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La Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio di un 67enne del Trentino-Alto Adige accusato di violenza sessuale. L'uomo la sera di Capodanno del 2023 avrebbe abusato di un'amica dell'ex fidanzata dopo i festeggiamenti del nuovo anno. La donna, di 56 anni, avrebbe subito un rapporto non consenziente quando si trovava in uno stato di alterazione psicofisica dovuto all'abuso di sostanza alcoliche. I due avevano infatti festeggiato il Capodanno insieme in Riviera ma prima di riaccompagnarla a casa, l'uomo avrebbe abusato di lei in un vicolo buio. Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, al termine delle indagini dei carabinieri di Riccione, ha chiesto quindi il rinvio a giudizio del 67enne. Secondo gli investigatori dell'Arma vi sarebbero alcuni filmati di telecamere di videosorveglianza a confermare la denuncia della donna. L'udienza preliminare è stata fissata per il 25 settembre prossimo, davanti al gup del tribunale di Rimini. Fonte Ansa

Un 39enne ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena, assemblea dei dipendenti per chiedere più sicurezza

Mercoledì pomeriggio, intorno alle 17:30, un  incidente sul lavoroè avvenuto una azienda di Cerasolo di Coriano nel settore del terziario. Mentre svolgeva normali operazioni, un operaio è stato improvvisamente investito dalle fiamme a seguito dello scoppio del gas di una bombola. Le sue urla hanno attirato l'attenzione dei dei colleghi. Giunti sl posto i soccorsi del 118, l'uomo è stato trasportato d'urgenza con l'elisoccorso all'ospedale Bufalini di Cesena, dove è stato ricoverato nel reparto grandi ustionati. La dinamica dell'incidente è attualmente oggetto di indagine da parte della Medicina del lavoro, che è intervenuta immediatamente sul luogo. Resta da comprendere cosa abbia causato lo scoppio e se ci siano responsabili. I vigili del fuoco parteciperanno all'indagine per approfondire le cause del tragico evento. Le condizioni dell'operaio, un uomo di 39 anni, sono migliorate nella giornata successiva all'incidente, tanto da permettere lo scioglimento della prognosi. Tuttavia, egli rimane sotto cure ospedaliere nel centro grandi ustionati. Nell'azienda, sindacalisti e dipendenti hanno tenuto un'assemblea alle 16, manifestando preoccupazione per la sicurezza sul luogo di lavoro. La Cgil ha riferito che in passato erano state segnalate situazioni di sicurezza al sindacato, e ora si attendono gli esiti delle indagini per comprendere le cause del tragico evento. L'incidente di Cerasolo

Nel giugno 2022 un nigeriano avrebbe inghiottito una falange del rivale albanese ma resta irreperibile

La notte tra il 6 e il 7 giugno 2022, in una violenta rissa sulla spiaggia di Rimini un giovane albanese siera ritrovato con la falange di un dito staccato da un morso. Oggi su quel fatto è arrivata la sentenza del Tribunale monocratico di Rimini. Quattro giovani, di cui due albanesi e due nigeriani, tutti ventenni, erano stati coinvolti in una zuffa furibonda anche a colpi di ombrellone usati come armi presso il Bagno 70. Il tutto provocato da una contesa per delle ragazze. Durante l'alterco, uno dei ragazzi albanesi era stato morso a una mano, perdendo la falange di un dito della mano destra. Sul posto era giunta la vigilanza prvata della spiaggia e poi le forze dell'ordine, che avevano rintracciato uno dei giovani nigeriani subito dopo i fatti. Oggi, i due cittadini albanesi sono stati condannati a 6 mesi di reclusione con pena sospesa per il reato di rissa. L'unico nigeriano rintracciato è stato anch'esso condannato a 6 mesi di reclusione, ma è stato assolto dall'accusa di lesioni gravissime. Quest'ultimo, infatti, era stato indagato per aver staccato a morsi e addirittura ingerito il dito del suo rivale, ma il tribunale ha ritenuto che sia stato lui a commettere il

Un 58enne l'avrebbe obbligata con la forza a un rapporto non protetto, al pronto soccorso ebbe una prognosi di 15 giorni

La Corte d'Appello di Bologna ha confermato la condanna in primo grado per un imprenditore di 58 anni, residente a San Marino, accusato di violenza sessuale su un'escort. Il tribunale di Rimini, con rito abbreviato, lo aveva condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. I fatti risalgono a settembre del 2018, quando la vittima, una 33enne rumena, venne invitata dall'imprenditore in un hotel a quattro stelle a Marina Centro. Prima di questo episodio, i due avevano avuto incontri consensuali in cui erano stati consumati rapporti sessuali completi e protetti. Tuttavia, quella sera, l'imprenditore avrebbe insistito per non utilizzare il preservativo, provocando il rifiuto categorico dell'escort. Di fronte al suo diniego, l'uomo sarebbe infuriato, minacciando la vittima in modo prepotente. Secondo il racconto della ragazza, l'imprenditore le avrebbe tappato la bocca con una mano per impedirle di gridare, l'avrebbe gettata sul divano, bloccate le braccia e forzata a un rapporto sessuale non protetto. Alla fine dell'atto violento, senza mostrare alcun rimorso, avrebbe riportato la ragazza al suo appartamento lasciandole i soldi pattuiti per la prestazione. Il giorno successivo, la giovane si era recata al pronto soccorso, dove i medici avevano constatato varie ecchimosi e certificato lesioni guaribili in 15 giorni. La denuncia

Sono iniziati i lavori di consolidamento del Mastio dell'edificio Malatestiano

Lavori edili spettacolari a Santarcangelo di Romagna, alla rocca Malatestiana, in un punto dunque visibile da tutto il paese. Sono infatti iniziati lunedì 8 gennaio i lavori di consolidamento del Mastio che  risale al 1447 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta lo rimaneggiò per renderlo meno vulnerabile all’introduzione delle armi da fuoco e alle nuove tecniche militari. Nella mattinata di oggi in tanti hanno assistito a lavori spettacolari, alcuni non senza preoccupazione: dall’area Campana un elicottero è impegnato nel montaggio delle travi sul tetto.  Alcuni temevano fosse un mezzo dei vigili del fuoco impegnato in qualche operazione di soccorso ma si trattava, appunto, di lavori edili. [video width="848" height="480" mp4="https://www.chiamamicitta.it/wp-content/uploads/2024/03/VID-20240307-WA0004.mp4"][/video] Come spiegato da Roberta Tamburini in un articolo uscito su Il Ponte i precedenti restauri avevano riguardato, nel 2010, le mura del castello che si affacciano su Via della Rocca e poi, nel 2016, la parte della struttura sporta sul cortile interno. “Quelli appena iniziati, invece, ricostituiranno integralmente il tetto del torrione principale. In tal modo, l’intera copertura della Rocca sarà completata e messa in sicurezza” racconta Donna Marina Colonna, la proprietaria che la cura e ne custodisce la storia. “Si coglierà l’occasione anche per effettuare lavori alle facciate del torrione stesso – continua – che non saranno però

La sanitaria era al suo primo turno di notte, in primo grado era stata condannata a un anno con pena sospesa

La Corte d'Appello di Bologna ha assolto la dottoressa, oggi 35enne, condannata in primo grado per omicidio colposo a seguito della morte di Teresa, una bambina di 5 anni, avvenuta il 20 luglio 2017 a causa di un'appendicite non diagnosticata che degenerò in peritonite. La tragedia ebbe inizio tre giorni prima, quando la piccola Teresa fu portata dai genitori affidatari da Montiano al pronto soccorso dell'ospedale di Cattolica, dove in quel momento si trovavano presso i nonni della bambina. La dottoressa, al suo primo turno di notte, ipotizzò un'infezione alle vie urinarie dopo una visita di circa 30 minuti. Non diagnosticò l'appendicite e suggerì alla madre di ritornare il giorno successivo per ulteriori esami. Il 20 luglio, nonostante un temporaneo miglioramento delle condizioni, Teresa perse i sensi nella casa dei nonni a Cattolica. La morte della bambina fu successivamente attribuita alla peritonite. La dottoressa fu condannata in primo grado dal tribunale di Rimini a un anno di reclusione (pena sospesa) per colpa medica. Tuttavia, la Corte d'Appello di Bologna ha ribaltato la decisione, assolvendo la dottoressa perché il suo comportamento non costituisce reato. Gli avvocati della difesa, Moreno Maresi e Mattia Lancini, esprimono soddisfazione per la sentenza, affermando che la dottoressa agì correttamente e

Oltre un etto di droga sequestrata a un giovane residente a Gabicce mare che era stato fermato a bordo di un'auto a noleggio

In tasca cocaina nascosta in un pacchetto di chewing-gum, in casa quasi un etto sotto l'armadio. E' finito così in carcere un 18enne che era stato fermato per un controllo dai I Carabinieri della Stazione di Misano Adriatico e della Sezione Operativa della Compagnia di Riccione mentre transitava, a bordo di una macchina presa a noleggio, lungo una strada di San Giovanni in Marignano. Sottoposto a perquisizione a causa del suo atteggiamento eccessivamente nervoso, aveva un paio di dosi di marijuana e ben nove di cocaina (dal peso complessivo di circa 14 grammi), occultate in un pacchetto di chewing-gum. La perquisizione è stata estesa al suo domicilio, nel comune di Gabicce Mare, dove veniva sotto l’armadio della camera da letto c'erano oltre 80 grammi di cocaina, in parte già confezionata in dosi, pronte per la vendita. Oltre allo stupefacente, i militari hanno sequestrato anche un bilancino, materiale per il confezionamento della droga, nonché oltre 3400 euro, ritenuti proventi di spaccio. Dichiarato in stato di arresto e condotto presso il carcere di Pesaro, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, è tuttora in carcere, poiché il Giudice oltre a convalidare la misura precautelare, ha applicato nei suoi confronti un’ulteriore misura cautelare.

Dopo i rifiuti speciali di un cantiere nuovo gesto di inciviltà presso la millenaria pieve che si cerca di recuperare

Prima i rifiuti di un cantiere edile, ora i frigoriferi. Non c'è pace per la millenaria pieve di  San Lorenzo in Monte a Covignano di Rimini, mentre si cerca di restaurarla dopo l'abbandono e il degrado che durano da vent'anni. Maurizio Cartoceti della società adArte sta conducendo i lavori per conto della Curia riminese, che ha ottenuto 100 mila euro dai fondi PNRR. E mentre ancora attende che Hera rimuova il mucchio di rifiuti speciali che ignoti hanno scaricato proprio di fronte all'ingresso del cantiere della chiesa, questa mattina ha trovato un nuovo "regalo": vecchi frigoriferi abbandonati. Ben 18 in tutto, in parte nel viottolo cieco che conduce alla chiesa, il resto nei fossi ai lati della strada che scende fino a via Santa Cristina. “Abbiamo segnalato anche questo alla Polizia Municipale. Lungo la strada ci sono delle telecamere speriamo davvero che anche quelle possano aiutare a trovare i colpevoli di questo nuovo atto di inciviltà“, auspica Cartoceti. I frigoriferi sono stati rimossi in mattinata. Ma l'area è visibilmente una di quelle preferite dagli incivili che vi buttano di tutto. Nei dintorni dell'antico complesso si possono vedere sacchi interi di spazzatura, copertoni, vetri rotti, bidoni di vernici. E sui rifiuti speciali ancora

250 persone controllate dai Carabinieri negli ultimi giorni lungo le strade

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Riccione hanno intensificato le operazioni sul territorio, incrementando il numero di pattuglie lungo le principali arterie. Oltre 250 le persone controllate nel corso dei servizi, effettuati sia da equipaggi su gazzelle, sia in posti di blocco nei principali tratti di circolazione. E in uno di questi  conrolli è incappato uno straniero, proveniente dall’Est dell’Europa, finito agli arresti in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un 25enne aveva infatti circa 20 grammi di cocaina, suddivisa in 32 dosi confezionate grazie a bustine in cellophane. Fermato nel corso di un classico posto di controllo mentre circolava a bordo di una macchina noleggiata, il giovane era apparso sospetto; prequisito, aveva la droga nascosta negli slip. Oltre allo stupefacente, allo straniero è stata sequestrata anche la somma di 250 euro in contanti, ritenuta provento di spaccio. Dichiarato in stato di arresto, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Compagnia di Riccione, su disposizione della Procura di Rimini, in attesa della celebrazione del rito direttissimo previsto per la mattinata di oggi.

La sua lunga carriera ha attraversato ben sei decenni, aveva 73 anni

E' morta all'età di 73 anni Elsa Sabba, decana dei parrucchieri riminesi. Nel 1974 aveva aperto per la prima volta la porta di un salone di parrucchiera: passò il testimone nel 2023 dopo che migliaia di donne, riminesi e non, hanno varcarono la soglia del suo salone per ricevere nei capelli colore, volume, bellezza ma sopratutto, nel cuore, tante attenzioni. La cronologia della carriera di Elsa va un po’ più indietro del 1974, risale agli anni ‘60, quando appena 12 enne lascia la natia S. Agata Feltria per Pergola, per andare “a bottega” dalla Delia. “Non aveva tanti clienti ma aveva tanti bambini, 3, e mi faceva fare la baby sitter – raccontava Elsa – Dopo un anno me ne sono andata, avevo capito che lì non potevo imparare nulla”. E parte per Rimini. Approda nel salone Chez Emilio, in vicolo Gomma dove inizia l’ apprendistato fatto di giornate lunghissime. Con lei un giovane un po’ più grande, dotato e ambizioso, Edgardo, “che diventerà il caposcuola di tante parrucchiere e parrucchieri. Quando ha aperto il suo salone mi chiese di lavorare con lui. E lo feci senza esitare: era bravissimo. I ritmi erano elevati, si cominciava alla mattina presto e si finiva tardi,

A Rimini riapre i battenti il locale di Via della Fiera: "Ripartiamo grazie alla solidarietà delle persone"

Era la notte del 15 novembre scorso quando dopo un attentato incendiario il bar Diamond di via della fiera andò completamente distrutto. Duecentomila euro di danni ad arredi, quadri elettrici, bancone e sedie, andati in fumo. I gestori Simone e Michele Livi, giovani riminesi di 25 e 27 anni, dopo quasi 4 mesi ripartono. "Riapriremo il Diamond nel pomeriggio di domenica 10 marzo. Quello che è successo ci ha scosso dopo l'incendio avevamo pensato di mollare per sempre", raccontano "Ci siamo rialzati e lo ammettiamo. Noi abbiamo paura, francamente. Ma il modo migliore per batterla questa paura è andare avanti. Abbiamo ricominciato da zero". Fino a prova contraria, l'attentatore, o meglio attentatori sono ancora a piede libero. Sull'incendio del bar Diamond indaga la Procura di Rimini con la pm Annadomenica Gallucci a coordinare le indagini della Polizia di Stato. "Non avevamo mai avuto minacce", spiegano i fratelli. [caption id="attachment_456494" align="aligncenter" width="335"] Eccome come appariva all'interno il "Diamond" dopo l'incendio"[/caption] Michele e Simone Livi sono assistiti dagli avvocati Monica e Marco Lunedei. "Abbiamo segnalato alla Procura alcune piste investigative", spiegano. Intanto il bar aprirà i battenti. "Siamo ripartiti da zero. Ma siamo stati al contempo colpiti dalla solidarietà che ci è stata mostrata dalla gente,

Due operai e il titolare della ditta per cui lavorano sono saliti su una gru in un cantiere di Via Dario Campana minacciando di lanciarsi nel vuoto. E' successo nel primo pomeriggio di oggi: due delle tre persone che si sono arrampicate in cima al macchinario non sono ancora scese al contrario del titolare della ditta. Sul posto sono stati i presenti  i Vigili del Fuoco e la digos oltre che un mediatore dei carabinieri arrivato da Ravenna proveniente dal Reparto Operativo della vicina città romagnola. Prima di arrampicarsi sulla gru, installata in una cantiere in cui è in costruzione un condominio, il titolare della ditta, specializzata nella lavorazione del cartongesso, aveva telefonato alla sede della Cgil per denunciare che la ditta non veniva pagata da cinque mesi. "La ditta - spiega il segretario di Fillea Cgil Luca Crociati - lavora qui in subappalto. La ditta appaltante è invece riminese. Si tratta dunque di uno dei tanti casi di subappalto che stanno facendo discutere in questi giorni dopo la strage avvenuta a Firenze". Per primi sul posto sono arrivati proprio i rappresentanti sindacali. Il titolare è sceso dalla gru per un confronto e dopo poco sono stati disposti i pagamenti. "Solo che