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Pio Turroni (1906-1982) per tutta la vita lavora come muratore


Rimini, presentazione del libro su Pio Turroni l’anarchico che voleva far la pelle al duce


9 Febbraio 2023 / Redazione

Sabato 11 febbraio, alle 17.30, presso la biblioteca Libertad, in via Nigra, presentazione del libro sulla vita dell’anarchico cesenate Pio Turroni, “La rivoluzione comincia ora”, con l’autore Lorenzo Pezzica.

Pio Turroni (1906-1982) per tutta la vita lavora come muratore. È un uomo semplice, un autodidatta, ma la sua non è affatto una storia semplice. Schedato a sedici anni come sovversivo, diventa ben presto uno dei più importanti (e sorvegliati) anarchici italiani, intimo amico di militanti internazionalmente noti come l’ucraino Nestor Machno, quando è ormai esule in Francia, o come l’italiano Camillo Berneri, di cui è il più stretto collaboratore quando nel 1937 gli stalinisti lo ammazzano a Barcellona. Combatte, e non in senso metaforico, il nazifascismo, il franchismo e lo stalinismo, anche se sono le democrazie a mandarlo ripetutamente in galera. Collabora con Garosci, Lussu, Valiani e molti altri «fuoriusciti» antifascisti, con i quali scappa fortunosamente da Marsiglia allo scoppio della seconda guerra mondiale. E tenta, con altri anarchici italiani e spagnoli, di far fuori Mussolini per ben tre volte. Senza riuscirci, ma senza smettere un solo istante di combattere il fascismo in qualsiasi parte del mondo si trovi. Uomo d’azione e non di lettere, nondimeno fonda giornali e case editrici. Turroni frequenta anche Rimini: Ugo Gobbi, suo amico e pediatra,  ne ricorda la capacità di colloquiare coi bambini e la costruzione, assieme a loro, della casetta per i giochi in muratura nel giardino del CEIS.

Ecco, questo è stato Pio Turroni, mani callose, passione anarchica.

Quello era il secondo tentativo. Il primo era sfumato nel maggio del 1937, ma Pio mica ci aveva rinunciato a far la pelle al duce. E ora ecco che si presentava l’occasione buona: le vacanze estive che Mussolini avrebbe trascorso a Riccione la prima settimana di agosto del 1938. Non c’era tempo da perdere. Gli autori dell’attentato sarebbero stati lui e Domenico: erano tutti e due di quelle parti e sapevano come muoversi”.

 

Lorenzo Pezzica, archivista e storico, vive e lavora a Milano. Collabora con il Centro studi libertari – Archivio G. Pinelli di Milano. Oltre a diversi testi di archivistica, ha pubblicato Anarchiche. Donne ribelli del Novecento (Shake, 2013) e Le magnifiche ribelli 1917-1921 (Elèuthera, 2017) e ha curato Michail Bakunin, Viaggio in Italia (Elèuthera, 2013).