Rimini: casa imbottita con 8 kg di cocaina, 80mila euro, preziosi e munizioni
5 Agosto 2024 / Redazione
Un’operazione della Guardia di Finanza di Rimini ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di droga, insieme a beni di lusso e munizioni illegali, nella casa di un imprenditore albanese di 44 anni residente a Sant’Aquilina. L’uomo è stato arrestato e posto sotto custodia cautelare nel carcere dei Casetti.
Durante la perquisizione, effettuata nella giornata di ieri, gli agenti hanno scoperto circa otto chili di cocaina nascosti in vari punti dell’abitazione: nel frigorifero, sotto dei pallet e dietro le piastrelle della cucina. Il blitz ha portato anche alla scoperta di 80.000 euro in contanti, sospettati di essere il provento delle attività illecite dell’uomo.
Oltre alla droga e al denaro, nella casa sono stati trovati oggetti di lusso, inclusi orologi di marchi prestigiosi come Cartier, Rolex e Hamilton, e svariati astucci contenenti monete rare e commemorative. Gli investigatori ritengono che questi oggetti siano stati acquistati con i proventi della vendita di cocaina, come parte di un sistema per riciclare denaro sporco.
Inoltre, sono state trovate 35 munizioni calibro 12 detenute senza alcuna autorizzazione legale, per le quali l’imprenditore è stato denunciato a piede libero.
Dopo il sequestro, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di traffico di droga e possesso illegale di munizioni. Il suo legale, l’avvocato Massimiliano Orrù, lo rappresenterà durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, che si terrà mercoledì davanti al Gip di Rimini, Vinicio Cantarini.
Le indagini che hanno portato all’arresto del 44enne sono iniziate nel dicembre 2023, a seguito del fermo di una Jeep Renegade a San Benedetto del Tronto. Il veicolo, guidato da un albanese di 25 anni residente a Rimini, trasportava due chili di cocaina. Questo arresto ha sollevato sospetti sul 44enne, considerato un possibile grossista di sostanze stupefacenti per la rete di spacciatori della Riviera romagnola.
Il sospettato mercoledì dvrà chiarire la propria posizione davanti al GIP. Le autorità continuano a indagare per verificare l’esatta portata delle operazioni di spaccio e il coinvolgimento di altri soggetti nella rete criminale.
(immagine d’archivio)