HomePoliticaRimini, Arcigay contro Montevecchi. “Le parole contro Elena Cecchettin? Si dimetta subito”

Poi l'invito ad aderire alla manifestazione di sabato 25 novembre


Rimini, Arcigay contro Montevecchi. “Le parole contro Elena Cecchettin? Si dimetta subito”


22 Novembre 2023 / Redazione

La notizia era stata riportata ieri. Il consigliere leghista in Regione Matteo Montevecchi ha attaccato la sorella di Giulia Cecchettin, ennesima vittima di un femminicidio in Italia.  “Le sue parole – aveva detto – sono inaccettabili” e da “respingere con fermezza”, perchè “non è l’inesistente patriarcato a produrre queste violenze”.

Alle frasi del giovane consigliere risponde Arcigay che ne chiede le dimissioni e invita tutti a raccolta alla marcia contro la violenza sulle donne in programma il prossimo sabato.

“Le notizie di oggi raccontano vicende terribili che colpiscono donne: violenze, minacce, stupri. E poi c’è il leghista Montevecchi che strumentalizza una tragedia per le sue solite campagne di retroguardia ideologica.

A pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre) ci tocca leggere questa rassegna degli orrori, solo di oggi e solo fatti avvenuti a Rimini. Ma c’è un orrore più sottile e profondo rappresentato dal negazionismo di Montevecchi che pur di salvare le tradizioni medievali del maschilismo tossico contorce una vicenda tragica, tristemente emblematica di un fenomeno dilagante e devastante, il femminicidio e la violenza contro le donne.

Montevecchi, oltre ad attaccare la sorella di Giulia Cecchin sulla base del suo abbigliamento (e già questo dovrebbe porre molti interrogativi), nega che un fenomeno devastante come la violenza sulle donne esista, nega che esista una cultura patriarcale che alimenta questo fenomeno, nega che l’unica via per debellarlo sia l’educazione alla parità. Vede anzi nel ritorno alla tradizionale disuguaglianza tra uomo e donna l’unica soluzione, e bolla tutto il resto come “woke”. Una follia totale.

Insomma, un negazionista bello e buono (si fa per dire). Sentiremo adesso i cori di “ci vogliono sanzioni più aspre”, di “buttate la chiave della galera”, ma quando il movente di un delitto come questo è così radicalmente inciso nell’anima di una persona non c’è sanzione che tenga e non c’è punizione che possa riparare la perdita di una vita.
Credete veramente che sia la minaccia degli anni di galera a fermare la violenza contro le donne?

Ciò che scolpisce la violenza potenziale negli animi di molti uomini è proprio una cultura retriva, fondata sul possesso e sulla disparità, sull’immaturità affettiva. È una cultura in cui ancora siamo immersi e ci vuole impegno costante per affrancarsene.

L’altra chiave è la prevenzione che anche se certo non sarà perfetta può salvare la vita a molte donne. Anche il più piccolo segnale che la violenza o la prepotenza alberga nell’animo del compagno non va trascurato perché può essere la punta di un iceberg. Purtroppo anche questa cultura della prevenzione ci è lontana, ma qualche passo in avanti si sta facendo.

Montevecchi non è degno di rappresentare la popolazione della nostra regione e dovrebbe dimettersi dal Consiglio regionale. Come minimo dopo queste deliranti dichiarazioni mi aspetterei che il suo partito prenda fermamente e radicalmente le distanze.

Invito tutti e tutte a essere presenti a “è per te” la marcia contro la violenza sulle donne del prossimo 25 novembre che partirà alle 16 dall’Arco d’Augusto a Rimini”.