Rimini: inaugurata la mostra fotografica “The Invisible Breasts – Seni Invisibili”
20 Novembre 2024 / Redazione
Quale è il posto dell’allattamento e della donna nella società attuale? E con quali occhi noi dovremmo guardarla? Sono le stimolanti domande che pone la mostra “The Invisible Breasts – Seni Invisibili” della fotografa svedese, inaugurata mercoledì 20 novembre alla Galleria dell’Immagine di Rimini, in via Gambalunga.
L’esposizione itinerante, composta da una quarantina di scatti dell’artista scandinava, dopo il successo delle tappe di Bologna, Cesena, Reggio Emilia e Imola, arriva a Rimini e resterà aperta al pubblico fino al 22 dicembre con un percorso strutturato su due spazi espositivi: all’esposizione principale, negli spazi della Galleria dell’Immagine, si affianca una piccola selezione di opere su tessuto esposte all’interno dell’ospedale Infermi, nell’atrio a piano terra nuovo DEA.
Con questo progetto la Regione Emilia Romagna e l’AUSL della Romagna, che organizzano l’iniziativa con il patrocinio del Comune di Rimini, ribadiscono il proprio sostegno all’allattamento come pratica di salute, elemento di empowerment delle donne e dei genitori e di facilitazione della relazione con la bambina e il bambino.
“Le immagini di questa mostra ci invitano a riflettere con una rara potenza sulla percezione e sull’atto dell’allattamento – ha sottolineato nel suo saluto Francesca Mattei, assessora alle Politiche Giovanili del Comune di Rimini – e, ancora più in generale, sul ruolo della donna nella società di oggi. Questa esposizione, patrocinata dal Comune, oltre a farsi ‘racconto fotografico’, è così un modo per interrogarsi sui pregiudizi e sulle sfide intorno all’esperienza della maternità e alla libertà effettiva delle donne mediante un percorso per immagini, che mette al centro il tema dell’allattamento come un diritto da sostenere e un tema di salute pubblica, così da combattere tutti insieme quello stigma che ancora rimane sull’allattamento. Fare tutto questo in due sedi, ovvero una all’ospedale Infermi e l’altra alla Galleria dell’Immagine, permette di estendere e diffondere ancora di più questo importante messaggio che come Amministrazione stiamo cercando di promuovere, anche attraverso spazi dedicati in centro città nell’intento che di rendere qualcosa di socialmente accettato il seno, che rappresenta il generare e la vitalità”.
“Queste immagini parlano di amore infinito, del gesto di amore per eccellenza all’inizio della nostra vita – ha affermato Francesca Raggi, direttrice del presidio ospedaliero Rimini-Santarcangelo-Novafeltria – e sinceramente mi fa strano che servano evidenze scientifiche per legittimarlo… Fra l’altro il nostro ospedale ha storicamente una vocazione per l’area materno infantile e da un po’ di tempo a questa parte si è sempre più aperto alla comunità, promuovendo la continuità dei percorsi e rinnovando il contratto di fiducia con i cittadini, quale pilastro fondamentale della comunità. Nel 2024 l’ospedale Infermi compie 50 anni, ricorrenza che verrà celebrata con varie iniziative, tra cui, e qui lo anticipo, l’intitolazione del 6° piano a Ugo Gobbi, antesignano proprio dell’allattamento al seno”.
“Dopo tanti progressi tecnologici nella cura dei bambini, si conferma come l’allattamento sia il principale determinante di salute fisica e mentale, attuale e futura, dei bambini e della società, a bassissimo costo – ha rimarcato nel suo intervento Gina Ancora, Direttore della Terapia Intensiva Neonatale di Rimini –. Il latte materno è un tessuto vivo la cui composizione si adatta ai ritmi del bambino riduce l’incidenza di malattie infettive, di allergia, di diabete e migliora lo sviluppo neurologico; nella mamma favorisce il recupero di un peso ottimale, riduce il rischio di tumore al seno e all’ovaio, migliora l’attaccamento con il proprio bambino e riduce il tasso di abbandoni. Allattare richiede fiducia, cultura e sostegno da parte di tutti, a partire dai vertici delle aziende sanitarie per arrivare a tutti i professionisti e diffondersi poi verso la società ed i servizi educativi. Con questo tipo di approccio siamo riusciti ad ottenere nel nostro territorio che il 98% dei neonati vengano dimessi in allattamento dopo la nascita, di cui l’86% in allattamento esclusivo. Nel 2023, a 3 e 5 mesi di vita dei bambini, questo tasso è stato il migliore tra quelli rilevati in Regione Emilia Romagna. Lavoriamo per ampliare gli spazi fisici e mentali riservati alle donne che allattano ed ai loro bambini”.
Cambiare l’inizio della storia per poi cambiare anche il resto è stato, in sintesi, il messaggio lanciato da Simona Di Mario, pediatra del Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva – Settore Assistenza Territoriale della Regione Emilia Romagna: “Nel campo della promozione della salute abbiamo bisogno anche di queste forme di linguaggio, a volte anche forti, per il riconoscimento del potere delle donne, mostrando il corpo, pure nel caso di persone che hanno avuto tumore al seno. Siamo davvero contenti che Rimini sia la quinta tappa in regione di questa esposizione itinerante, con l’obiettivo di compiere ulteriori passi avanti sul fronte della consapevolezza femminile”.
Quindi è toccato all’autrice illustrare le caratteristiche di questo suo lavoro. “Il progetto è nato nel 2013 in Svezia, mio Paese natale, quando le donne che allattavano in luoghi pubblici venivano infastidite dalle altre persone, quindi con la finalità di opporsi a questa forma di intolleranza – ha spiegato Elisabeth Ubbe, mostrando anche un paio di video e una carrellata delle foto che formano l’esposizione, ognuna delle quali racchiude una storia densa di significati –. Non sostenere l’allattamento, volendo darne un’immagine diversa, è una forma di violenza, passiva e sistematica, contro le donne, che spesso vengono ritratte come passive, fragili e sofferenti. Ho lanciato la mia idea su Facebook e ho ricevuto tante adesioni, per cui dopo aver parlato con ciascuna di loro ho poi scelto di mostrare queste donne nella quotidianità dell’allattamento, mentre l’unica foto studiata a tavolino è quella della copertina della mostra e del libro, con un significato forte. Con il loro latte queste quattro donne hanno rivitalizzato una fattoria per la produzione di latte biologico che era stata incendiata da un piromane, causando la morte dei 73 mucche. E un senso analogo ha anche la mia reinterpretazione della Pietà di Michelangelo: invece di assistere soffrendo alla sua morte, la mia Maria prende il figlio giù dalla croce e lo rimette in forze con il suo latte. Un messaggio che lancio anche con il breve video ‘Re-Creation’, ovvero che noi madri possiamo essere le eroine in grado di cambiare le cose, in particolare per combattere il patriarcato che affigge ancora la nostra società”.
Nell’occasione l’autrice ha allestito anche un piccolo set fotografico per le donne (in allattamento e non) che desideravano farsi ritrarre, immagini che alimenteranno così di continuo il progetto.
La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile alla Galleria dell’Immagine di Rimini dal 20 novembre al 22 dicembre. Questi gli orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Mostra fotografica
The Invisible Breasts – Seni invisibili di Elisabeth Ubbe
Elisabeth Ubbe, pluripremiata fotogiornalista svedese, ritrae l’allattamento evidenziando la specificità di ogni donna, privata di quell’aura di romanticismo così spesso usata, con foto in controluce o che esaltano la magnificenza della natura. Chiede alla donna di scegliere un contesto che rappresenti la sua vita di madre. Ogni fotografia ha la sua storia.
In una epoca in cui il gesto di allattare in pubblico talvolta può essere considerato irritante se non addirittura offensivo, l’artista sceglie di catturarne immagini tratte dal quotidiano: in casa, in città, negli spazi di gioco dei bambini e in tutti quei luoghi in cui le donne trascorrono normalmente il tempo con i propri figli. Ritrae anche donne a seno nudo in situazioni in cui normalmente sarebbero vestite e donne operate per tumore al seno. Queste fotografie aiutano a riflettere sull’immaginario comune e sull’idea del corpo femminile nello spazio pubblico che influenza la rappresentazione di sé e, di conseguenza, la fiducia di ognuna nella propria capacità di allattare.
“Ho un sogno. Vorrei che le donne fossero viste e accettate così come sono. Vorrei che l’allattamento fosse accolto in ogni luogo in cui la donna e il bambino vogliono o hanno bisogno di allattare”: ecco, nelle parole dell’artista svedese, il senso più profondo del percorso illustrato nella mostra. Le fotografie formano un mosaico di immagini contemporanee e stimolano la riflessione su quali rappresentazioni di donne ci vengono offerte dal mondo che ci circonda.
Elisabeth Ubbe
E’ una fotogiornalista svedese il cui lavoro si concentra su tematiche relative alle donne, alla uguaglianza, alla giustizia sociale e allo sviluppo sostenibile. Dopo aver lavorato come ostetrica per molti anni, si è diplomata alla Nordic School of Photography, a Bishop-Arnö.
Le sue fotografie sono state pubblicate su riviste e media nazionali e internazionali. Ha esposto in occasione di numerose mostre ed è stata insignita di diversi premi; il suo lavoro è stato presentato alla Conferenza delle Donne delle Nazioni Unite nel 2018, 2019 e 2021. Collabora stabilmente con il The New York Times e altri giornali, combinando questa attività con la cura di progetti di ricerca artistica personali.