HomeEconomia e LavoroRimini, Federconsumatori: “Ci troviamo in un Paese disuguale. 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta”

Federconsumatori: “La priorità del Governo non sembra affatto essere orientata a ridurre o eliminare queste disuguaglianze”


Rimini, Federconsumatori: “Ci troviamo in un Paese disuguale. 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta”


17 Ottobre 2024 / Redazione

I dati odierni sulla povertà delle famiglie rivelano un quadro desolante. Nel 2023 – scrive in una nota  Federconsumatori Rimini – infatti, secondo il Report sulla povertà nel 2023 diffuso dall’Istat sono oltre 2,2 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta, l’8,4% sul totale delle famiglie residenti (valore è stabile rispetto al 2022). Stabile anche il dato relativo alla povertà, che interessa circa 5,7 milioni di individui, il 9,7% sul totale degli individui residenti. Anche la “povertà relativa” familiare, pari al 10,6%, si attesta sugli stessi livelli dello scorso anno. Non consola affatto che il dato sia stabile rispetto al 2022: si tratta di cifre allarmanti, enormi, che fotografano una situazione di disagio radicata.

Problemi che riguardano anche il nostro territorio – prosegue la nota – dove l’inflazione anche nel mese di settembre rimane doppia + 1,5% rispetto al dato nazionale + 0,7%. Il nostro Osservatorio continua a registrare sacrifici e rinunce sul fronte dei consumi: con una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%).

Situazione che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione del territorio, a testimonianza dell’impoverimento dei ceti medi e del dilagare del fenomeno del lavoro povero.

A questo si aggiunge la rinuncia alle cure: secondo il recente rapporto dalla Fondazione Gimbe – prosegue Federconsumatori – sono 4,5 milioni gli italiani costretti a tale rinuncia, di questi circa 2,5 milioni rinunciano per motivi economici. Infatti il dato inflattivo territoriale su servizi sanitari e spese per la salute che anche per il mese di settembre registra un valore tendenziale in crescita del + 2,7%.

Ci troviamo in un Paese disuguale, ma la priorità del Governo non sembra affatto essere orientata a ridurre o eliminare queste disuguaglianze.

La manovra finanziaria ne è l’ennesima conferma. Sebbene la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale rappresenti una nota positiva, ci saremmo aspettati misure più incisive, a partire da una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non quelli più elevati. Una manovra capace di intaccare gli extraprofitti – conclude la nota di Federconsumatori – disponendo una tassazione adeguata e non un anticipo di liquidità, e di intensificare seriamente la lotta all’evasione e all’elusione fiscale”.