In vista del periodo natalizio tornano i grandi eventi di raccolta fondi organizzati dall’Istituto Oncologico Romagnolo, a sostegno dei progetti che permettono alla ricerca contro il cancro di non rallentare o a beneficio degli ospedali del territorio e dei pazienti che li frequentano. Dopo il grande successo della cena della sede di Forlì, che il 26 ottobre ha messo a sedere all’Auditorium San Giacomo 200 persone per un ricavato di circa 19.000 euro, è il momento di Rimini: venerdì 17 novembre la meravigliosa “Sala Ressi” del Teatro Galli ospiterà un’iniziativa di grande rilevanza per la città adriatica. Il ricavato del “Charity Dinner” andrà infatti a sostegno del Reparto di Oncologia dell’Ospedale “Infermi”, per contribuire ai lavori di umanizzazione del dipartimento condotto dal dott. Davide Tassinari. Una causa molto sentita, tant’è vero che la Sala Ressi si preannuncia gremita in ogni ordine di posto e l’evento è da considerarsi sold-out. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Comune di Rimini.
Rendere i luoghi di cura sempre più accoglienti, perché un ambiente più curato significa maggiore sensibilità all’essere umano e sposta l’attenzione dalla malattia alla persona stessa. È con questo spirito che l’Istituto Oncologico Romagnolo sta intervenendo nei vari reparti degli ospedali del territorio, affinché la bellezza entri a far parte del percorso di chi si reca a sottoporsi ad esami e terapie. Fulgidi esempi della direzione intrapresa la rivisitazione degli ambienti della Medicina Nucleare del “Bufalini” di Cesena, della Radioterapia dell’“Infermi” di Rimini e della Chirurgia Senologica del “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, sostenuti con contributi rispettivamente di 42.000, 50.000 e 55.000 euro.
«Se vogliamo che gli ospedali della Romagna raccontino più dell’accoglienza e della cura che della malattia e della sofferenza, dobbiamo tenere conto della bellezza degli ambienti in cui i pazienti oncologici sono costretti a trascorrere molta della loro quotidianità – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – se le nostre strutture sono brutte, fatiscenti, pensate ed adatte solo a somministrare terapie e a trattare la patologia, all’interno di un contesto del genere è normale che una persona finisca con il sentirsi esclusivamente un malato. Per questo motivo riteniamo che ridare luce e colore ai luoghi di cura sia sicuramente un progetto molto importante: se vogliamo mettere l’essere umano e non la patologia al centro, la bellezza deve far parte del percorso di cura. Ritengo che questi lavori di umanizzazione rappresenteranno un valore aggiunto anche dal punto di vista dei professionisti, che all’interno del reparto spesso trascorrono più tempo che a casa: ambienti più confortevoli anche per medici ed infermieri si tradurranno in una migliore efficienza e in un servizio più performante».
Durante la cena, realizzata in collaborazione col Comune di Rimini, sarà inoltre proiettato “Luce Naturale”, un cortometraggio di 20 minuti scritto da Francesco Bentini per la regia di Riccardo Calamandrei, frutto del lavoro portato avanti da SIMM (Società Italiana di Leadership e Management in Medicina), in collaborazione con l’AUSL Romagna, l’IRST (Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori”), EngageMinds Hub e NoiISiamo. Obiettivo della pellicola: fortificare il connubio tra medicina narrativa e salute, abbattendo gli stereotipi e i tabù della malattia oncologica. L’opera racconta l’esperienza di Paola, paziente come tante, che affronta una diagnosi di tumore, spiegando agli studenti l’arte di trovare uno sguardo nuovo sulle cose, attraverso il quale la propria realtà si ricompone, in prospettiva, come in una sequenza di frammenti fotografici. L’evento è dunque della massima importanza, come testimoniato dalle presenze già confermate. Oltre ad una Sala Ressi già gremita sono infatti previsti, nel corso della serata, gli interventi tra gli altri del dott. Davide Tassinari, Responsabile dell’Oncologia di Rimini, e di Kristian Gianfreda, Assessore Politiche per la Salute e il Sociale della città adriatica.