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Rimini, Farneti: “Ricostruiamocelo noi, da soli, il nostro Palazzo Lettimi”
17 Aprile 2024 / Redazione
Il Dott. Umberto Farneti ci ha fatto pervenire il testo di una lettera inviata al Sindaco, alla giunta e al consiglio comunale avente come oggetto la ricostruzione di Palazzo Lettimi.
In questi ultimi anni lo Stato italiano ha speso un mare di soldi nella ricostruzione della città di L’Aquila, non solo per le opere in superficie ma per la realizzazione di una vera cittadella sotterranea con tunnel in cemento armato, spazi con illuminazione e possibilità di agibilità per la gestione degli impianti tecnologici e le infrastrutture a servizio del centro storico.
Rimini invece, di fatto, per la sua ricostruzione dopo le distruzioni immani della guerra ha potuto contare, di fatto, unicamente sulle sole proprie risorse.
Rimini infatti, città politicamente “rossa”, da parte dei vari Governi democristiani che si sono succeduti nel corso dei primi quarant’anni dalla fine della guerra, nonostante sia stata l’ unica città, insieme a Cassino, rasa al suolo, ha ottenuto molto poco, praticamente quasi nulla. Lo stesso dicasi anche con i Governi di centro sinistra e infine di destra, successivamente, sino a tutt’oggi.
Questa infatti è anche la ragione e in questo modo si spiega perché la nostra sia la città con le strade in gran parte sprovviste di marciapiedi, in particolare quelle danneggiate dalla guerra e poi ricostruite (da Marina centro zona Teatro Novelli ecc. oppure via Tosi, via Ceccarelli, via Flori ecc., via Dell’Acquaio, via Ariete, del Passero, Ermete Novelli, ecc. via Balilla, via Arnaldo da Brescia ecc., via Lagomaggio, via Ruzzante ecc., i viali interni della zona a mare da p.le Kennedy sino a Bellariva ecc. ecc.) .
Solo in questi ultimi anni infatti si è reso possibile promuovere interventi sulla viabilità per cercare di porvi rimedio.
Inoltre aggiungasi altra vicendabche ha influito negativamente sulla possibilità di sviluppo delle infrastrutture e della qualità urbana della nostra città: quella rappresentata dal fatto che fino a che è durato, dagli anni ’60 e per oltre un ventennio, il sistema dei mutui a carico dello Stato, che riscuoteva praticamente tutte le tasse, concessi ai Comuni a pareggio del disavanzo dei loro bilanci e determinati nel loro ammontare, in ogni provincia, dalla GPA presieduta dal Prefetto, l’importo di quelli concessi a Forlì ed ai comuni del suo circondario era mediamente quasi il doppio dell’ammontare di quelli concessi a Rimini, che non era non ancora Provincia ma sotto Forlì, ed ai Comuni del suo circondario nonostante fossero stati quelli più colpiti dalla guerra.
Lo stesso del resto è accaduto anche con i Comuni della provincia di Pesaro rispetto a Rimini ed ai Comuni i del suo circondario dal momento che Pesaro “aveva i Santi in Paradiso” (leggi nel Governo democristiano). Infatti Forlani, più volte segretario nazionale della D.C. e più volte ministro e presidente del Consiglio dei Ministri era di Pesaro ed il “plenipotenziario” Tambroni più volte ministro e presidente del Consiglio, era anche lui marchigiano e democristiano.
Orbene essendo purtroppo andate così le cose e non accennando la situazione a cambiare, dal momento che a tutt’oggi non siamo ancora riusciti, dopo 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ad ottenere alcun finanziamento per la ricostruzione del Palazzo Lettimi né alcun aiuto, né dallo Stato (così prodigo con L’Aquila) nè dalla nostra Regione, e considerato che fortunatamente codesta Amministrazione, nel corso di questi ultimi anni, è riuscita con una buona gestione del suo bilancio a ridurre il debito pubblico del nostro Comune da circa 150 milioni di euro a “soli” 50,cprocediamo allora, ancora una volta, con coraggio e determinazione come abbiamo sempre fatto, facendo di nuovo appello alle sole nostre forze: accendiamo un mutuo a carico delle casse comunali e finalmente ricostruiamocelo noi, da soli, il nostro Palazzo Lettimi, che è forse il più importante degli edifici storici privati della nostra città.
Dott. Umberto Farneti