Home___primopianoRimini, accoltellò la ex moglie e il presunto amante: 10 anni e domiciliari

L'uomo ha chiesto perdono e sta seguendo un percorso riabilitativo


Rimini, accoltellò la ex moglie e il presunto amante: 10 anni e domiciliari


12 Luglio 2023 / Redazione

E’ stato condannato a 10 anni di reclusione Pellumb Jaupi, muratore albanese di 54 anni, che era imputato per duplice tentato omicidio nei confronti della ex moglie e del suo presunto nuovo comoagno, un albergatore di Rivazzurra. Il Gip del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, nel rito abbreviato ha anche fissato un risarcimento danni di 120mila euro da dividere fra le due parti civili. Il pubblico ministero Davide Ercolani aveva chiesto 15 anni, considerando le aggravanti di premeditazione, crudeltà e futili motivi; sono state riconosciute, ma non quella della minorata difesa.

Il fatto risale al mattino del 22 febbraio 2022, quando Jaupi, già diffidato da alcuni mesi dall’avvicinarsi alla ex consorte, si era invece recato nella sua casa di Morciano. Qui l’aveva aggredita impugnando un coltello da cucina, per poi piantarle per due volte nel fianco la lama di 21 centimetri. L’uomo aveva poi infierito con calci al corpo e alla testa anche quando la sua vittima si trovava a terra in un lago di sangue sull’ingresso di casa.

Movente dell’accoltellamento, la gelosia. Pertanto il muratore aveva deciso di completare la vendetta raggiongendo con il suo furgone l’hotel Butterfly di Rivazzurra, dove la donna aveva lavorato: credeva che il titolare Nicola Scarcia avesse una realazione con lei. L’albergatore era stato colpito da 27 coltellate, tre delle quali potevano essergli fatali. Ferita a un avambraccio, per fortuna solo lievemente, anche sua sorella che cercava di difenderlo. Era poi riuscita a disarmare l’uomo con l’aiuto ad alcuni dipendenti, finchè gli agenti della Squadra mobile lo avevano ammanettato.

Il suo difensore, avvocato Massimiliano Orrù ha annunciato che ricorrerà in appello. Nel frattempo il 54enne sconterà la condanna ai domiciliarie potrà lavorare. Da tempo ha intrapreso un percorso riabilitativo con un’associazione di uomini maltrattanti e chiesto perdono nel corso della penultima udienza alle persone ferite, che si sono costituite parte civile attraverso gli avvocati Luca Greco e Francesco Cardillo.