HomeCulturaRimini, al Teatro Galli arriva “Lazarus” l’opera rock di David Bowie e Enda Walsh

Da mercoledì 5 a venerdì 7 aprile lo spettacolo è già sold out, giovedì 6 aprile Manuel Agnelli e Valter Malosti incontrano il pubblico


Rimini, al Teatro Galli arriva “Lazarus” l’opera rock di David Bowie e Enda Walsh


4 Aprile 2023 / Redazione

Un’opera rock che tocca l’anima e sprigiona energia vitale. Per il gran finale della Stagione di Prosa 2022/23 arriva a Rimini Lazarus di David Bowie e Enda Walsh, nuova produzione esclusiva di Emilia Romagna Teatro in scena al Teatro Galli da mercoledì 5 a venerdì 7 aprile (ore 21). Già sold out le tre repliche ormai da settimane, Lazarus è un inconsueto e per certi versi straordinario pezzo di “teatro musicale”, scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa. Ed è per questo che è considerato, insieme all’album Blackstar uscito due giorni prima della morte, il testamento creativo del grande artista britannico, il suo regalo d’addio.

Nel ruolo del protagonista Newton uno dei nomi di punta della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, da solista ai primi posti delle classifiche con l’album Ama il prossimo tuo come te stesso (2022), che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro dopo la tv, il cinema e la radio. Agnelli sarà affiancato dalla cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti.

A dirigere l’opera Valter Malosti, che ha curato la versione italiana di Lazarus confrontandosi con lo stesso Walsh, di cui il regista aveva già messo in scena due testi legati a due spettacoli di culto quali Bedbound (2001) e Disco Pigs (2005).

Malosti e Agnelli saranno anche protagonisti dell’incontro con il pubblico in programma giovedì 6 aprile alle ore 18: l’occasione per ripercorrere la genesi dell’opera, approfondire il rapporto del regista e del cantautore con la musica e la produzione di Bowie. L’incontro col pubblico è a ingresso libero, ma è necessaria la prenotazione online:  sul sito www.teatrogalli.it (sezione Biglietteria – biglietti on line) o accedendo direttamente al portale https://biglietteria.comune.rimini.it/home.aspx (sarà possibile prenotare massimo due posti ad ogni transizione).

Completano il cast di 11 interpreti con numerosi giovani attori/cantanti di talento: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini; e 7 musicisti: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di GUP Alcaro, collaboratore storico di Valter Malosti. Le luci di Cesare Accetta, le scene di Nicolas Bovey, le installazioni video di Luca Brinchi e Daniele Spanò, la cura del movimento di Marco Angelilli, la cura dei cori e le pratiche della voce di Bruno De Franceschi, i costumi di Gianluca Sbicca.

L’opera 

La prima rappresentazione di Lazarus ha avuto luogo il 7 dicembre 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan, e quella è anche stata l’ultima apparizione pubblica di Bowie che sarebbe scomparso appena un mese dopo (10 gennaio 2016).

A più di 50 anni dal romanzo originale The Man Who Fell to Earth di Walter Tevis e a 40 dall’omonimo film di Nicholas Roeg, interpretato dallo stesso Bowie, l’artista britannico ha scelto di riprendere in Lazarus le fila dell’infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra.

Ha scritto insieme a Walsh un labirintico sequel de L’uomo che cadde sulla terra, «forse – commenta Malosti – per concludere anche quel capitolo rimasto in sospeso, per liberare o liberarsi di quel personaggio, così come aveva fatto nel video di Blackstar con l’altrettanto malinconica epopea del Major Tom di Space Oddity e ancor prima con Ziggy Stardust, di cui ha inscenato la morte alla fine del tour del 1973, riponendo poi il manichino coi vestiti di Ziggy nella magnifica mostra David Bowie is, in una teca-sarcofago simile a quella di Biancaneve o a una camera di ibernazione».

Nella versione di Bowie e Walsh, l’alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (fantasmi? proiezioni mentali?) si aggirano nello spazio claustrofobico dell’appartamento di Newton (o nel continuum devastato della sua mente?). Ma per Bowie la figura dell’alieno rappresenta tutti i “diversi”, o meglio quelli che la società considera tali.

Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di Bowie e quattro inediti scritti appositamente, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.