestra riccionese


Riccione, primo consiglio comunale dopo il commissario. La sindaca usa toni duri


1 Dicembre 2023 / Redazione

Primo consiglio comunale dopo oltre 5 mesi a causa del commissariamento. L’apertura è della sindaca che ripercorre ciò che è successo e come intende procedere nell’azione di governo futura. Di seguito l’intrevento integrale di Daniela Angelini.
“La prima volta che sono entrata in consiglio comunale come sindaca di Riccione ricordo di avere provato 𝐮𝐧’𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞, mi tremavano le gambe, la voce faticava a uscire.
Oggi che ci torno di nuovo – dopo una parentesi di quasi cinque mesi che considero 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐝𝐨 𝐛𝐮𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ – devo ammettere che i sentimenti che vivo non sono meno intensi.
Proprio come allora, sento pienamente la fiducia dei riccionesi che nel giugno del 2022 avevano scelto il rinnovamento, attribuendo a me e alla mia coalizione, che in questi mesi non ha mai smesso di sostenermi, oltre il cinquanta percento dei consensi.
Avverto immutato il carico di responsabilità nei confronti di una città che aveva allora e ha tuttora la necessità di un cambiamento radicale, di rigenerarsi, di ritrovare finalmente il senso pieno della parola comunità.
Un anno e cinque mesi fa mi sentivo enormemente orgogliosa di avercela fatta, di essere stata ritenuta credibile dai concittadini con i quali sono cresciuta e con cui ho lavorato fianco a fianco per una vita.
Oggi mi riempie di orgoglio la certezza, certificata da una sentenza del Consiglio di Stato, che la mia onorabilità è intatta. Così come è integra quella della mia squadra di giunta e dei consiglieri che sostengono questa maggioranza. Nessuno ha imbrogliato, nessuno ha truccato le elezioni.
Accettando di candidarmi a sindaca, sapevo che sarei andata incontro alla possibilità di essere criticata. In questo caso, però, si è parlato irresponsabilmente di brogli, attribuendone la responsabilità alla sottoscritta e alla mia coalizione. Non nascondo di averne sofferto in privato, nella mia dimensione intima e familiare. A chi lo ha fatto, macchiandosi peraltro del reato di diffamazione, dicono una cosa sola: vergogna.
Come sindaca ma prima ancora come riccionese, mi auguro di cuore che Riccione riesca al più presto a ricucire la profonda frattura sociale che ne mina la capacità di farsi trovare compatta di fronte alle sfide che deve affrontare per andare incontro al futuro. Il mio impegno andrà sempre in questa direzione – dell’ascolto, del confronto e della partecipazione – ma per potere portare avanti un lavoro insieme è indispensabile sgomberare il campo dagli equivoci.
Per questo, lo dico chiaramente, ora e in questa sede istituzionale e solenne: i riccionesi mi hanno eletta per governare la città non per farmi prendere in giro da chi non ha ancora accettato la sconfitta di un anno e mezzo fa.
Non ho nessuna intenzione di perdere tempo con chi la credibilità di essere costruttivo a beneficio di Riccione l’ha perduta da un pezzo e, purtroppo, non l’ha ancora ritrovata.
Non ci può essere dialogo con chi non perde occasione per diffondere fake news a discapito della città e dei suoi operatori come nel caso nella Bandiera Blu.
Voglio essere chiara: qui non si tratta di stare da una parte o dall’altra. Non ci sono buoni e cattivi in base all’orientamento politico. Qui si tratta di stare – o di non stare – dalla parte di Riccione.
Tra i banchi dell’opposizione ci sono tante persone di buon senso, verso le quali sarò sempre disponibile al dialogo. Anzi, dico di più: auspico di potere lavorare insieme il prima possibile, stabilendo delle aree di intervento in cui fare prevalere l’interesse per la città alla dialettica politica fine a se stessa.
Sinceramente, però, trovo complicato il confronto con chi ha preferito lasciare la città in balia del commissariamento – con tutte le conseguenze estremamente dannose che i riccionesi hanno dovuto subire – avendo come unico obiettivo quello di trovare in un’aula di tribunale il riscatto da una bruciante sconfitta elettorale.
Lasciatemelo dire: bisogna saper perdere, altrimenti si viene travolti da delusione e frustrazione e si finisce per agire accecati dal rancore.
Questo rancore ha lasciato la nostra città, Riccione – che ha un’economia basata prevalentemente sul turismo – per un periodo che è andato ben oltre l’intera stagione estiva senza una solida guida politica in carica.
Ho pubblicamente e privatamente ringraziato la commissaria Rita Stentella e il subcommissario Alfonso Agostino Soloperto per il prezioso lavoro che hanno svolto, mettendoci energia e passione oltre che competenza.
Per forza di cose, però, anche a causa dell’incertezza delle tempistiche della giustizia, si sono limitati all’ordinario, congelando e rimandando le scelte politiche, strategiche e programmatiche, azzerando, ad esempio, comunicazione e promozione.
La nostra città ha pagato un conto salatissimo e ho trovato davvero aberranti le dichiarazioni di chi ha sostenuto pubblicamente, senza nemmeno vergognarsene, che era meglio il commissariamento dell’amministrazione.
A causa di questi speculatori della bassa politica, Riccione ha perso mesi fondamentali che ora dovremo recuperare, lavorando sì a testa bassa ma senza perdere la profondità della nostra visione politica.
Riccione deve ripartire e rilanciarsi, tornare a credere in se stessa e a splendere di luce propria. Dobbiamo ricominciare a investire in infrastrutture e opere pubbliche, in scuole, impianti sportivi, sicurezza, turismo, cultura, servizi alla persona e sanità, seguendo un progetto complessivo e organico di rigenerazione che sia sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Dobbiamo passare dalla fuffa, dall’effimero, dal nulla, alla sostanza, alla concretezza, ai fatti, regalando a Riccione una nuova cartolina, creando – mi limito a citare quelle che saranno le opere più simboliche – un nuovo quadrilatero del centro, con un nuovo viale Ceccarini e un nuovo porto, i cui lavori sono già cominciati.
Dobbiamo ripartire impiegando al meglio ogni singolo centesimo che raccoglieremo dai nostri concittadini. Cito solo un dato: 57 milioni e mezzo di euro. Teniamolo a mente.
E’ la differenza tra i soldi che l’amministrazione comunale di Riccione ha avuto a disposizione dal 2014 al 2021 – 81 milioni tra imposta di soggiorno raccolta, mutui e alienazioni varie, oltre alle cessioni di Hera e Romagna Acque – e quelli che ha impiegato con risorse proprie per finanziare le opere pubbliche, soltanto 23 e mezzo?.
Questi quasi sessanta milioni – che sono stati spesi tra il 2014 e il 2021 – dove sono finiti se Riccione si ritrova oggi con strade e marciapiedi sgangherati, le principali arterie commerciali tutte da rifare e tanti progetti che sono rimasti soltanto dei rendering, buoni (ma evidentemente nemmeno troppo) per una campagna elettorale?
Riccione oggi, finalmente e definitivamente, come definitiva è stata la sentenza del Consiglio di Stato che ci ha consentito di tornare su questi banchi, volta pagina. Non accadrà mai più, almeno finché ci saremo noi ad amministrare la città, che il patrimonio municipale venga dismesso per finanziare la spesa corrente.
No, d’ora in avanti lavoreremo soprattutto per costruire la Riccione del domani, rendendo la nostra città ancora più bella, più attraente, più sicura e più a misura dei nostri concittadini, dei nostri giovani, delle nostre famiglie, dei nostri anziani e dei nostri ospiti.
E non lasceremo indietro nessuno, questo è il nostro impegno, perché è vero che i cittadini sono tutti uguali ma qualcuno ha più bisogno degli altri. E merita risposte.
Le risorse che avremo a disposizione – grazie alle imposte e le tasse pagate dai cittadini e ai finanziamenti che riusciremo a ottenere – verranno impiegate prevalentemente in investimenti che nel medio lungo periodo che consentiranno a Riccione di riposizionarsi nel mercato turistico, specialmente in quello internazionale dove da troppo tempo siamo più deboli.
Quei soldi li useremo per completare finalmente i lavori del nuovo teatro, del museo della città, per un nuovo centro per l’impiego, una casa della comunità a San Lorenzo, un centro per l’inclusione sociale all’ex mattatoio, una nuova vasca e l’allargamento del piano vasca principale allo Stadio del nuoto, sistemare scuole e asili, sviluppare progetti per le nuove generazioni. Mi fermo qui ma l’elenco sarebbe ancora molto lungo per un totale di 70 milioni di euro.
Settanta milioni che cambieranno Riccione, di cui ci sarà una traccia tangibile in ogni zona della città. Nessun riccionese avrà il minimo dubbio sul dove e come sono stati impiegati i suoi soldi. Questa volta non avrà dubbi. Non con noi.
Ci tengo particolarmente a dire che l’opera già avviata di risanamento delle strade e dei marciapiedi e di ripristino del decoro urbano dovrà proseguire ancora più intensamente in tutti i quartieri della città. Personalmente ritengo che Riccione debba essere innanzitutto curata perché, basta parlare con chi ci abita, negli ultimi anni non lo è stata abbastanza.
Riprendiamo un lavoro di rigenerazione ambizioso e necessario con la consapevolezza dei nostri mezzi e il senso di responsabilità nei confronti dei riccionesi che ci hanno investiti di una grande fiducia. A loro rinnovo il mio ringraziamento che estendo a tutti i componenti della mia coalizione.
Sono stati mesi difficili quelli successivi alla sentenza del Tar ma grazie alla mia famiglia e grazie ai riccionesi che ho incontrato ogni giorno non mi sono mai sentita sola. Il mio impegno sarà dedicato a ognuno di loro.”