Rimini, crescono i lavoratori dipendenti ma oltre il 93% sono a termine
9 Luglio 2024 / Redazione
Con riferimento ai dati “destagionalizzati”, nel territorio Romagna i primi tre mesi del 2024 rilevano un saldo occupazionale pari a +2.945; il saldo risulta positivo in tutti i settori analizzati, ad eccezione dell’Industria in senso stretto (‑34 posizioni), con il maggiore che si verifica nel Commercio e turismo (+1.319 posizioni).
Le attivazioni di rapporti di lavoro sono state 49.445; nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente (gennaio-marzo 2023) si registra un aumento (+1,6%). Il 40,4% ha interessato il Commercio e turismo, il 31,9% gli Altri servizi, il 14,0% l’Agricoltura, il 9,3% l’Industria e il 4,4% le Costruzioni; in merito alla tipologia contrattuale, le attivazioni di lavoro dipendente hanno prevalentemente riguardato i contratti a tempo determinato, di apprendistato e di lavoro somministrato (92,6% del totale), e meno quelli a tempo indeterminato (7,4%). In tale contesto, il 6,6% dei rapporti di lavoro attivati a tempo determinato, di apprendistato e in somministrazione (3.004 unità) si sono trasformati in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Le cessazioni complessive di posizioni lavorative, invece, ammontano a 46.500; nel confronto tendenziale (sul primo trimestre 2023) si rileva una sostanziale stabilità (+0,1%).
I rapporti di lavoro dipendente in provincia di Rimini
I dati “destagionalizzati” riferiti ai rapporti di lavoro dipendente relativi al primo trimestre 2024, in provincia di Rimini, rilevano un saldo occupazionale pari a +1.326; il saldo risulta positivo in tre settori analizzati (su cinque), con il maggiore che si verifica nel Commercio e turismo (+793 posizioni), e negativo nell’Industria in senso stretto (-86) e nelle Costruzioni (-83).
Le attivazioni di rapporto di lavoro sono state 24.231, in crescita (+3,3%) nel confronto tendenziale (su gennaio-marzo 2023). Il 55,8% ha riguardato il Commercio e turismo, il 30,8% gli Altri servizi, il 5,9% l’Industria, il 4,0% le Costruzioni e il 3,5% l’Agricoltura; in merito alla tipologia contrattuale, le attivazioni di lavoro dipendente hanno interessato, in netta prevalenza, i contratti a tempo determinato, di apprendistato e di lavoro somministrato (93,7% del totale), e meno quelli a tempo indeterminato (6,3%). In tale contesto, il 5,8% dei rapporti di lavoro attivati a tempo determinato, di apprendistato e in somministrazione (1.313 unità) si sono trasformati in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Le cessazioni complessive di posizioni lavorative, invece, ammontano a 22.905, con un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,7%).