Romagna, CGIL: “Maltempo. Prioritaia la messa in sicurezza della popolazione”
19 Settembre 2024 / Redazione
“Un’ondata di eccezionali precipitazioni – scrive la Segreteria CGIL dell’Emilia-Romagna in una nota – sta colpendo ancora una volta la regione Emilia-Romagna in maniera drammatica: numerosi corsi d’acqua esondati, migliaia di persone evacuate o in allerta, la sospensione delle linee ferroviarie e stradali, la rilevazione di molte frane appenniniche.
Come CGIL Emilia Romagna esprimiamo la massima vicinanza alle comunità colpite e ringraziamo le lavoratrici e i lavoratori che stanno operando con il massimo impegno per garantire la sicurezza e il sostegno alla popolazione colpita.
In queste ore la priorità è mettere in sicurezza la popolazione e il territorio e chiediamo quindi alla Regione Emilia-Romagna e a tutte le Istituzioni coinvolte di convocare con urgenza il tavolo regionale e i tavoli territoriali per la gestione dell’emergenza. E’ inoltre assolutamente necessario garantire la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori, sospendendo le attività a rischio: nessuno deve essere messo in pericolo per mere ragioni di profitto.
Superata la fase di gestione della prima emergenza – scrive ancora la Segreteria CGIL Emilia-Romagna – sarà necessario tuttavia aprire una discussione complessiva su quanto messo in campo per la ricostruzione a seguito degli eventi del maggio 2023.
Come CGIL abbiamo denunciato in molte occasioni le scelte sbagliate compiute dal Governo in questi 16 mesi, rivendicando la necessità di risorse adeguate e di provvedimenti legislativi che garantissero tanto il risarcimento al 100% dei danni subiti dalla popolazione quanto l’avvio celere di un importante progetto di messa in sicurezza del territorio in grado di affrontare le enormi criticità emerse.
Sono stati commessi molti errori inaccettabili: il tempo perso per la nomina del Commissario straordinario, una struttura commissariale senza la dotazione di personale adeguato e lontana dal territorio, norme sbagliate che hanno reso le procedure di risarcimento e ricostruzione lente e farraginose.
I risultati dei ritardi e delle scelte sbagliate compiute dal Governo sono sotto gli occhi di tutti: gran parte della popolazione colpita in queste ore non ha ancora ricevuto un euro dei risarcimenti per i danni del maggio 2023 – prosegue la nota – e il processo di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio procede a singhiozzo, senza risorse adeguate e senza la visione complessiva che sarebbe necessaria.
Viviamo dentro una vera e propria crisi climatica e si moltiplicano gli eventi estremi: ne sono esempio lampante il caldo estremo degli scorsi mesi e gli eventi alluvionali che colpiscono con sempre maggiore frequenza il nostro territorio.
Appare quindi con evidenza quali enormi danni produca l’inerzia – quando non addirittura il negazionismo – rispetto alla necessità di affrontare il cambiamento climatico. Tutto ciò non è più tollerabile: invece di provare a smontare a livello europeo il Green Deal come ribadito ieri da Confindustria con la condivisione del Governo, la priorità deve diventare il contrasto al cambiamento climatico e l’adozione di ogni strategia possibile di adattamento agli eventi estremi per garantire la sicurezza della popolazione.
Questo dovrà – continua ancora la nota della Segreteria CGIL dell’Emilia-Romagna – essere un tema fondamentale anche per le forze politiche che si candidano a governare l’Emilia-Romagna: serve rilanciare con forza le politiche per l’abbattimento delle emissioni di CO2 e per la definitiva uscita dall’utilizzo dei combustibili fossili, rafforzare la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, rivedere la legge urbanistica regionale affinché il consumo di suolo divenga per davvero a saldo zero.
Per queste ragioni – conclude la nota della Segreteria CGIL dell’Emilia-Romagna – ancora una volta chiediamo al Governo di cambiare rotta sulle scelte compiute fino ad ora e di ascoltare il territorio e le parti sociali: ora è urgente intervenire per affrontare l’emergenza in corso e per recuperare i ritardi nella ricostruzione accumulati in questi 16 mesi”.