Si è svolta ieri pomeriggio alla presenza del vescovo Mons. Nicolò Anselmi e del sindaco Jamil Sadegholvaad la cerimonia di intitolazione a San Domenico Savio della rotonda situata ai Padulli, tra le vie Tristano e Isotta e Villagrande. Presenti insieme a tanti cittadini del quartiere anche il parroco don Giampaolo Rocchi, l’assessore alla Toponomastica Francesco Bragagni, il direttore dei Salesiani Rimini Don Roberto Smeriglio, il presidente di Riviera Banca Fausto Caldari e uno dei componenti della commissione toponomastica Davide Bagnaresi.
La rotatoria si trova vicino alla chiesa già dedicata al Santo. La richiesta di intitolazione è stata fatta da tanti residenti della zona e dal parroco della chiesa che, già da qualche anno, ha compiuto 50 anni ed è da sempre un punto di incontro per la comunità.
Domenico Savio nacque nel 1842 a Riva di Chieri in Piemonte. Secondo di dieci figli, molti dei quali morti in tenera età, figlio di un fabbro e di una sarta. Un anno dopo si trasferirono a Morialdo di Castelnuovo d’Asti, e nel 1853 a Mondonio, nello stesso comune, dove il 2 ottobre 1854 Domenico avrebbe incontrato San Giovanni Bosco. Domenico espresse subito l’intenzione di studiare per diventare sacerdote, e riconosciute in lui qualità spirituali poco comuni ai ragazzi della sua età, Don Bosco accolse la sua richiesta. Divenne quindi suo allievo speciale presso l’oratorio di Torino. Si distinse subito per il suo carattere mite, la sua saggezza, la dedizione alla preghiera, la devozione all’Immacolata e la grande carità verso i compagni, come narra Don Bosco nella biografia che egli stesso scrisse di lui. Sul finire del 1856 Domenico iniziò ad avere problemi di salute molto seri, e l’anno dopo, la malattia lo costrinse a rientrare in famiglia, dove in seguito a una grave polmonite, si spense fra le braccia dei genitori. Veneratissimo e molto popolare, venne proclamato Beato il 5 marzo 1950 da Pio XII e canonizzato il 12 giugno 1954.