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Il giovane era stato segnalato perchè visto più volte in prossimità di una siepe a bordo di un monopattino

I carabinieri della Compagnia di Rimini hanno arrestato un giovane 22enne con l'accusa di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”.  I militari avevano ricevuto diverse segnalazioni dai residenti della zona che avevano notato alcuni movimenti sospetti di un giovane che, a bordo di un monopattino, si recava più volte, in prossimità di una siepe, nell’arco della stessa giornata. Pertanto, nel pomeriggio di domenica 25 febbraio il giovane è stato seguito dai carabinieri appostati:  lo hanno notato in zona Marina Centro, mentre si chinava per raccogliere un calzino tra i rami di una siepe. A quel punto i militari della Sezione Operativa sono intervenuti: lo hanno controllato recuperando il calzino che all’interno conteneva  n. 53 dosi di sostanza stupefacente tipo “cocaina”, per un peso complessivo di 28 grammi circa. Il giovane, riferiva di soggiornare presso un albergo della zona, ma dalla successiva perquisizione della sua stanza non emergeva ulteriore sostanza stupefacente. Al termine degli accertamenti il fermato veniva dichiarato in stato di arresto e dell’accaduto veniva data notizia al Sostituto Procuratore della Repubblica di turno. Il Magistrato disponeva che il prevenuto fosse trattenuto presso le camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Rimini, in attesa della celebrazione del Giudizio direttissimo fissato per

L'uomo si faceva rilasciare gli effetti in bianco a garanzia del debito riuscendo a eludere il monitoraggio bancario

Nei giorni scorsi i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini hanno dato esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Rimini, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di un pluripregiudicato (già condannato per bancarotta fraudolenta, truffa, commercio di prodotti contraffatti, furto e ricettazione), per i reati di usura ed abusiva attività finanziaria. Il provvedimento costituisce l’epilogo delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica ed eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, il quale avrebbe effettuato prestiti di denaro ad un imprenditore della provincia in forte difficoltà economica, applicando un tasso di interesse annuo del 93,17%, di gran lunga superiore a quelli previsti dalla Legge. L’attività investigativa ha consentito di delineare che il meccanismo usurario era principalmente fondato sull’utilizzo di assegni bancari, che l’indagato avrebbe fatto emettere alla presunta vittima senza l’indicazione del beneficiario, con la funzione sia di strumento di “garanzia” sul prestito erogato in contanti che di mezzo di restituzione del debito. In questo modo, l’indagato aveva la costante disponibilità di un consistente numero

Bloccato durante lo scambio con un tossicodipendente sulla spiaggia, aveva cambiato hotel più volte in un mese

La Squadra giudiziaria della polizia Locale di Rimini ha arrestato un albanese di 19 anni, domiciliato in un hotel di Rivazzurra, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L'operazione è stata frutto di attività di osservazione condotte dagli agenti, che hanno notato movimenti sospetti del giovane vicino allo stabilimento 134. Durante il servizio, il sospettato è stato avvicinato da un noto tossicodipendente sulla spiaggia. Quest'ultimo gli ha consegnato del denaro, ricevendo in cambio un involucro in cellophane contenente cocaina. All'arrivo degli agenti, il cliente ha cercato di ingoiare la droga, mentre l'albanese ha gettato sulla sabbia cinque involucri contenenti complessivamente quasi 2 grammi di cocaina, successivamente sequestrati. Il presunto spacciatore è stato bloccato e portato nella sua stanza d'albergo, dove sono stati trovati e confiscati 100 euro, ritenuti provento dello spaccio. Il giovane albanese, già noto alle forze dell'ordine, aveva cambiato alberghi più volte nel corso del mese. In un controllo precedente il 2 febbraio, gli erano stati sequestrati 1.500 euro in contanti e bilancini di precisione. Quattro giorni dopo, erano stati scoperti 23 involucri di cocaina vicino a fioriere lungo viale Mantova dalle quali si era appena allontanato. Considerati i sospetti sulla sua attività di spaccio nella zona sud di

26enne accusato di atti persecutori e lesioni aggravate in un condominio del centro storico, avrebbe anche colpito la vittima con una padella bollente

Un riminese di 26 anni è stato accusato di atti persecutori e lesioni personali, entrambe aggravate da motivazioni di odio razziale, nei confronti di un cittadino italiano di origine nigeriana, suo coinquilino in un appartamento di via Mentana. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'odio razziale sarebbe stato il motore delle aggressioni fisiche e verbali perpetrate dal giovane riminese. Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha avanzato la richiesta, e il giudice Raffaella Ceccarelli del tribunale di Rimini ha emesso di recente un decreto di giudizio immediato nei confronti dell'indagato. L'udienza, prevista per il 16 maggio prossimo, sarà condotta davanti al tribunale in composizione collegiale, e l'accusato sarà difeso dall'avvocato Ninfa Renzini. La vittima, cittadino nigeriano, aveva segnalato alle forze dell'ordine ripetuti attacchi verbali e fisici subiti dal coinquilino tra settembre e ottobre dello scorso anno. La polizia e i carabinieri erano intervenuti più volte, registrando almeno cinque o sei episodi di molestie. La vittima, ormai bersaglio preferito del coinquilino, aveva denunciato continui insulti e perfino aggressioni fisiche, tra cui l'uso di una padella bollente. Uno degli episodi più scioccanti risalirebbe a settembre, quando il 26enne avrebbe minacciato di liberare il suo pitone domestico contro l'inquilino, arrivando persino ad avvicinare il serpente al volto della

L'anziana aveva ottenuto dal giudice di potersi trasferire a Roma, è stata colpita da un infarto

È morta Salvatrice Gullotta, conosciuta affettuosamente come "Bice", l'81enne che aveva guadagnato l'attenzione dei media nell'aprile del 2023 per la sua fuga dalla casa di riposo a Faenza per rivedere il mare di Bellaria. Aveva intrapreso una lunga battaglia legale per riacquistare la propria libertà e cambiare l'amministratore di sostegno. Il triste annuncio della sua morte è stato fatto dal suo avvocato, Giuliano Lelli Mami, al Corriere della Sera. La signora Bice si è spenta a Roma per un infarto, dopo aver ottenuto l'autorizzazione del giudice per il trasferimento provvisorio nella capitale. L'avvocato ha raccontato di un'ardua "corsa a ostacoli" che ha portato alla temporanea sistemazione della donna a Roma, in un piccolo appartamento, dove aveva iniziato una nuova fase della sua vita. Il legale stava preparando la documentazione per la definizione della pratica presso il tribunale di Ravenna e il trasferimento definitivo presso il tribunale di Roma, dove Bice avrebbe cercato una consulenza medico-psichiatrica per revocare l'amministratore di sostegno. Giuliano Lelli Mami ha condiviso il ricordo dell'ultima volta che ha visto la signora Bice, descrivendo il momento in cui, commossa, gli aveva detto: "Sono Felice. Tu sei mio Figlio. Ti voglio bene". La fuga di Bice aveva avuto luogo nell'aprile 2023, quando, prendendo

Simone Baldini triatleta paralimpico detto Iron Baldo vive a San Marino e lavora a Pesaro, nei giorni dell'alluvione era in Romagna a dare una mano

"Non mi sarei mai immaginato che potesse venir fuori una cosa del genere. Sono emozionatissimo, una onorificenza così è una cosa meravigliosa". Simone Baldini è ancora scosso dalla telefonata ricevuta ieri dal Quirinale, quando è stato informato della nomina a Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, uno dei 30 "eroi del quotidiano" nominati dal presidente Sergio Mattarella. 'Iron Baldo', come è soprannominato, è originario di Roma ma risiede a San Marino e vive e lavora a Pesaro. Dal 1997 è in sedia a rotelle a causa di un virus al midollo spinale. La sua storia era diventata virale in quei giorni difficili quando, armato di pala, aiutò gli altri volontari a spalare dal fango le strade delle città romagnole. Le foto e i video che lo ritraevano in azione divennero un emblema di coraggio e resilienza di fronte a una tragedia immane: "Non mi sento un eroe", raccontò al Resto del Carlino, "ma se quell'immagine può essere di stimolo e spronare tanti altri a fare i volontari, e se può contribuire, almeno in minima parte, a risollevare il morale delle migliaia di persone colpite dall'alluvione, allora ben venga". Simone, che prima della disabilità praticava calcio e nuoto e andava in bici, dopo

Denunciato per Tentato furto aggravato. Oggi il processo per direttissima

Nelle prime ore della mattina di oggi, la Polizia ha arrestato un cittadino straniero per il Reato di Tentato furto aggravato. Nello specifico, alle ore 1.50 circa, una volante è intervenuta in Viale XXIII Settembre poiché al numero di emergenza 112 – NUE, era giunta la segnalazione di un furto in atto all’interno di un camper. Giunti sul posto, i poliziotti individuavano il richiedente che li portava presso il camper in questione, riferendo loro che vi era un soggetto all’interno. In effetti, gli agenti vedevano una sagoma muoversi all’interno con una torcia accesa. Una volta aperta la porta laterale del camper, i poliziotti appuravano la presenza dell’uomo che rovistava nei cassetti notando, inoltre, un danneggiamento della finestra posteriore che risultava forzata. L’uomo, inoltre, aveva con sé oltre alla torcia, due cacciaviti ed un coltello. L’uomo veniva arrestato in attesa del giudizio direttissimo. Inoltre, lo straniero è stato denunciato in stato di libertà per Porto d’armi od oggetti atti ad offendere.

Un pregiudicato con obbligo di soggiorno vince il ricorso contro il provvedimento del Prefetto: "Incostituzionale applicarlo in automatico"

Come potrebbe una persona soggetta a misura cautelare usufruire, per esempio, di un percorso di reinserimento lavorativo non essendo in possesso della sua patente di guida? Revocatagli proprio in seguito alla stessa misura di prevenzione. Un circolo vizioso interrotto dalla Consulta che ha dichiarato, con successive sentenze del 2018, 2019 e 2020, incostituzionale la norma del Codice della strada che prevede quell'automatismo. E proprio su quelle sentenze si basa il ricorso contro la revoca della patente di un pregiudicato in sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Rimini, come disposto dal Tribunale di Bologna il 12 dicembre 2022 per la durata di un anno. Ricorso accolto dal Tar dell'Emilia-Romagna che annulla dunque il provvedimento di revoca della Prefettura romagnola. Come motivano i giudici nella sentenza che fa seguito all'udienza pubblica del 7 febbraio scorso, la Consulta ha dichiarato "incostituzionale" l'automatismo previsto dal Codice della strada della revoca della patente di guida nei confronti dei soggetti sottoposti a misure di prevenzione, ritenendolo "irragionevole". Per la Corte costituzionale, inoltre, si legge ancora nella sentenza, l'eventuale provvedimento di revoca va preso non in base a "un riesame della pericolosità del soggetto", bensì di "una verifica di necessità-opportunità della revoca della patente di guida a fronte

I Carabinieri setacciano tutta la zona

I Carabinieri della Sezione Operativa del NOR della Compagnia di Rimini hanno eseguito ulteriori controlli ed ispezioni nelle zone della stazione ferroviaria e nelle aree limitrofe, quelle ritenute più esposte a fenomeni di degrado e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso delle attività, i Carabinieri hanno notato un 22enne tunisino cedere un involucro ad un suo connazionale 21enne, per poi allontanarsi. I militari quel punto sono immediatamente intervenuti fermando i due e procedendo alla loro perquisizione. Si è così appurato che l’involucro conteneva circa 30 grammi di hashish. Pertanto, i giovani nordafricani sono stati accompagnati presso gli uffici della Compagnia di Rimini per i necessari accertamenti. Lo stupefacente rinvenuto è stato sequestrato ed entrambi i soggetti sono stati dichiarati in arresto, per le ipotesi di accusa di spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e trattenuti presso gli appositi locali a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa della celebrazione del rito direttissimo previsto per la mattina di oggi.

Nella mattinata di mercoledì 21 febbraio gli agenti della Polizia di Stato di Rimini hanno tratto in arresto un cittadino straniero, irregolare sul territorio italiano, in quanto destinatario dell’aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari. Nello specifico, alle ore 13.00 circa, un equipaggio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, dopo accurate ricerche, rintracciava il soggetto presso il garage di un’abitazione privata, che lo straniero utilizzava per nascondersi all’insaputa della proprietaria. La persona in questione, nello scorso mese di agosto 2021, si era resa responsabile di un grave fatto per il quale, dopo approfondite indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Rimini, era stata deferita all’Autorità Giudiziaria per il reato di tentato omicidio in concorso con altri. In particolare, in una notte dell’estate 2021, all’interno di un locale della zona Bellariva di Rimini (poi chiuso dal Questore di Rimini, a causa di questi fatti, per l’art. 100 del TULPS) era scoppiata una furiosa rissa tra gruppi di stranieri nella quale tre di questi erano stati accoltellati, di cui uno in maniera gravissima. Per tali fatti lo straniero avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari dai quali, tuttavia, si era allontanato da molto tempo, provocando l’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti da parte

Il Comandante si era anche costituito parte civile insieme a tutto il personale femminile del Corpo

Ormai è risaputo che i commenti offensivi sui social possono diventare reato di diffamazione. Sui social network, infatti, il contatto fra le persone è immediato, veloce e breve e in poche righe si pubblicano video, foto, ma si possono scambiare anche accuse, post offensivi oppure commenti infamanti. Commenti fatti da persone che, nella maggior parte dei casi, pensano di nascondersi dietro un account (magari falso) e ne approfittano per screditare e offendere personaggi pubblici e privati. Un atteggiamento che può avere una rilevanza penale e integrare il reato di diffamazione, previsto e disciplinato dall’art. 595 C.P.. È quello che è accaduto anche a Rimini qualche tempo fa, quando il Tribunale di Rimini ha emesso un decreto penale di condanna - con una multa di 1000 euro - nei confronti di una persona che, attraverso un falso profilo, aveva pubblicato sul social media Facebook un commento infamante e sessista nei confronti di alcune agenti della Polizia Locale di Rimini. Subito il Comandante della PL, Andrea Rossi, aveva sporto una querela contro ignoti, per difendere l’onore delle colleghe che troppo spesso sono colpite da questo genere di offese, sempre ingiustificabili e ancora più vili quando si consumano sui social network e usando profili falsi

In collaborazione con istruttori ed educatori è stato addestrato per il suo inserimento nell'unità cinofila

La polizia locale di Riccione si è impegnata in un innovativo progetto per potenziare la già esistente unità cinofila in dotazione al Corpo. Grazie ad una collaborazione e alla vicinanza tra Massimiliano Lemmo, Presidente dell’associazione “Konrad Lorenz e l’uomo incontrò il cane” che gestisce con grande competenza e sensibilità il canile intercomunale, e la polizia locale, si è sperimentato un apposito e particolare percorso per il recupero di un bellissimo cane di razza pastore tedesco, entrato in canile a seguito di una rinuncia di proprietà, affinché lo stesso possa entrare a far parte della unità cinofila del Corpo. In questi mesi un operatore della polizia locale e gli istruttori ed educatori del canile, che con grande dedizione hanno fornito tutte le competenze tecniche di conoscenza del comportamento animale, si sono  quotidianamente occupati e presi cura del pastore tedesco di nome Dark. Il cane dell’età di due anni e mezzo, durante un percorso di avvicinamento e conoscenza reciproca con l’operatore di polizia locale, fatto di tempo trascorso insieme ed attività specifiche soprattutto all’esterno dell'area del canile, ha dimostrato da subito grande interesse, affiatamento e riconoscenza, aumentando costantemente l’affezione. Il percorso ha visto anche momenti di avvicinamento tra Dark e la famiglia dell’operatore, composta anche