Confesercenti Rimini: “I commercianti non sono dei bancomat”
4 Novembre 2023 / Redazione
“Dopo il tetto al cash, dopo l’obbligo di POS per imporre l’accettazione di pagamenti con carte e bancomat senza considerare i costi sostenuti dagli esercenti, dopo il rilancio della lotteria degli scontrini, ora – scrive in una nota Fabrizio Vagnini, Presidente Confesercenti provinciale Rimini – nella legge di bilancio di quest’anno si prevede di far diventare negozianti, tabaccai e giornalai veri e propri ‘bancomat’ per far prelevare ai cittadini tramite POS fino a 250 euro in contanti. Un intervento ancora da capire, il cui obiettivo sarebbe evitare che i residenti dei piccoli comuni non serviti da istituti bancari accumulino troppo contante in casa.
“Si chiede quindi ai commercianti – prosegue la nota di Vagnini – da un lato di sostituire le banche, che nel frattempo chiudono gli sportelli improduttivi, e di erogare contanti; dall’altro di scoraggiare l’uso del cash. Un evidente ossimoro e un’idea di difficile applicazione: il commerciante, per erogare contanti, dovrebbe infatti detenere disponibilità di liquido congrue, con tutti i rischi che ne derivano. Per una commissione prevedibilmente non superiore a un euro, forse il gioco non vale la candela.
Non è solo un riconoscimento dell’impossibilità di eliminare banconote e monete, ma anche l’ennesimo provvedimento contraddittorio sui pagamenti, fronte su cui negli ultimi dieci anni si sono moltiplicati interventi e incertezze, mentre l’accordo per tagliare le commissioni POS che pesano sui piccoli esercenti non ha ancora generato riduzioni apprezzabili. Non è stato raggiunto neanche l’obiettivo della trasparenza, rendendo chiare ed esplicite le condizioni applicate da banche e intermediari: la comparazione fra le offerte, pubblicata sul CNEL, è una babele in cui è impossibile districarsi se non affidandosi a un esperto. E le migliori condizioni – conclude la nota di Fabrizio Vagnini, Presidente Confesercenti provinciale – non sono applicate d’ufficio dalle banche: sono le imprese a dover presentare istanza. Un sistema che a nostro avviso non funziona: chiederemo revisioni e verifiche dell’efficacia del protocollo”.