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Nel pomeriggio del 11/07/2024, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto un uomo resosi responsabile del reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. L'uomo è stato colto in fragrante durante il normale servizio di controllo del territorio: una Volante procedeva all’accertamento di un’autovettura, con all’interno due persone. Uno dei due, a seguito di alcuni riscontri, risultava essere irregolare sul territorio dello Stato, pertanto, alla richiesta degli operatori, esibiva una carta d’identità identificandosi con la stessa. A quel punto, da accurata osservazione gli Agenti delle volanti, attraverso l’ausilio di personale specializzato in falso documentale in servizio presso la Polizia di Frontiera di Rimini, si accorgevano che il documento poteva riportare elementi riconducibili alla contraffazione, nelle tecniche di stampa e in quelle di sicurezza. Per questi motivi, si è ritenuto opportuno sottoporre il documento a perizia tecnica, la quale confermava la falsità del documento ed è stato arrestato.  

I fatti accaduti nella tarda mattinata di giovedì 11 luglio

Nella mattina di giovedì 11 Luglio 2024, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un cittadino straniero per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, produzione e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. Nello specifico, alle ore 12:30 circa, una Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante il normale controllo del territorio, a seguito di una segnalazione di scippo nella zona di via Pascoli, perlustrava la zona alla ricerca degli autori. Gli operatori durante il controllo, notavano due soggetti sulle scale, al terzo piano, di uno stabile abbandonato. Alla vista degli agenti, uno dei due si dava alla fuga, scavalcando una ringhiera e buttandosi al suolo, l’altro, nel tentativo di scappare, cercava di liberarsi di alcuni oggetti lanciandoli verso il basso. A questo punto, i poliziotti fermavano l’uomo, che sin da subito mostrava un atteggiamento non collaborativo e assolutamente aggressivo verso gli agenti, iniziando a dimenarsi e a sferrare calci. In quel frangente, l’uomo sputava una dose pre-confezionata di sostanza stupefacente. Altresì, venivano rinvenuti gli oggetti lanciati dallo stesso verso il basso, che consistevano oltre che in sostanza stupefacente di tipo Hashish e cocaina, in buste di plastica e due rotoli di cellophane trasparente utilizzate per il confezionamento di tali sostanze, un utensile

I malviventi sono sono fatti consegnare i suoi oggetti d'oro

A Rimini un a donna di 84 anni, residente nella zona di via Montescudo, è caduta vittima di una truffa ben orchestrata che le è costata un ingente ammontare di monili d'oro. Il colpo, dalle modalità ormai classiche, è avvenuta nel pomeriggio di giovedì, quando la donna, che vive da solo, ha ricevuto una chiamata al telefono fisso. "Il suo parente è finito nei guai", è stato l'esordio della telefonata. Alla notizia, l'84enne è entrata in panico, divenendo preda facile per i truffatori che hanno iniziato a prospettare scenari drammatici per il suo familiare. I malviventi le hanno suggerito che l'unico modo per aiutare il parente in difficoltà fosse raccogliere una somma di denaro. Di fronte all'ammissione dell'anziana di non possedere contanti, le hanno "consigliato" di raccogliere tutti gli oggetti preziosi presenti in casa. Spaventata e convinta di dover agire rapidamente per salvare il congiunto, la donna ha radunato tutti i monili d'oro che possedeva. Quando un emissario dei truffatori si è presentato alla sua porta, lei gli ha consegnato i preziosi. Il malvivente non ha insistito per avere contati, che non gli sono stati dati. Solo successivamente, con l'arrivo della nipote, l'anziana ha realizzato di essere stata vittima di una truffa. Sotto

L'uomo fermato dopo un inseguimento durante il quale aveva travolto annche alcuni passanti

A Rimini nella mattinata del 10 luglio personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto un uomo per il reato di furto con strappo e resistenza a pubblico ufficiale. Durante il normale pattugliamento dell’equipaggio in moto all’interno del Parco Cervi, un poliziotto aveva notato una giovane donna che chiedeva aiuto ed indicava un uomo di circa 50 anni che camminava a passo veloce indicandolo quale autore di un furto con strappo. L’uomo, che si era accorto della presenza dei poliziotti, ha incominciato a correre per cercare di fare perdere le proprie tracce e, nonostante gli venisse intimato di fermarsi, ha continuato la sua fuga urtando contro le persone e facendole cadere anche a terra per far rallentare gli operatori all’inseguimento con le moto. Raggiunto dai poliziotti, ha spintonato le moto tanto da far cadere a terra uno dei due agenti; a questo punto gli operatori di polizia si sono visti costretti ad abbandonare i veicoli e a mettersi all’inseguimento dell’uomo a piedi finchè non è stato bloccato con fatica poco dopo. L'individio ha continuando con il suo atteggiamento violento e solo con l’ausilio di un altro equipaggio, gli operatori hanno potuto procedere a fermarlo. L’uomo, tratto in arresto per il reato di resistenza

Un gruppo di giovani era fuggito sulla spiaggia alla vista delle divise

Nella nottata dell'11 luglio personale della Polizia di Stato di Rimini ha tratto in arresto due ragazzi per spaccio di sostanze stupefacenti. Verso le ore 01:00 un equipaggio di volante su moto si era portata nei pressi del lungomare, dove si concentrano i maggiori locali della movida riminese e ha effettuato un controllo nei confronti di un gruppetto di giovani. Questi ultimi, alla vista dei poliziotti, hanno cercato di dileguarsi scappando in spiaggia. Tuttavia, due di loro che, essendo rivolti di spalle, non si sono accorti dell’arrivo dei poliziotti, non riuscendo a fuggire mentre cercavano di disfarsi di 6 confezioni in plastica, gettandole nella sabbia. Raggiunti, si sono mostrati agitati e poco collaborativi. Uno dei due anche anche in mano un coltello a serramanico; giunta nel frattempo un’altra pattuglia, i ragazzi sono stati bloccati senza ulteriori conseguenze. Gli involucri recuperati posti sotto sequestro, contenevano sostanze come hashish, marijana, ketamina e cocaina. I due soggetti, stranier risultati irregolari sul Territorio Nazionale, sono stati accompagnati in Questura e tratti in arresto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché uno di loro denunciato anche per il porto di oggetti atti ad offendere. Entrambi sono stati condotti nella Casa Circondariale di Rimini.

Dall'inchiesta era emerso che Di Dato era stato massacrato in quanto aveva accumulato debiti per 7500 euro

Due ergastoli con isolamento diurno per 20 giorni e due condanne a 22 anni di reclusione: era la sentenza della Corte d’assise di Rimini nel processo di primo grado per l’omicidio di Antonino Di Dato. Le pene sono state sensibilmente ridotte in Appello a Bologna. I giudici bolognesi, infatti, hanno riqualificato il reato da omicidio volontario in concorso a omicidio preterintenzionale, riconoscendo la tesi delle difese Cadono, quindi, i due ergastoli inflitti in primo grado dalla Corte d’Assise di Rimini nei confronti degli autori materiali del delitto: Ivan Dumbovic, croato di 44 anni, difeso dall’avvocato Antonio Pelusi, condannato in secondo grado a 20 anni e 8 mesi di reclusione; Asim Samardzic, 47enne bosniaco, difeso dall’avvocato Stefano Caroli.  cittadino bosniaco tutt'ora latitante, e indicato come l'organizzatore dell'agguato. Sconto importante anche per gli altri due imputati: Costantino Lomonaco, 37enne siciliano, assistito dagli avvocati Francesco Pisciotti e Roberto Brancaleoni, che dai 22 anni di primo grado passa a 11 anni e 8 mesi; Bruno Francesco Cacchiullo, 54enne pugliese, assistito dagli avvocati Anna Salvatore e Luca Donelli, che anziché 22 anni e 8 mesi ne dovrà scontare 12 e 8 mesi. Di Dato era stato selvaggiamente picchiato in un hotel di Bellariva, secondo l’accusa, da Bruno Francesco Cacchiullo,  pugliese, Costantino Lomonaco, siciliano,

Un 22enne magrebino residente a Milano aveva assalito un turista a Riccione

Un 22enne di origine magrebina, nato a Milano, è stato condannato a 5 anni di reclusione dal tribunale collegiale di Rimini per la rapina di una collanina del valore di 10 euro ai danni di un turista. L'episodio risale all'agosto 2022, quando l'imputato aveva raggiunto la Riviera Romagnola con alcuni coetanei. Il gruppo si spostava tra Rimini e Riccione e fu proprio nella Perla Verde che avvenne la rapina. Quella sera, il 22enne e i suoi amici presero di mira un turista sul lungomare di Riccione. Lo accerchiarono, lo strattonarono e lo minacciarono, poi gli strapparono la collanina che aveva al collo, credendo fosse di valore. La vittima, spaventata, diede subito l'allarme ai carabinieri, che si misero immediatamente sulle tracce del gruppetto. Tra tutti i membri, solo il 22enne fu identificato e arrestato. Gli altri partecipanti alla rapina non vennero mai rintracciati, tranne un minorenne, l'unico altro componente del gruppo ad essere individuato. La rapina in strada è un reato particolarmente odioso, e per questo la Procura di Rimini aveva richiesto una condanna esemplare. La sentenza del tribunale ha accolto tale richiesta, condannando il giovane a 5 anni di reclusione. Attualmente, l'imputato è tornato in libertà in attesa del processo di Appello. Difeso d'ufficio

La Guardia di Finanza di Rimini ha scoperto che alcuni proprietari affittavano le barche per il pernottamento senza autorizzazione a Rimini e Ravenna

Si chiama “boat & breakfast” e consiste nella possibilità di dormire all'interno di imbarcazioni, anche di lusso, e con la colazione inclusa. Una proposta che alcuni proprietari di barche pubblicizzano spesso sui vari canali di pernottamento e prenotazione online in tutti i periodi dell’anno - e con prezzi che variano, fino ad arrivare a cifre importanti - ma senza avere la licenza per l'utilizzo commerciale. Un fenomeno in crescita, secondo la Guardia di Finanza. Ma un'attività, precisano le Fiamme Gialle, che costituisce un esercizio commerciale delle unità da diporto ed è, di fatto, non contemplata e disciplinata dal nostro ordinamento giuridico. Quattro natanti, ormeggiati tra le darsene di Marina di Ravenna e di Rimini, sono così finite nel mirino del Reparto aeronavale della Guardia di Finanza riminese. Quattro proprietari ( tre a Ravenna e uno a Rimini) utilizzavano le rispettive imbarcazioni a vela non per l’uso dichiarato diportistico ma commerciale, dandole in locazione o pubblicizzandole sui siti di prenotazione sul web. Fondamentali per gli accertamenti sono stati i numerosi annunci e le recensioni rilasciate dagli ospiti, alcuni dei quali sono stati ascoltati come testimoni. I proprietari sono stati quindi multati per un ammontare complessivo di circa 45mila euro. Inoltre una persona, che è

L'anziana viveva da sola in via Carlo Porta, non aveva parenti in zona

Non si avevano sue notizie da diverse settimane, ma nessuno sembrava essersi preoccupato della sua assenza. È stata necessario l'intervento dei vigili del fuoco per scoprire la tragica sorte dell'88enne riminese Giuseppina Ricci. I pompieri hanno dovuto forzare la porta del suo appartamento in un condominio di via Carlo Porta, dove la donna viveva da sola. Una volta entrati, hanno trovato il corpo in avanzato stato di decomposizione. Secondo le prime indagini della polizia di Stato, il decesso potrebbe risalire a più di un mese fa, probabilmente dovuto a un malore. Non sono stati rilevati segni di effrazione o elementi che facessero pensare a un'intrusione. Giuseppina sembra non avesse parenti nella zona, il che ha complicato ulteriormente il ritrovamento e la segnalazione della sua scomparsa. L'allarme è stato dato nella tarda mattinata di ieri da un vicino di casa, il quale ha contattato l'amministratore del condominio, che a sua volta ha coinvolto i vigili del fuoco. Quando i soccorritori sono arrivati e hanno trovato la porta chiusa senza risposta, hanno deciso di entrare con la forza, scoprendo il corpo della donna.

In casa la Polizia trova altra droga e un bilancino di precisione

Nel pomeriggio del 9 luglio, personale della Polizia di Stato di Rimini ha tratto in arresto un ragazzo straniero per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Verrso le ore 16, una Volante della Polizia di Stato, durante il normale servizio di controllo del territorio, aveva proceduto al controllo di due individui. Uno di rssi è stato veniva trovato in possesso di un pacchetto di sigarette all’interno del quale vi erano due involucri contenti hashish ed un borsello con all’interno denaro in contante di circa 800 euro di cui non riusciva a giustificare il possesso. I poliziotti hanno esteso la perquisizione anche nell’appartamento dove è stata trovata altra sostanza stupefacente ed un bilancino di precisione. Il ragazzo, dopo essere stato accompagnato presso gli Uffici della Questura, veniva tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio, dove veniva disposto il rito direttissimo e ne veniva convalidato l’arresto.

Pene anche per una decina di imputati ritenuti vicini al clan Nuvoletta di Marano

Si è concluso con pesanti condanne il processo legato all'operazione "Idra", che ha visto imputate 10 persone accusate di vari reati, tra cui associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, esercizio abusivo del credito, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori, truffa e riciclaggio. Le condanne ammontano complessivamente a oltre 50 anni di carcere. L'operazione "Idra", condotta dai carabinieri di Rimini, è scattata nel marzo del 2016, ma le indagini erano iniziate già nel febbraio del 2013 in seguito all'inchiesta "Mirror". Questa ha rivelato i legami tra gli indagati residenti in Romagna e membri di clan camorristici napoletani, coinvolti in un vasto sistema di riciclaggio di denaro sporco. Quest'anno anche la Guardia di Finanza era intervenuta con sqeustri di beni dopo la denuncia di un imprenditore in difficoltà che aveva chiesto un prestito cui sarebbe stato imposto un tasso annuale da usura: quasi il 94 per cento. Tra i condannati dal tribunale collegiale di Rimini spicca Pio Rosario De Sisto, noto come "zio Pio", che è stato riconosciuto come il capo dell'organizzazione e condannato a 19 anni e 2 mesi di carcere. Altri imputati hanno ricevuto le seguenti pene: Nicola Borghetti: 4 anni Eugenio Conocchia: 2 anni e 3 mesi Renato Schetter: 5 anni

Continuano le indagini della Procura di Rimini e di quella di Cremona

Accoltellata dall’ex compagno Stefano Del Re. Sembra essere sempre di più una certezza il femminicidio  di Lorena Vezzosi, la 51 enne che con l’ex coniuge dal 2018 viveva a Santarcangelo (anche se i due da qualche tempo erano separati). E gli indizi fanno pensare che l'ex convivente l'abbia uccisa proprio nella casa della cittadina romagnola.  L’autopsia eseguita  all’ospedale Maggiore di Cremona aveva permesso di accertare che la donna era stata ferita con un fendente, probabilmente fatale, al cuore. Il femminicidio sarebbe avvenuto presumibilmente già a Sant’Arcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, dove i coniugi separati abitavano, oppure durante il tragitto dal Riminese verso il Casalasco, territorio di cui erano originari. La coppia era stata trovata morta nella sua auto finita nel fiume Po, una Opel Corsa, giovedì 4 luglio notte a Casalmaggiore. La donna è stata ritrovata senza vestiti, con indosso sola la biancheria intima, un altro degli aspetti che l’inchiesta dovrà chiarire. Intanto dalla casa di Santarcangelo, è emerso che erano spariti già da sabato cuscini, lenzuola e copriletto. E che le macchie rinvenute vicino all'appartamento sarebbero riconducibili a sostanza biologica, non si sa se sangue o altro, appartenenti alla 51enne. Sono due le Procure che indagano sul caso: quella di