HomeAmbienteRimini, Monumenti Vivi: “Il nuovo piano del verde. Occorre mettere al centro i diritti delle piante”

Arianna Lanci, Monumenti Vivi: “Mi rassicurerebbe sapere che il nuovo piano del verde mette al centro in primis la cura e il mantenimento del verde esistente”


Rimini, Monumenti Vivi: “Il nuovo piano del verde. Occorre mettere al centro i diritti delle piante”


14 Aprile 2024 / Redazione

Già il sottotitolo – scrive Arianna Lanci di Monumenti Vivi Rimini – aveva destato la mia preoccupazione, quel “ripensare” la natura “per” la città mi ha subito messa a disagio. La natura non va ripensata, la natura va rispettata, e valorizzata, va messa al centro, una volta per tutte. Ripensare la città per la natura dunque, non il contrario, sarebbe la vera novità.

Ieri mattina sono stata alla presentazione del nuovo piano del verde, e l’introduzione dell’Amministratrice di Anthea, Carlotta Frenquellucci, ha subito messo in luce la causa di un necessario ripensamento nella nostra relazione con la natura: il cambiamento climatico.

Come a dire, adesso che è chiaro a tutti che il verde ci può aiutare, che il verde ci è utile – perché di questo si tratta – dobbiamo iniziare ad occuparcene in modo diverso, in modo migliore. Sul modo – prosegue Arianna Lanci – non si è detto nello specifico, ma di certo un’idea è passata forte e chiara: le piante continuano ad essere considerate unicamente a partire dal nostro benessere, dai nostri bisogni, dalla nostra idea di bellezza. Ma al benessere delle piante, a prescindere da noi, chi ci pensa? Non sarebbe questo il momento di metterlo al centro?

Non è il nuovo piano del verde, presentato come avanguardistico, ad avere tutte le carte in regola per portare finalmente nel dibattito politico il tema prioritario dei diritti del mondo vegetale. E avrei voluto chiederlo, se questo nuovo piano affronta un simile cambio di prospettiva culturale: il diritto delle piante a vivere e a vivere bene.

Ma come spesso capita a questi incontri, lo spazio per le domande e gli interventi dell’uditorio è risicato e nella pratica non c’è, perché dopo più di un’ora e mezza quasi tutti devono andarsene.

Mi ha colpito un certo utilizzo delle parole: la parola “infrastrutture verdi” ad esempio, stata usata più che la parola piante. E non mi sembra di aver mai sentito la parola cura.

Avrei voluto chiedere – continua Arianna Lanci di Monumenti Vivi Rimini – inoltre in che modo verrà tutelata la relazione tra mondo vegetale e mondo animale: uccelli, insetti, piccoli mammiferi, come rientrano concretamente nel nuovo piano?

Come potrà questo nuovo piano, cui si legherà un nuovo regolamento del verde pubblico e privato, scongiurare il rischio di nuovi abbattimenti, di nuove potature selvagge e di continue capitozzature cui noi cittadini assistiamo impotenti?

E a proposito di biodiversità, lo sfalcio del verde: dove, quando e come tagliare?

Ci è stato detto che come cittadini dobbiamo collaborare, ma fino a quando la politica non metterà al centro il tema dei diritti delle piante sarà inevitabile che in tanti continueranno a pensare di poterne disporre a loro uso e consumo, proprio come oggetti. E allora il privato cittadino che ha un albero nella sua proprietà giustamente ne continuerà a fare ciò che vuole, ma è questo il punto: non dovrebbe, perché le piante sono vive e la vita va rispettata, mettendo in atto misure, norme e controlli. E quanto alla cura del verde da parte del pubblico, penso alla pratica di potare siepi e cespugli ancora fino ai primi di aprile e alla totale rasatura dei bordi del fiume Marecchia (dato che si accennato anche al tema delle alluvioni).

A me non rassicura – conclude Arianna Lanci di Monumenti Vivi Rimini – il questionario affidato ai cittadini, a me rassicurerebbe sapere che il nuovo piano del verde mette al centro in primis la cura e il mantenimento del verde esistente, a partire dalle competenze di botanici, entomologi e ornitologi.

E comunque avevo capito male, ieri non era un incontro sui contenuti, era una sorta di campagna di lancio, ci sarà il questionario da compilare – perché tutti i cittadini sono chiamati a dire la loro – ci saranno laboratori, spettacoli, arriveranno dati, e poi altri dati, e poi.. e poi.. e poi a me resta sempre la stessa sensazione- che la Natura non venga mai messa davvero al centro, e questa sensazione è dolorosa.

Perché ostinarsi nella stessa visione rigidamente antropocentrica che ci ha condotti proprio nel punto in cui ci troviamo, cambiamento climatico compreso?”.