“L’inflazione a maggio – scrive in una nota Federconsumatori – anche a Rimini torna a scendere di uno 0,3% rispetto al mese precedente: secondo i dati resi noti oggi dall’Istat il tasso sul nostro territorio si attesta al 7 %. Un rallentamento dovuto soprattutto alla misurata diminuzione dei prezzi dei beni energetici. Una dinamica che non ci convince ancora del tutto, dal momento che, a nostro avviso, i prezzi dovrebbero diminuire molto di più di quanto non stia avvenendo. Il fatto che i cittadini pagano prezzi ancora eccessivamente cari, alimenta il sospetto che forti dinamiche speculative siano ancora in atto. A fronte di un tasso di inflazione del 7 %, i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente del 12,3 % , quasi il doppio del dato inflattivo generale.
Segnaliamo – prosegue la nota – che a crescere maggiormente sono i costi di pane e cereali + 15%, oli e grassi + 24%, latte formaggi e uova + 17%, Zucchero, dolciumi, cioccolato, miele e confetture + 14,9%, vegetali + 10,9%, acque minerali, bevande analcoliche e succhi +17,4%, prodotti ittici +9,5%. Una dinamica allarmante, che in molti casi diverge dall’andamento registrato dai costi delle materie prime.
Con l’inflazione a questi livelli – prosegue Federconsumatori Rimini – le ricadute per le famiglie, già provate dagli aumenti dello scorso anno, restano estremamente onerose: secondo le stime dell’Osservatorio Federconsumatori sono pari a 2.164,80 euro annui a famiglia.
Non dimentichiamo che questi rincari non pesano per tutti in maniera uguale: infatti, incidono in maniera più pesante sui redditi bassi, decurtandone il potere di acquisto già fortemente eroso dalla crisi. Per sostenere le famiglie più esposte alla inflazione e per evitare ripercussioni sempre più pesanti sull’intero sistema economico, dettate da un calo della domanda, occorre un cambio di rotta importante e deciso, che operi principalmente in tre direzioni:
– L’incremento del potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a reddito fisso, con una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale;
– un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle aziende (di energia e non solo), che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni e che in molti casi continuano a mantenere prezzi eccessivamente alti per pura avidità, indirizzando tali fondi a sostegno delle famiglie;
– l’avvio immediato di monitoraggi capillari – conclude la nota di Federconsumatori Rimini – (come da tempo abbiamo chiesto con rilevazioni a livello provinciale), dei prezzi da parte del Garante e con l’aiuto delle Associazioni dei Consumatori, per rilevare e contrastare in maniera tempestiva i fenomeni speculativi”.