Inaugura venerdì 20 dicembre alle 17 la mostra “Tracce e percorsi. Le nuove scoperte della missione storico archeologica italiana in Kurdistan” allestita presso la galleria del Centro della pesa e nelle sale del Museo del territorio “Luigi Ghirotti” di Riccione. L’esposizione rappresenta un’importante tappa della collaborazione avviata nel 2024 da Misak e Museo del territorio, che ha portato, insieme al dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Bologna, alla realizzazione del progetto “Heritage horizons”, finanziato dal bando di ateneo “Global south 2024”. Il progetto mira a promuovere il turismo culturale sostenibile nella regione di Garmian, attraverso la valorizzazione del paesaggio storico-archeologico, il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del patrimonio culturale e la formazione di professionisti specializzati. Oltre alla Misak, al museo del territorio “Luigi Ghirotti” e al dipartimento dei Beni culturali, tra i partner italiani figurano anche Ismeo e Istituto internazionale di cultura kurda di Roma. I testi e le immagini della mostra raccontano le ricerche storico-archeologiche condotte nella regione di Garmian dal team di ricercatori guidati dai ricercatori dell’università di Bologna, Luca Colliva e Serenella Mancini, che dirigono una delle uniche due missioni europee attive nell’area di Garmian, presso i siti di Sarqala e Gawr Tepe. L’area di Garmian, situata nel sud-est della
Il Museo della Città “L. Tonini” di Rimini annuncia un’importante acquisizione: il Capitello pensile con stemma inquartato con le lettere RO di Roberto Malatesta e la scacchiera malatestiana, databile dopo il 1450. Il valore artistico del manufatto è di grande rilievo perché proviene da un luogo importantissimo e oggi perduto, il Palazzo “del Cimiero”, e perché è legato a Roberto Malatesta, detto il Magnifico (1441/1442-1482), figlio naturale di Sigismondo e suo successore nella signoria, figura centrale nella storia della città. [caption id="attachment_499408" align="alignleft" width="1200"] Il capitello di Roberto Malatesta detto "il Magnifico"[/caption] Lo scomparso Palazzo sorgeva in piazza Feffari, dove oggi si vede palazzo Fabbri. Di proprietà di Leonardo de' Roelli, fu da questi ceduto a Sigismondo Pandolfo nel 1441 e da allora fu detto del "Cimiero" probabilmente perchè decorato da un grande stemma araldico del cimiero. Il nome rimase all'edificio settecentesco che era la lussuosa residenza del Vescovo di Rimini. Colpito ma non distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il Vescovado restò allo stato di rudere fino al 1962, quando tutto fu raso al suolo per costruire il moderno edificio. Durante gli scavi per le fondamenta emersero numerosi e bellissimi mosaici romani, che per fortuna si riuscì a recuperare. L'archeologa Giuliana
A Rimini il consigliere comunale Enzo Ceccarelli (Lega) che, nel plaudire alla notizia circa l'intervento congiunto Soprintendenza/Comune su nuove analisi area Anfiteatro Romano, chiedeva un 'coinvolgimento' di esperti e personaggi esterni. Gli ha risposto l'assessore alla cultura Michele Lari, ricordando che si tratta di "un progetto scientifico e culturale che, come certamente saprà, discende dal colloquio che il sindaco Sadegholvaad aveva avuto a fine agosto con l'allora Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, durante le giornate del Meeting di Rimini". E Lari ha proseguito: "La disponibilità formale della Soprintendenza si è poi concretizzata all'inizio del corrente mese. Nella lettera al sindaco, la Dottoressa Gonzato scrive: 'come concordato per le vie brevi, si garantisce la collaborazione di questa Soprintendenza a condurre ricerche archeologiche nell’area dell’Anfiteatro romano/CEIS di Rimini al fine verificare la potenzialità del sedime e la presenza di depositi archeologici'. A tal scopo, sarebbe opportuno far precedere alle indagini sul campo una ricerca d’archivio e bibliografica esaustiva che ricostruisca la documentazione disponibile presso i diversi Enti, nonché la storia dell’area in oggetto". "Questo è lo stato dell'arte, ad oggi. Sui documenti e sulle ricerche scientifiche io credo sia il caso di lasciare fare a chi per legge e per competenza deve condurre questi
Il progetto di valorizzazione dell'Anfiteatro Romano di Rimini prosegue, nonostante le recenti turbolenze politiche che hanno coinvolto l'ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, costretto a dimettersi a seguito del cosiddetto 'caso Boccia'. L'ultima apparizione pubblica del ministro prima delle dimissioni era stata proprio al Meeting di Rimini, dove aveva incontrato il sindaco Jamil Sadegholvaad. Durante l’incontro, Sangiuliano aveva promesso che il Ministero della Cultura avrebbe seguito da vicino il progetto e contribuito ai lavori di scavo e valorizzazione del sito archeologico. Nonostante il cambio al vertice del ministero, il progetto è andato avanti. Lo scorso settembre, il sindaco ha inviato una richiesta di collaborazione alla Soprintendenza, mirata a condurre nuove analisi storico-scientifiche nell'area dell'anfiteatro e del Ceis, un’iniziativa chiave per la candidatura di Rimini a Capitale Italiana della Cultura per il 2026. La risposta della Soprintendenza, arrivata pochi giorni fa, ha confermato il supporto all'iniziativa. «Come concordato – spiegano dall’ente di tutela – si garantisce la collaborazione per condurre le ricerche archeologiche nell’area, al fine di verificare la presenza di depositi archeologici ancora inesplorati». Le indagini sul campo saranno precedute da una ricerca d'archivio e bibliografica che ricostruirà la storia dell'anfiteatro, basandosi sulla documentazione disponibile. Nelle prossime settimane, verrà istituito un gruppo di