Home___primopianoRimini: soldi per evitare controlli, a processo agente della Polizia Locale Valmarecchia

Un 52enne arrestato dalla Squadra Mobile avrebbe chiesto denaro soprattutto a esercenti stranieri, acquisite anche immagini di telecamere


Rimini: soldi per evitare controlli, a processo agente della Polizia Locale Valmarecchia


21 Gennaio 2025 / Redazione

A Rimini è fissato per il 16 aprile l’inizio del processo, con rito abbreviato, che vede imputato un agente della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, accusato di concussione. Il 52enne, originario della Campania e residente a Rimini, era stato arrestato lo scorso giugno dalla Squadra Mobile di Rimini. Dopo il suo arresto, l’agente è stato reintegrato a lavoro, ma in un’altra sede lontana dai luoghi dei fatti contestati.

Secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile, coordinate dal sostituto procuratore Alessia Mussi, l’agente avrebbe richiesto somme di denaro ai titolari di attività commerciali della Valmarecchia, prevalentemente di nazionalità straniera, in cambio di una presunta “protezione” dai controlli amministrativi. In alcuni casi, avrebbe fatto credere di aver rilevato irregolarità passibili di sanzioni, che potevano però essere ignorate con il pagamento di alcune migliaia di euro.

Le accuse si basano su sette episodi di concussione contestati, tre dei quali consumati. L’agente, in alcuni dei casi, si sarebbe presentato in divisa e con l’auto di servizio, come confermato dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori. Durante le indagini, nella sua abitazione è stata effettuata una perquisizione, e sul suo conto corrente sono stati sequestrati preventivamente circa 16mila euro, ritenuti il profitto dei reati contestati.

Il processo si svolgerà davanti al gip Vinicio Cantarini con rito abbreviato. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Francesco Pisciotti e Massimiliano Giacumbo, punta a dimostrare la legittimità delle somme sequestrate attraverso la presentazione di una memoria difensiva.

Nonostante il reintegro lavorativo, l’agente è sottoposto al divieto di avvicinamento alle persone offese, ovvero i titolari delle attività commerciali coinvolte. A questi, secondo l’accusa, avrebbe anche lasciato intendere la possibilità di ulteriori controlli futuri, che potevano essere evitati mediante il pagamento di denaro.