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Incastrato dalla videosorveglianza e preso sul fatto dai Carabinieri, è un quarantenne italiano già noto alle forze dell'ordine

Nella notte tra sabato 3 e domenica 4 febbraio   i Carabinieri della Sezione Radiomobile del dipendente NOR hanno tratto in arresto in flagranza, per furto aggravato e tentato furto aggravato, un quarantenne italiano già noto alle forze di polizia, originario del milanese ma domiciliato in un albergo di Rimini. Secondo gli inquirenti è lui l'autore dell'impressionante serie di spaccate utilizzado coperchi di tombini che negli ultimi tempi sono state commesse a Rimini e Riccione. I militari si erano messi immediatamente sulle tracce del presunto ladro dopo essere stati allertati da un istituto di vigilanza privata che, dalle telecamere di videosorveglianza, aveva notato un soggetto nei locali di un esercizio commerciale in zona Marebello nell’atto di asportare delle somme di denaro dalla cassa. Una volta elaborati i filmati, estrapolati i fotogrammi, che mostravano le fattezze dell’uomo, la Centrale operativa ha diffuso via radio le foto e la descrizione a tutte le pattuglie in servizio. In meno di un’ora, le ricerche hanno dato esito positivo e permettesso di rintracciare il presunto malvivente che, tra l’altro, è stato sorpreso da una pattuglia mentre aveva da poco messo in atto un altro tentativo, questa volta ai danni di un emporio di Rivazzurra, con la stessa tecnica

Le opposte fazioni di ultras si accusano a vicenda per una maxi-rissa scoppiata a un'ora dal match presso lo stadio "Renato Curi"

Maxi-rissa presso lo Stadio Renato Curi nel prepartita del match Perugia-Rimini. L'incontro è finito con uno 0-0, ma prima ancora che iniziasse le due tifoserie si sono affrontare con botte, lanci di oggetti e di petardi. Gli ultrà del Rimini, giunti nel capoluogo umbro a bordo di quattro pullmini, avrebbero percorso viale Pietro Conti e invece di dirigersi verso il parcheggio riservato agli ospiti, quando ancora mancava un'ora all'inizio della partita si sarebbero ritrovati vicino al museo del Grifo, non è chiaro se per un errore di percorso o cercando di provocare così i tifosi perugini. Da questo momento le versioni contrastano. I riminesi sostengono di essere stati bersaglio di una bomba carta, mentre i perugini dicono che è stata la fazione opposta dare il via ai tafferugli con un lancio di oggetti. Di certo ne è seguito uno scontro molto violento, cessato solo con l’arrivo delle volanti della polizia. I vigili urbani hanno dovuto bloccare il traffico per evitare ulteriori problemi. Sui fatti ora stanno indagando gli inquirenti anche visionando i video che circolano in rete. Giacomo Massari segretario provinciale del SIAP, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, della provincia di Perugia, commenta indignato: «È inaccettabile il comportamento da incivili di gruppi contrapposti di

Con imbrago di sicurezza hanno anche potuto affrontare una piccola arrampicata assistiti dal personale SAF

Nel pomeriggio di sabato 3 febbraio, la sede centrale del Comando dei Vigili del Fuoco di Rimini ha ospitato alcuni bambini e ragazzi non vedenti nell’ambito dell’iniziativa denominata “Toccare e sentire un Vigile del Fuoco”. In questa occasione ai ragazzi, ciascuno accompagnato dai propri genitori, è stata data la possibilità di toccare e sentire i Vigili del Fuoco e i rispettivi DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) quali l’elmo e gli indumenti di protezione in diverse configurazioni, cioè quella “ordinaria” da incendio (completo antifiamma), nonché la tenuta SAF (Speleo Alpino Fluviale) e la tenuta SA per il soccorso acquatico. Dopo aver toccato le uniformi per i diversi tipi di scenari emergenziali, ai ragazzi sono stati fatti sentire e toccare gli automezzi ed alcune attrezzature di soccorso. Successivamente, con imbrago di sicurezza, hanno potuto affrontare una piccola arrampicata assistiti dal personale SAF. In ultimo, i bambini e ragazzi non vedenti hanno “toccato e ascoltato” il fuoco del simulatore di incendio che si utilizza per l’addestramento degli addetti antincendio nei luoghi di lavoro. La giornata si è conclusa con un momento conviviale nella sala bar del Comando, dove gli ospiti speciali hanno consumato una ricca merenda assieme ai vigili del fuoco in servizio.

Da parte sua il PM ha chiesto due mesi di reclusione per la moderatrice e l'amministratrice

Due mesi di reclusione per diffamazione e  turbata libertà dell'industria e del commercio: è quanto riciesto dal pubblico ministero per  Marisa Grossi e Mirella Guzzo, moderatrice e amministratrice del gruppo Facebook "Ubriachi di Gas". Da parte sua SGR ha avanzato una richiesta di risarcimento da mezzo milione di euro. Nel Tribunale di Rimini si è svolta venerdì un'udienza cruciale nel processo nei confronti di questo gruppo, attivo tra il 2018 e il 2019, che aveva coaguato il malcontento di alcuni utenti della Società Gas Rimini, impegnandosi nella ricerca di soluzioni alternative per ottenere bollette più vantaggiose. Il processo è stato avviato a seguito di una denuncia presentata da SGR. L'avvocato Moreno Maresi, che rappresenta sia la società che gli amministratori Bruno Tani e Micaela Dionigi, ha guidato la causa contro Grossi e Guzzo. La denuncia per turbata libertà ha portato, nel giugno 2019, a perquisizioni nelle abitazioni delle indagate, con il sequestro di computer, telefoni e altro materiale. Il Pubblico Ministero ha presentato la richiesta di due mesi di reclusione per entrambi i reati a carico della Grossi e della Guzzo. Dall'altra parte, SGR ha avanzato una richiesta di provvisionale a titolo di risarcimento pari a 500.000 euro. È stato chiarito che

A Miramare un automobilista si è visto entrare due individui nella propria vettura

A Rimini durante un'operazione di routine a Miramare in via Principe di Piemonte/Martinelli, si è verificato un incidente che ha richiesto l'intervento della Polizia locale. Un cittadino, infatti, è stato oggetto di un'azione inaspettata quando, aprendo la portiera della sua auto, si è ritrovato di fronte due individui che si sono introdotti senza autorizzazione nel suo veicolo. Spaventato, il conducente ha prontamente chiesto aiuto agli agenti della squadra giudiziaria presenti nelle vicinanze, dove stavano svolgendo un posto di controllo. Di fronte alla richiesta di esibizione dei documenti di identificazione, tuttavia, uno dei due "passeggeri” ha reagito in maniera aggressiva e ostile, manifestando segni di alterazione psicofisica presumibilmente legati al consumo di alcol. Nonostante i ripetuti tentativi di calmare la situazione, l'uomo è andato in escandescenza, prima inveendo contro il personale, poi iniziando a sferrare calci, pugni e gomitate. Non senza fatica, è stato quindi portato negli uffici e sottoposto ai rilievi foto-dattiloscopici, per poi essere arrestato con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Questa mattina il processo con rito direttissimo presso il Tribunale di Rimini. Su richiesta della difesa l’udienza processuale è stata rinviata al 13 marzo 2024.

La titolare dell'esercizio che aveva reclutato una russa e un'ucraina alla Caritas invece di retribuirle si è data alla macchia

La promessa di un lavoro in un bar e la prospettiva di una vita migliore si sono trasformate in un incubo per due donne, una profuga ucraina di 45 anni e una russa di 51, che sono state sfruttate e truffate da chi aveva inizialmente offerto loro un'opportunità di impiego. Nonostante abbiano lavorato come bariste per due mesi, dietro al bancone, non hanno ricevuto alcun stipendio. L'amministratrice di una società, nel 2022, si era presentata presso la Caritas in cerca di personale per un bar a Riccione e aveva assunto le due donne, entrambe in difficoltà economiche e assistite dalla Caritas stessa. Nonostante il contratto a tempo determinato e la promessa di una retribuzione, quando è arrivato il momento di ricevere gli stipendi, le due lavoratrici non hanno visto un soldo. Il 25 gennaio, il giudice del lavoro Lucio Ardigò ha emesso una sentenza condannando l'ex titolare del bar a risarcire le due donne con 6.756 euro ciascuna e a coprire le spese legali per un totale di 2.700 euro. Tuttavia, la rappresentante legale dell'azienda è diventata irrintracciabile, complicando il recupero dei soldi dovuti. La vicenda, purtroppo, non è un caso isolato nella provincia, come evidenziato dall'avvocato Jessica Valentini, che ha assistito le

35enne smascherarato dalla Polizia postale, chiesto rinvio a giudizio per atti persecutori

Due giovani sorelle riminesi sono finite vittime di un 35enne che, nascondendosi dietro un profilo falso Instagram, ha riversato su di loro messaggi di odio, insulti pesantissimi e minacce di ogni genere. Il 35enne, che ha agito attraverso un account anonimo sui social network, è stato denunciato a seguito delle denunce presentate dalle giovani vittime. L'accusa? Atti persecutori, reato che rappresenta una grave violazione della privacy e della sicurezza delle persone. Dopo le indagini preliminari, il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio per il presunto stalker. La vicenda ha avuto inizio nella primavera del 2023 quando la più giovane delle sorelle si è ritrovata con il profilo Instagram intasato da una serie di messaggi offensivi provenienti sempre dallo stesso account. Inizialmente considerato uno scherzo di cattivo gusto, il comportamento del misterioso aggressore ha assunto toni sempre più inquietanti nel tempo, causando timori per la sicurezza delle giovani donne. Il presunto stalker, dietro un nickname di fantasia, ha preso di mira le ragazze, tempestandole di insulti sempre più violenti e minacce di cyber-hacking. Le vittime, sempre più spaventate, hanno deciso di rivolgersi alla polizia di Stato, che ha affidato il caso al Centro per la sicurezza cibernetica dell'Emilia-Romagna. Attraverso approfondite

Una catena di supermercati denuncia un dipendente passato poi alla concorrenza

Le recensioni online sono diventate un'arma a doppio taglio per molte attività economiche, come dimostrano alcuni casi recenti. Un esempio è quello di una grande catena di supermercati con varie sedi in Romagna, che si è trovata nel mirino di una campagna diffamatoria orchestrata da un ex dipendente. La società lo ha denunciato dopo che, secondo quanto sostenuto dai querelanti, avrebbe diffuso recensioni 'fake' sul profilo Google del supermercato al solo scopo di danneggiarne la reputazione e indirizzare la clientela verso la concorrenza. Questo stratagemma ha spinto l'azienda a difendere la propria immagine attraverso vie legali, affidandosi agli avvocati Aurelio Sordini e Andrea Muratori. La Procura distrettuale di Bologna, competente in materia di reati informatici, ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di accesso abusivo a sistema informatico e di sostituzione di persona. La vicenda, che ha come teatro un supermercato della provincia di Rimini, è emersa quando il legale rappresentante ha notato recensioni molto critiche sulla scheda locale dell'attività su Google. La scheda locale rappresenta il biglietto da visita iniziale agli utenti di Google e contiene informazioni come orari di apertura, indirizzo e recensioni dei clienti. Gli strani messaggi polemici, che sostituivano quelli dei titolari, accusavano la gestione dell'attività di incompetenza e

Un 53enne è precipitato per circa 3 metri, non è in pericolo di vita

Incidente sul  lavoro ieri per un operaio di 52 anni ieri nell'hotel Tiffany di Riccione, in viale D'Annunzio. L'uomo è caduto da un ponteggio, schiantandosi a terra e riportando traumi alle gambe che hanno richiesto il pronto intervento del 118. Fortunatamente, non risulta essere in pericolo di vita. L'allarme è stato lanciato intorno alle 13.45. Per cause ancora in fase di accertamento, ha perso l'equilibrio precipitando nel vuoto da un'altezza di circa tre metri. Sul posto sono intervenuti prontamente i soccorritori: l'ambulanza del 118 e l'eliambulanza atterrata sulla spiaggia di Riccione. Dopo essere stato visitato e stabilizzato sul luogo dell'incidente, le condizioni dell'operaio sembravano meno gravi di quanto inizialmente ipotizzato. Tuttavia, a causa dei traumi subiti, il personale sanitario ha deciso di trasportare l'uomo all'ospedale Bufalini di Cesena per ulteriori accertamenti. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Riccione e la medicina del lavoro per ricostruire con precisione la dinamica dell'accaduto e condurre gli accertamenti necessari. Fino al tardo pomeriggio di ieri, le condizioni del lavoratore erano stabili, e il personale medico lo aveva dichiarato fuori pericolo.

Terribile incidente poco prima delle 20, corsia sud bloccata per ore

Un drammatico incidente si è verificato ieri poco prima delle 20, al km 142 lungo la carreggiata sud dell'autostrada A14, nel tratto compreso tra i caselli di Riccione e Cattolica. Cinque i veicoli coinvolti: quattro automobili, tra cui un Land Rover, e un autocarro. La vittima dell'incidente è un uomo, il quale, secondo i primi accertamenti, si trovava a bordo del Land Rover. Si tratta di un riccionese di 61 anni, D. B. le sua iniziali. L'incidente ha causato la chiusura del tratto di autostrada interessato fino a notte inoltrata per consentire le operazioni di soccorso. Il traffico è rimasto bloccato per oltre due ore, formando una coda di circa quattro chilometri in direzione sud. Gli automobilisti diretti verso Ancona sono stati consigliati di uscire al casello di Riccione, percorrere la viabilità ordinaria e rientrare in autostrada a Cattolica. Sul luogo dell'incidente, situato approssimativamente in corrispondenza del cavalcavia della frazione di Santamonica nel territorio comunale di Misano Adriatico, sono intervenuti i vigili del fuoco, le ambulanze del 118, le pattuglie della polizia autostradale del compartimento di Forlì e il personale della direzione del 3° Tronco di Bologna di Autostrada per l'Italia. La dinamica che ha innescato la terribile carambola, con alcune delle macchine

L'assessore Juri Magrini: "E sul fronte ricettivo incrociando i dati nel corso dello scorso anno sono emerse 16 significative irregolarità"

Presente un reclamo per la Tari al Comune di Rimini ma viene "smascherato": possiede cinque appartamenti utilizzati per fini turistici, tuttavia mai registrati. A diffondere la notizia è stato l'assessore al Bilancio del Comune di Rimini Juri Magrini che ha poi diramato un nota sul tema del recupero dell'evasione fiscale. "Il tema del recupero dell'evasione fiscale, che ciclicamente occupa il dibattito politico nazionale come avviene in questi giorni, ha ovviamente risvolti tangibili e sensibili anche sui territori e sulla vita quotidiana dei cittadini. Se oggi la discussione si concentra sugli strumenti più efficaci per contrastare un fenomeno che toglie risorse al bene pubblico, e in questo caso il bene pubblico sono scuole, ospedali, sanità, servizi pubblici, fondi per migliorare e riqualificare le città, in realtà già da tempo tutte le amministrazioni ad ogni livello hanno per legge la possibilità di incrociare le dichiarazioni ufficiali alla eterogenea documentazione riguardante il cosiddetto 'tenore di vita'.  "Dunque, al di là del dibattito del giorno all'interno del Governo nazionale e non solo, nella sostanza e nei fatti l'Agenzia delle Entrate già da tempo ha la facoltà di tenere conto dello stile di vita che emerge dal “vivere pubblico” nell’ambito dell’attività di indagine per accertare una eventuale

La figlia di un 91enne ha presentato denuncia ai Carabinieri di Cesenatico

Un 91enne ospite di una casa di cura è morto solo dopo essere stato trasferito dalla rsa in ospedale a Rimini per accertamenti. Sua figlia, unica parente stretta, non sarebbe stata avvisata e nessuno dei parenti ha potuto raggiungere l'anziano al capezzale. La figlia, residente a Cesenatico, non ha saputo nulla fino a otto giorni dopo e, tra l'altro, quasi per caso, per una telefonata della rsa che si informava della salute del padre. La vicenda è riportata da Qn-Resto del Carlino. "Abbiamo lasciato all'autorità giudiziaria le eventuali ipotesi su cui basare un'indagine. I risvolti di questa vicenda potrebbero essere sia penali che civilistici con risarcimento del danno", ha dichiarato l'avvocato Angelo Soragni del Foro di Forlì Cesena, interpellato dall'ANSA. Il legale ha presentato una denuncia querela ai carabinieri di Cesenatico per la morte in ospedale a Rimini dell'anziano. "Il paziente era ricoverato in una Rsa in provincia di Rimini dal 2021 - spiega il legale della famiglia - Era stato trasferito in ospedale, ma nessuno ha avvisato la figlia che è venuta a conoscenza del decesso del padre solo otto giorni dopo". L'uomo è deceduto il 15 gennaio, ma la comunicazione alla figlia è stata fatta solo il 23 gennaio. "Assurdo pensare che