Archive

Era stato arrestato in giugno dai Carabinieri per spaccio

Nel pomeriggio di lunedì 15 gennaio 2024, i carabinieri della Sezione Operativa del NOR di Rimini hanno tratto in arresto un trentenne di origine nordafricana a seguito di un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare personale emessa dal Giudice del Tribunale di Rimini. L’uomo, di fatto senza fissa dimora, era già noto alle Forze dell'Ordine. Nel giugno scorso infatti era stato arrestato dagli stessi militari per l’ipotesi di reato di spaccio di sostanze stupefacenti e - in quell’occasione - era stato colpito dalla misura del divieto di dimora nella provincia di Rimini, provvedimento che negli ultimi mesi avrebbe violato più volte. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Rimini a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.  

Bloccato dalla sicurezza di un esercizio e consegnato alla Polizia

Indossa un giubbotto e tenta di uscire dal negozio senza pagarlo ma viene arrestato dalla Polizia di Stato nel pomeriggio del 15 gennaio per il Reato di Tentato furto aggravato. Verso le 17.35 circa, una volante della Questura di Rimini era stata inviata nel Centro Commerciale “Le Befane” dopo una chiamata al Numero Unico di Emergenza 112 – NUE, nella quale veniva segnalato un giovane che si era impossessato di un giubbotto senza pagarlo. Giunti sul posto, i poliziotti hanno prenso contatti con il richiedente, un addetto alla vigilanza di un noto esercizio commerciale, il quale riferiva che, poco prima aveva notato un giovane che si dirigeva verso i camerini con un giubbotto in mano, ma poco dopo ne usciva senza. A questo punto decideva di seguirlo mentre si dirigeva verso l’uscita e oltrepassava le barriere antitaccheggio, dopo le quali si attivava il sistema di allarme acustico. L’uomo è stato allora fermato dal vigilante, il quale ha constatato che il soggetto aveva rimosso una delle placche antitaccheggio, facendo scattare l’allarme acustico delle barriere ed inoltre aveva indossato il giubbotto prelevato dagli espositori sotto il proprio. In considerazione dei fatti accaduti, si è proceduto all’arresto dell'uomo, uno straniero, in attesa del Giudizio Direttissimo che si terrà

Baruffa ieri mattina presso il centro commerciale "Ausa" di via Euterpe

Nella mattinata del 15 gennaio la Polizia di Stato di Rimini ha arrestato un cittadino straniero, di origine nigeriana, per il reato di Resistenza a Pubblico Ufficiale e denunciato in stato di libertà per minaccia grave e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Verso le ore 10.10 circa, la Centrale Operativa della Questura aveva inviato una Volante in Via Euterpe, nei pressi del centro commerciale “Ausa”, in seguito ad una segnalazione  di un soggetto visibilmente agitato. Giunti sul posto, i poliziotti hanno individuato immediatamente l’uomo segnalato, il quale ha assunto un atteggiamento minaccioso nei confronti di chi aveva chiamato la Polizia. L'uomo alla vista delle divise si è avvicinato in maniera esagitata, rifiutandosi di fornire le proprie generalità. Successivamente, invitato a darsi una calmata, è andato invece in escandescenza e si è scagliato contro gli operatori, tentando invano di aggredirli. In considerazione dei fatti accaduti, l'uomo è stato tratto in arresto e condotto presso la Questura di Rimini, dove si è proceduto al fotosegnalamento dattiloscopico, dal quale si è accertato cheera irregolare sul Territorio Nazionale. Il nigeriano è stato quindi trattenuto nelle camere di sicurezza, in attesa dell’udienza di convalida.

Per ricatto a imprenditore arrestati un riminese di 67 anni una trans bulgara, lei in una baracca trasformata in reggia con marmi e tappeti

Avevano filmato un imprenditore mentre faceva sesso con una prostituta e lo avevano ricattato facendosi pagare fino a 80 mila euro per non inoltrare il video alla moglie. Loro sono un riminese 67 anni e una prostituta, cittadina bulgara di 31 e sono stati arrestati ieri in un'operazione di polizia internazionale, squadra mobile di Rimini e polizia bulgara, in esecuzione di un'ordinanza del Gip, Raffaella Ceccarelli. Il riminese è agli arresti domiciliari mentre la transessuale è in carcere in Bulgaria. Le accuse per entrambi sono di estorsione, mentre per il solo italiano è scattata anche quella di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il 67enne è difeso dall'avvocato Tiziana Casali. Mentre la parte offesa è rappresentata dall'avvocato Alessandro Petrillo. Secondo le indagini della squadra mobile di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani, l'imprenditore dopo aver conosciuto la donna su un sito e aver consumato due rapporti a pagamento si sarebbe visto chiedere somme di denaro sempre crescenti per evitare l'invio alla moglie e ad un'amica di un video in cui fa sesso con la prostituta. La polizia ha quindi scoperto che il riminese oltre a dare la casa alla cittadina bulgara aveva anche un rapporto di stretta collaborazione con questa.

La Cassazione ha disposto per l'ex ad di Rfi un ennesimo processo che valuti le attenuanti generiche per quantificare la pena

La Cassazione conferma le condanne per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009 che provocò 32 morti. Per l’ex ad di Rfi Mauro Moretti restano cinque anni di carcere ma la Corte ha disposto un terzo processo davanti ai giudici dell’Appello di Firenze, limitatamente alle attenuanti generiche. Con lui sono state riconosciute colpevoli altre 15 persone, tra cui Vincenzo Soprano, ex amministratore di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni.11 minuti fa La sentenza dei giudici della Terza Sezione è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. Secondo l’avvocato di Moretti, Ambra Giovene, «manca qualsiasi elemento di prova della responsabilità di Moretti sia come ad di Rfi che di Fs. In riferimento al primo ruolo anzi c’è la prova del contrario. Aveva firmato una prescrizione per tracciare i carri ferroviari esteri circolanti in Italia. Prescrizione che è stata dimenticata nel processo. Quanto invece al ruolo di ad di Fs, gli viene contestato di aver imposto di non tracciare i carri come previsto da una normativa europea che imponeva la libera circolazione dei carri in Unione europea - aggiunge - Ciò che viene addebitato a Moretti è di aver imposto ciò

39enne in carcere dopo due feroci aggressioni anche di fronte ai tre nipotini

Una donna residente a Rimini ha subito minacce, aggressioni fisiche e un tentativo di ricatto da parte del cognato, un 39enne magrebino, che è stato arrestato ieri dalla Squadra Mobile di Rimini su ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip Raffaella Ceccarelli. L'uomo è accusato di stalking e lesioni personali nei confronti della cognata, moglie del fratello. I dissidi tra i due hanno avuto origine quando la donna, sospettando che il cognato stesse usando il condominio di famiglia come rifugio per attività illecite, ha deciso di denunciarlo dopo averlo visto introdursi nell'edificio. Le minacce di morte da parte del 39enne sono iniziate da quel momento, culminando in due episodi gravi. Il primo avvenne l'11 novembre dello scorso anno, quando la vittima fu colpita con un pugno al volto e graffiata con un temperino. Il secondo episodio, datato 6 gennaio di quest'anno, ha visto il cognato introdursi nell'appartamento in assenza del fratello. Armato di una mazza, ha colpito la cognata su diverse parti del corpo, le ha sottratto il cellulare, l'ha denudata e fotografata. Successivamente, ha minacciato di pubblicare le foto su WhatsApp se la donna non avesse ritirato la denuncia per stalking nei suoi confronti. La vittima, già allontanatasi per un

La Procura non conferma e intanto una lettera anonima accusa la nuora

Oggi in esclusiva a Storie Italiane su Rai1 nuove indiscrezioni all'assassinio di Paganelli a Rimini il 3 ottobre scorso: Il DNA isolato sulla scena del crimine "sarebbe sconosciuto" e la lettera anonima a Manuela Bianchi, “Hai ucciso tu Pierina”. Nella trasmissione condotta da Eleonora Daniele sono emerse "nuove indiscrezioni in esclusiva" sul caso: le tracce di DNA isolate sulla scena del crimine, spiega l’inviata Monica Arcadio, "non apparterrebbero a nessuno dei 4 indiziati – che non sono indagati e hanno volontariamente acconsentito al prelievo - ma a una persona completamente estranea". Circostanza che la Procura di Rimini "non conferma". Nel corso della diretta sono stati mandati in onda alcuni stralci di una lettera anonima ricevuta nelle ultime ore da Manuela Bianchi, nuora della vittima. Nella missiva, scritta a mano, Manuela viene accusata di essere la responsabile della morte di Pierina: “Emerita assassina”, scrive l’anonimo, “Non mi interessa chi ha ucciso Pierina ma tu sei sempre colpevole, anche se sei complice. La pena di morte non c’è in Italia ma la meriteresti, meriti di fare tanti anni di carcere, anzi, che gettino via la chiave”. E ancora, “Perché tu e tuo marito se c’è crisi nella coppia non vi separate? Perché uccidere Pierina Paganelli?

Viabilità, sicurezza stradale, presidio del territorio per la tutela della sicurezza urbana, servizi di polizia amministrativa per la vendita di alcolici e per i controlli nelle strutture ricettive, servizi di polizia giudiziaria nell’accertamento dei reati, vigilanza in materia edilizia e ambiente: è il corposo ventaglio di ambiti in cui sono impegnati ogni giorno le 240 donne e uomini che formano il Corpo di Polizia Locale di Rimini. Un’attività intensa e con importanti risultati, che viene restituita attraverso la fotografia d’insieme offerta dai dati elaborati nel report annuale sull’attività portata avanti dalla Polizia locale riminese nell’anno che si è appena concluso.   “E’ un impegno importante - commenta l’assessore alla Polizia Locale Juri Magrini – che viene quotidianamente portato avanti su un territorio di 135 chilometri quadrati che conta circa 7 milioni di presenze turistiche, grazie all’attività che i nostri operatori con professionalità e sacrificio svolgono ogni giorno sulla strada e al servizio dei propri cittadini. Un Corpo sul quale l’Amministrazione ha deciso di investire, andando a potenziare l’organico con l’assunzione di trenta nuovi agenti già ad inizio mandato con il potenziamento in corso dei distaccamenti decentrati e dei presidi territoriali, ai quali si aggiungeranno a breve 10 agenti stagionali che stiamo individuando

La donna di 78 anni è deceduta ieri all'ospedale "Bufalini" di Cesena, ancora ricoverato il marito

Non ce l'ha fatta Giuseppina Olivieri, la donna di 78 anni che lo scorso 9 gennaio aveva riportato ustioni sull'80% del corpo per una fiammata mentre accendeva un barbecue. La pensionata, detta Pina, è deceduta ieri al Bufalini di Cesena dve era ricoverata al centro grandi ustionati. Qui è ancora degente il marito ultraottantenne, Rolando Perla, che non è in pericolo di vita. L’anziana, verso mezzogiorno nella sua abitazione di via Zurigo a Miramare, per ravvivare le braci avrebbe utilizzato un flacone di alcol. Il liquido aveva però preso fuoco facendo addrittura esplodere la bottiglietta, con la fiammata che aveva investito la donna in pieno.

La nota di Coriano Futura: "L'amministrazione prenda provvedimenti per incoraggiare alla prudenza"

Nella giornata di ieri un auto è uscita fuori strada in via Colombarina finendo in un campo e cappottandosi.  Il sinistro è stato segnalato da Coriano Futura. "Registriamo, nella giornata di ieri, l'ennesimo incidente in via Colombarina. Non è la prima volta che, in corrispondenza di una curva pericoloso, i conducenti perdono il controllo del veicolo, finendo così fuori strada. La causa principale, naturalmente, è da imputare all'alta velocità. Crediamo tuttavia che si possano adottare una serie di misure per migliorare le condizioni di sicurezza in questo tratto viario. Sollecitiamo dunque l'amministrazione comunale ad intervenire attraverso una riorganizzazione della viabilità allo scopo di favorire comportamenti prudenti in corrispondenza della curva di Colombarina, scoraggiando una velocità eccessiva, magari attraverso l'installazione di dissuasori o altri strumenti che possano salvaguardare maggiormente gli utenti della strada. La situazione si trascina da tanto, troppo tempo, in alcuni casi anche con gravi conseguenze: è ora di intervenire in maniera concreta". 

Il professionista si era trattenuto i soldi, si è giustificato dicendo di essere stato vittima di un ricatto

Luca Ciuffoli, ex commercialista riminese, è stato condannato a un anno e sette mesi con pena sospesa nel processo di primo grado, accusato di appropriazione indebita aggravata. Oltre alla condanna penale, Ciuffoli è ora obbligato a risarcire i suoi ex clienti, per una cifra complessiva che supera i 400mila euro, secondo la ricostruzione degli inquirenti. L'ex commercialista, difeso dall'avvocato Piero Venturi, è stato riconosciuto colpevole di trattenere per sé i soldi destinati al pagamento delle tasse dei suoi clienti, dall'Imu all'IRPEF. La sentenza ha ordinato il rimborso delle somme sottratte e il risarcimento del danno morale inflitto alle vittime. La vicenda ha avuto inizio alcuni anni fa quando i titolari di una parafarmacia, costituitisi parte civile tramite l'avvocato Luca Brugioni, hanno ricevuto una cartella dell'Agenzia delle Entrate richiedendo il pagamento di tasse per migliaia di euro. Convinti di essere in regola, avendo affidato la gestione fiscale al commercialista Ciuffoli, sono stati sconcertati dalla richiesta improvvisa dell'ente fiscale. Altre vittime dell'ex commercialista includono un imprenditore, titolare di un'azienda di soccorso stradale, che si è costituito parte civile tramite l'avvocato Alessandro Sarti. Anche lui ha scoperto che i soldi consegnati a Ciuffoli per il pagamento delle tasse erano scomparsi, costringendolo a versare le somme mancanti

Chiesto il processo per un 25enne con l'accusa di omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso

Il 19 agosto dello scorso anno, un tragico incidente stradale aveva scosso la città di Rimini quando Quarto Grassi, ciclista di 78 anni, era stato trovato steso sull'asfalto nella rotatoria davanti alla chiesa di San Nicolò in piazza Cesare Bsttisti. Inizialmente, sembrava che la caduta fosse causata da un malore durante il tragitto in direzione del porto. Tuttavia, ulteriori indagini della polizia locale di Rimini avevano rivelato una verità scioccante: Grassi era stato vittima di un pirata della strada che, dopo averlo travolto con un'auto, si era dileguato senza prestare soccorso. L'anziano ciclista è deceduto cinque giorni dopo l'incidente a causa dei traumi riportati. Un giovane di 25 anni di origine africana, difeso dall'avvocato Nicolò Nadir Durzì, è accusato di omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso. Il pubblico ministero Luca Bertuzzi, titolare dell'inchiesta, ha richiesto il rinvio a giudizio dell'indagato, identificato grazie all'attenta indagine condotta dalla polizia locale di Rimini. Sarà il giudice dell'udienza preliminare a decidere se il caso dovrà essere portato in tribunale. Al momento, i parenti della vittima non sembrano intenzionati a costituirsi parte civile nel procedimento. La compagnia di assicurazione della Lancia Y guidata dal 25enne, intestata a una terza persona, ha già liquidato il danno per un valore