Rimini, Bellini: “La povertà educativa è un problema serio e va affrontato”
18 Ottobre 2024 / Redazione
Ieri sera, durante la seduta ordinaria del consiglio Comunale di Rimini, è stato affrontato l’argomento tematico della situazione scuola. A prendere la parola la vicesindaca con delega alla Scuola Chiara Bellini.
“La scuola è al centro di un lavoro politico, tecnico ed amministrativo intenso, portato avanti in collaborazione con i colleghi della Giunta, i consiglieri comunali, i dipendenti, i funzionari e i dirigenti dell’ente, in uno sforzo di squadra – spiega la vicesindaca -. Vorrei partire da un aspetto che mi sta particolarmente a cuore: la povertà educativa. Questo concetto viene spesso ridotto a una questione economica, ma c’è un altro livello, più profondo, che riguarda l’accesso a opportunità educative e di crescita. Agire su questo fronte è essenziale, soprattutto a partire dalla prima infanzia, poiché le conseguenze della povertà educativa si propagano di generazione in generazione, creando una spirale di disuguaglianze che va spezzata.
Uno degli strumenti più efficaci per interrompere questo ciclo è investire nella prima infanzia. È qui che i bambini iniziano a sviluppare le loro capacità cognitive, emotive e sociali, acquisendo familiarità con l’ambiente scolastico e arricchendo il proprio linguaggio, come base fondamentale per il loro futuro.
In questa direzione, ad esempio, si inseriscono i nuovi asili nido che stiamo realizzando grazie ai fondi del PNRR per un investimento totale di oltre 7 milioni di euro (il Pollicino al Parco Pertini a Marebello, il Girotondo in via Codazzi e la ricostruzione dell’asilo nido Peter Pan a Viserba). Strutture sempre più belle, sicure, sostenibili, accoglienti e innovative, un esempio concreto del nostro impegno per creare le condizioni migliori sin dai primi anni di vita.
Il problema della povertà educativa, inoltre, è strettamente legato a quello dell’abbandono scolastico – sottolinea Bellini -.Purtroppo, le statistiche attuali non sempre riescono a cogliere appieno il fenomeno, soprattutto quando riguarda famiglie straniere. Spesso, questi abbandoni vengono attribuiti a trasferimenti, nascondendo una realtà più complessa. Recenti indagini hanno evidenziato che il 29% dei ragazzi stranieri lascia la scuola prematuramente, rispetto al 9% degli italiani, e il fenomeno colpisce in modo particolare le ragazze. Per affrontare questa sfida, in Emilia-Romagna abbiamo sviluppato percorsi professionalizzanti che mirano a trattenere i giovani nel sistema formativo, come quelli del Centro Zavatta e delle scuole professionali. Queste istituzioni giocano un ruolo cruciale nel recupero di ragazzi che altrimenti rischierebbero di essere esclusi dal circuito educativo. Il nostro approccio è quello di creare una rete di sinergie tra enti pubblici, scuole e fondazioni, perché solo una strategia coordinata può portare risultati concreti: ogni attore deve mettere in campo strategie coordinate, perché isolate non sarebbero efficaci.
Parallelamente, stiamo potenziando le scuole dell’infanzia e implementando opzioni di tempo pieno creativo, anche laddove le risorse ministeriali non ci permettono di garantire l’organico necessario. Il tempo pieno non deve essere visto come un parcheggio, ma come un luogo fondamentale di socializzazione, soprattutto per quei bambini che non hanno altre possibilità di fare sport o partecipare ad attività extra scolastiche. E qui, dunque, subentra anche un tema di uguaglianza sociale, di pari opportunità.
Chiudo con un tema a noi molto caro: il sostegno alla disabilità. Il Comune di Rimini è quello che investe di più in Emilia-Romagna su questo fronte, e ci tengo a sottolineare che si tratta di un investimento, non di una spesa. Non faremo mai un passo indietro su questo. Negli ultimi dieci anni, le certificazioni di autismo sono aumentate del 129%, e questo ha un impatto sulla sostenibilità dei progetti. Tuttavia, per far fronte alle difficoltà economiche, abbiamo introdotto innovazioni basate su una rete di posizioni pedagogiche avanzate, valorizzando le peculiarità di ogni bambino e personalizzando la didattica, che non è individuale ma personale, diversa per ognuno. Dobbiamo lavorare affinché la scuola segua i bisogni delle bambine e dei bambini, riorganizzando il sistema educativo da questa prospettiva. Penso a iniziative come il Settembre Pedagogico o Mappa del Nuovo Mondo, eventi che promuovono l’ascolto e il dialogo con le ragazze e i ragazzi, per ripensare i nostri orizzonti educativi”.
Scuola: i dati sui servizi e sui bisogni
Il Comune gestisce una serie di servizi essenziali attraverso sia affidamenti a terzi che gestione diretta.
Partendo dal trasporto scolastico, il servizio coinvolge 48 addetti con un valore annuo di 1 milione di euro. Per quanto riguarda la refezione scolastica, che copre la fascia d’età dai 3 agli 11 anni, sono impiegati 90 addetti per un valore annuo di 1,8 milioni di euro.
La refezione destinata ai bambini tra gli 0 e i 6 anni delle strutture comunali impiega 61 addetti, con un valore di 1,6 milioni di euro annui. Un altro servizio cruciale è l’assistenza educativa per i minori dai 3 ai 18 anni, che coinvolge 250 addetti e ha un valore annuo di 3,3 milioni di euro. Per il sostegno educativo ai bambini tra 0 e 6 anni sono impiegati 43 addetti, con un investimento annuo di 1,05 milioni di euro. Inoltre, la gestione di cinque scuole d’infanzia richiede 71 addetti e un valore di 2,5 milioni di euro. Il servizio del nido DOREMI vede impiegati 26 addetti con un valore annuo di 550.000 euro, mentre il servizio di ausiliariato coinvolge 88 addetti per un valore di 2,15 milioni di euro. Anche i nidi gestiti dall’ASP, con 18 addetti, prevedono un investimento di 900.000 euro all’anno. In totale, la gestione indiretta dei servizi coinvolge 677 addetti per un valore complessivo di 13,95 milioni di euro. Infine, bisogna considerare anche la gestione diretta comunale, che coinvolge oltre 200 addetti. Complessivamente, il sistema si compone di 877 addetti.
Sono questi alcuni dati illustrati ieri durante il Consiglio comunale, seguiti anche da un approfondimento statistico sull’assistenza educativa scolastica, altro tema di grande rilevanza per il nostro territorio. Secondo la pubblicazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, intitolata “La presenza degli alunni certificati nelle scuole statali dell’Emilia-Romagna – Analisi dei dati degli anni scolastici 2002-2003/2021-2022”, pubblicata il 13 ottobre 2022, emergono dati significativi che ci dicono che nell’arco di vent’anni, la Provincia di Rimini ha registrato un incremento del 272% nel numero di alunni certificati nelle scuole statali.
Su questo versante, per l’anno scolastico 2024/2025, è stata predisposta l’assistenza educativa a un numero significativo di alunni e alunne con disabilità, garantendo un supporto prezioso nelle scuole del nostro territorio. Per quanto riguarda gli educativi comunali nella fascia d’età 0-6 anni, sono stati assistiti 79 bambini per un totale di 90.788 ore annue. Passando al primo ciclo delle scuole statali, che comprende la scuola primaria e secondaria di primo grado, l’assistenza è rivolta a 376 studenti, per un totale di 127.432 ore di supporto educativo all’anno. Nel secondo ciclo delle scuole statali, ovvero nelle scuole secondarie di secondo grado, la misura interessa 135 studenti, con un totale di 46.482 ore annue. Per quanto riguarda le scuole paritarie, che accolgono studenti dai 3 ai 18 anni, l’assistenza educativa invece concerne 76 alunni, per un totale di 24.428 ore annue. In totale, sono stati supportati 666 alunni con disabilità, per un complessivo di 289.130 ore di assistenza educativa fornite nell’anno scolastico 2024/2025. Rispetto al precedente A.S. l’incremento è del 9,9% (606 2023/2024 – 666 2024/2025).