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Certo che questo nostro Adriatico è stato un bel fetentone a fare martedì quello scherzo, quando ha preso per i fondelli gli “arpisti” che periodicamente vanno a verificare come stia. “Bene, grazie” era stata finora la sua risposta, al punto che non mancava fra di loro chi, andandosene, commentasse scherzoso: “Stessi io come sta lui!” Martedì 26 s'è però divertito a lasciar credere che fosse oramai “più di là che di qua”, ma solo nel tratto di costa compreso fra Bellaria e Cattolica, poiché da Cesenatico verso nord e da Gabicce andando a Sud s'è fatto invece trovare in forma perfetta. A quel punto, più veloce della luce, l'Arpa ha costretto i Sindaci ad affiggere i famigerati cartelli col divieto a fare il bagno. É scontata la domanda che in tanti si pongono: perché mai quella “birichinata marinaresca”? Io non ho una risposta, ma solo un paio di sospetti. Il primo dei quali, come si dice, “vola alto”: vuoi vedere che noi rivieraschi, abituati come siamo a considerarlo soltanto un nostro “garzone turistico-alberghiero”, non ci siamo mai accorti che invece anche il mare ha un'anima? Come avevano ben capito e raccontato due grandi poetesse: Alda Merini in “Mare e Terra” («Mare, che io domino

Estate 2012. Il mare è un olio da almeno dieci giorni. Il sole splende, la spiaggia rigurgita di bagnanti, gli albergatori si fregano le mani… Ma oggi sta capitando qualcosa di strano. Noi indigeni sappiamo di che si tratta. Non è la stessa cosa per una simpatica famiglia di milanesi il cui ombrellone confina col mio. Mamma babbo figlioletto di cinque anni e nonno. Siamo diventati amici. Col nonno sono andato a nuotare, domenica, alla boa. - Mio Dio - esclama la signora. Il mare oggi è tutto rosso! -Sarà una fabbrica di coloranti che scarica in mare - fa il nonno. -Niente paura - dico io. Si tratta semplicemente di una esplosione algale. Dipende dal nostro depuratore. -Perché? Non funziona? -Ma no! E’ di ultimissima generazione e va benissimo. L’acqua che ne esce fuori è quasi potabile. C’è stato perfino un assessore che, a titolo dimostrativo, se l’è bevuta, ripreso dalle telecamere… Il fatto è che col mare in bonaccia da troppo tempo, l’acqua dolce depurata, galleggiando sui nostri fondali troppo bassi e privi di correnti, non si mescola più con quella salata, si stratifica, rimane tutta in superficie. In pratica si forma una lastra sopra la quale è proprio il caso di dire che… ne

Si profila un Natale come gli altri, almeno sulla carta. Nel senso di carta da regalo. Il nostro assessore all’Ambiente, per ora, non ha imitato la collega romana Sabrina Alfonsi, che nei giorni scorsi ha invitato la cittadinanza ad astenersi dall’impacchettare i doni natalizi per non ingigantire i mucchi di spazzatura accanto ai cassonetti, emergenza che nemmeno la nuova giunta è riuscita ad arginare malgrado le promesse. Quindi a Rimini si incarta, si confeziona e si imballa come se non ci fosse un domani; dove non ci pensa il personale del negozio o un apposito addetto, provvede il donatore, dopo aver fatto scorta in cartoleria di rotoli variopinti, coccarde luccicanti e scatole decorate che a volte costano più del regalo stesso e fanno sì che il più umile paio di calzini destinato al cugino di secondo grado assuma l’aspetto e le dimensioni di una palla da discoteca. In rete abbondano i tutorial sull’incarto creativo, che insegna a produrre le proprie carte da regalo col découpage, a personalizzare ogni pacchetto con la tecnica dell’origami o ad acconciare il nastro da regalo con boccoli e tirabaci tipo parrucca di Maria Antonietta; il fiocco poi va impreziosito a sua volta con bigliettini autoprodotti, biscottini minuscoli

Marco Affronte – Luciano Natalini – Alberto Rossini: "Il cambiamento climatico in Romagna. Gli effetti sulle persone, gli ecosistemi, l’acqua e l’economia" - Youcanprint. Ragazzi, c’è da aver paura per il nostro domani. Le cose che scrivono i tre Autori in questo pamphlet sono terribili. La previsione di un apocalisse prossimo futuro perché “tutti condividiamo lo stesso pianeta e tutto quello che facciamo può avere effetti su chi vive anche molto lontano da noi”. Dunque, come rileva Tonino Bernabè, Presidente di Romagna Acque, nella Presentazione del libro “E’ ormai irrinunciabile ridurre il consumo di suolo a zero, eliminare le fonti energetiche fossili e produrre energia da fonti rinnovabili, salvaguardare il mare e gli oceani dai reflui, dalle microplastiche e dall’acidificazione, favorire azioni di mitigazione al cambiamento climatico piantando alberi in grado, assieme agli oceani, di trattenere anitride carbonica (…). Dobbiamo quindi porre in atto queste condizioni per una nuova idea di normalità e di sviluppo equilibrato, sostenibile e solidale”. Marco Affronte, europarlamentare riminese eletto nel 2014 dal Movimento 5 Stelle per passare poi al Gruppo Verde nel 2017 (sino a fine mandato nel 2019), naturalista e divulgatore scientifico; Luciano Natalini consulente per progetti europei, molti dei quali incentrati su tematiche ambientali e connesse

Alberto Malfitano: "Il nuovo corso dell’acqua. Romagna Acque – Società delle Fonti nel terzo millennio" - Il Mulino. Alberto Malfitano, docente nel Dipartimento Beni Culturali dell’Università di Bologna, campus di Ravenna, con questo nuovo libro sulla storia di Romagna Acque è riuscito a storicizzare l’attività degli ultimi vent’anni della grande impresa idrica pubblica romagnola, sottraendola alla cronaca. Aveva precedentemente scritto “Il governo dell’acqua. Romagna Acque – Società delle Fonti dalle origini a oggi (1966-2016)” (Il Mulino, 2016), dove in realtà il focus era soprattutto sugli anni “eroici”, quelli della realizzazione della diga. Scrive nella Prefazione all’attuale volume Roberto Balzani, ex Sindaco di Forlì, che il lavoro di Malfitano “è di grande rilievo sotto il profilo della documentazione e di una prima interpretazione”. “Malfitano cala la storia recente della principale società della Romagna moderna all’interno di un duplice contesto: quello ambientale, che nel volgere di qualche lustro è mutato radicalmente, imponendo scelte inimmaginabili fino a trent’anni fa; e quello politico amministrativo, connotato da una permanente oscillazione normativa a livello nazionale e dall’inevitabile tensione fra motivazioni proprie, interne, all’azienda, e ragioni emergenti da una ‘base’ municipale articolata e variopinta”. Il libro si articola nel racconto delle vicende legate a Romagna Acque e alle quattro presidenze

Dopo le Sardine che riempiono le piazze, ci mancavano i pesci-pene che invadono la spiaggia. No, fermi, guardoni, non precipitatevi sul lungomare, per ora i molluschi si sono spiaggiati solo a San Francisco, astenersi da malignità sulla fama gay-friendly della città californiana. La loro somiglianza con il pene umano medio (niente misure alla Rocco, per intenderci), è veramente impressionante, e pure il colore rosa-livido fa pensare ad appendici tagliate di fresco da un esercito di Lorene Bobbit. Pare che l’Urechis uricinctus (questo il nome scientifico dei vermiciattoloni peniformi) in Asia sia una leccornia multitasking: lo si mangia crudo, cotto e anche polverizzato come condimento. E, ovviamente, gli si attribuiscono poteri afrodisiaci, come a tutti gli alimenti che ricordano gli organi sessuali, dall’ostrica alla banana. Certo che per i creazionisti dev’essere un bel dilemma spiegare perché il Signore abbia riempito il mondo di animali e vegetali così somiglianti a organi che per la stessa religione sono peccaminosi e vanno tenuti ben nascosti. Non gli sarebbe costato nulla dargli una forma diversa, pudibonda e meno imbarazzante. Quando poi Dio ha inventato il pesce pene doveva essere veramente in un momento di buonumore. Un momento, però: se l’uomo è l’ultima creatura realizzata da Dio, dopo

Troppo giovane, esibizionista, manovrata dagli adulti, malvestita, debole di mente, seguita solo per moda, dovrebbe trovarsi un fidanzato ma è troppo bruttina, e si sfoga sostenendo cause più grandi di lei. Oppure eroica, innocente, spirito fortissimo racchiuso in un corpo piccolo e fragile, lingua pura attraverso cui parla la verità, e che riesce a farsi ascoltare dai potenti. Stiamo parlando di Greta Thunberg e delle reazioni e dei sentimenti contrapposti che suscita? Sì e no. Sì, perché tutte le cose di cui sopra sono state dette anche di Greta Thunberg, no, perché quel doppio corredo di critiche e sospetti da un lato, di lodi e ammirazione dall’altro, è stato inaugurato quasi ottocento anni fa, con un’altra ragazzina straordinaria e divisiva, non svedese ma francese, di nome Giovanna d’Arco, poi canonizzata. Aveva sedici anni, la pulzella di Orléans, quando intraprese la missione di rianimare e incoraggiare l’esercito francese contro gli inglesi che occupavano la sua terra. Vestì elmo e corazza, impugnò la spada e combatté in prima linea trascinando i suoi compatrioti contro gli invasori; ma dal suo esercito pretendeva un comportamento ineccepibile, niente saccheggi, niente stupri, ma preghiere e digiuni prima di ogni battaglia. Una vera rompiscatole, che rimproverava agli adulti la loro