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Gli investimenti interesseranno il 77% delle cooperative di Ravenna, il 59% per Forlì-Cesena e il 44% per Rimini

Sarà un 2024 di alti e bassi per l’economia romagnola, alle prese con segnali negativi  a livello nazionale e una difficile opera di ricostruzione post alluvione. La risposta del movimento cooperativo? Investimenti da parte delle imprese, che decidono di rimanere sul territorio per svolgere una funzione “anticiclica”, ovvero di segno opposto al periodo economico negativo. È quanto si attende Legacoop Romagna, che nell’area vasta associa circa 380 imprese, con 7,3 miliardi di valore della produzione, oltre 25 mila occupati e 324 mila soci. Da Roma continuano ad arrivare segnali poco rassicuranti: stagnazione, debito in crescita, risorse in calo per i servizi pubblici essenziali e la sanità, inflazione che pesa tantissimo specie sui redditi più bassi, ritardi e farraginosità nei fondi per l’alluvione. Anche la mancata ratifica del MES è fonte di preoccupazione, perché aumenta l’instabilità a livello europeo. I segnali di ottimismo sono tutti a livello locale. Secondo il Centro Studi di Legacoop il 2023 chiuderà in utile per il 64% delle cooperative, con fatturato in crescita per il 58% delle associate. Un andamento ancora positivo, dunque, in linea con i risultati del 2022, che avevano portato il valore della produzione delle imprese associate a 7 miliardi e 300 milioni (+ 16,7% sul

Un decreto a costo zero per il governo. Ma salatissimo per imprese edili e famiglie. Il tasso di caos e contenzioso rischia di esplodere l’anno prossimo. In ballo ci sono 13 miliardi di lavori non ultimati. Solo una piccolissima parte di questi potrà ancora avvalersi del 110% e solo per specifiche famiglie: quelle con “reddito di riferimento” fino a 15 mila euro al quale applicare il quoziente famigliare introdotto per le villette. Sempre che al 31 dicembre siano arrivate almeno al 60% dei lavori. Significa 15 mila euro di reddito per un single. E al massimo 36 mila euro per due genitori con un figlio a carico. Ma il “fondo povertà” già esistente – introdotto nel passaggio tra il 110 e il 90% avvenuto quest’anno – non viene rifinanziato per sostenere queste “fasce meno abbienti”, come le definisce Palazzo Chigi. Lì ci sono appena 16 milioni dei 20 stanziati. Ecco che solo lo 0,3% – 50 milioni di lavori su 13 miliardi – conserverà il 110%. Gli altri scenderanno al 70% di copertura. Oppure bloccheranno i ponteggi e andranno allo scontro a colpi di ricorsi. Tutti contro tutti. Condomini contro imprese per i ritardi. Imprese contro i crediti incagliati. Famiglie con redditi alti contro famiglie con redditi bassi: chi vuole fermare tutto e chi vuole continuare. Assemblee

Nel Consiglio dei ministri di oggi (28 dicembre) senza la premier Giorgia Meloni assente per influenza oltre ai provvedimenti approvati si è parlato anche di concessioni demaniali. Delle spiagge. Le sentenze, come è noto, anche recenti del Consiglio di Stato, hanno ribadito che tutte le concessioni scadono il 31 dicembre 2023. Molti comuni hanno prorogato di un anno, a fine del 2024. Proroghe illegittime per i tribunali amministrativi. Matteo Salvini ha informato il governo sulla situazione. A dire il vero, Salvini voleva anche un voto da parte del Governo per approvare delle linee guida per indirizzare i sindaci sul da farsi con le concessioni (che prevedevano tra l'altro anche sei mesi al tavolo tecnico per completare i criteri per la definizione della "scarsità" delle spiagge). Sul dossier pende però una procedura di infrazione europea. Roma aveva due mesi per rispondere, che scadono a breve. E un voto del governo ora, a interlocuzione in corso, rischierebbe di compromettere il dialogo, il ragionamento che avrebbe opposto Raffele Fitto che sta negoziando con Bruxelles. Alla fine è uscita solo una informativa che rimanda tutto al 2024. Questa la nota sull’informativa. “Con propria informativa, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle infrastrutture e

La maggioranza dei cittadini intervistati si dice d’accordo sull’importanza di valorizzare le attività di vicinato

Il Centro di Assistenza Tecnica – CAT Confcommercio Rimini diffonde i dati della ricerca sulla percezione che hanno i cittadini della provincia di Rimini rispetto ai negozi di vicinato e l’influenza degli esercizi commerciali di prossimità sui comportamenti di acquisto. Tra i vari aspetti indagati, lo studio si è soffermato sul confronto tra le motivazioni alla base delle scelte dei consumatori tra il canale off line e on line, al fine di ipotizzare possibili strategie di adattamento dei negozi e delle attività di vicinato rispetto alle complesse dinamiche del mercato. Nel corso dell’anno sono stati quindi somministrati a imprese e cittadini della provincia di Rimini dei questionari per approfondire i vari aspetti di interesse per l’indagine realizzata. Le imprese del campione sono attività di vicinato appartenenti ai diversi settori economici, così da ottenere un quadro complessivo non influenzato dalle specificità di determinati prodotti o mercati.   OFF-LINE O ON-LINE? Nel questionario somministrato agli imprenditori, dopo le prime domande di posizionamento rispetto ai risultati economici dell’attività e all’utilizzo di piattaforme per la vendita on line, si è proceduto ad indagare una serie di possibili azioni in grado potenzialmente di valorizzare gli esercizi di vicinato, verificando il concreto interesse degli operatori. Di particolare interesse i

“I Sindacati confederali di CGIL Rimini CISL Romagna UIL Rimini, hanno chiesto e ottenuto di essere auditi dalla Prima Commissione Consiliare del Comune di Riccione. Durante l’audizione - scrivono in una nota i sindacati - hanno espresso con fermezza la loro contrarietà, nella misura e nelle modalità, all'introduzione dell’Addizionale IRPEF da parte dell’Amministrazione Comunale di Riccione. I motivi di questa contrarietà sono ben noti a tutti: evitare un ulteriore esborso da parte di persone dipendenti e pensionate tramite una ulteriore tassazione in un contesto socio-economico complesso già di estrema difficoltà.   Con estremo rammarico - prosegue la nota di CGIL CISL e UIL -  osservano che, ancora una volta, l'onere fiscale dell'addizionale ricadrà in larga parte sull'80% delle buste paga di lavoratori e lavoratrici dipendenti e sulle persone pensionate e graverà sui redditi medio bassi per circa 180.00 euro annui.   CGIL CISL UIL hanno sollecitato alternative per recuperare le risorse per gli investimenti di cui Riccione ha sicuramente bisogno e lo hanno fatto sia durante gli incontri con l’Assessore al Bilancio sia ieri, in sede di Commissione, dove hanno avanzato le loro proposte e suggerito anche eventuali misure  atte a compensare l’impatto sulle fasce sociali particolarmente fragili e deboli della società. I Sindacati si aspettiamo

Il lavoro a distanza riduce le spese per gli uffici e aumenta la produttività dei lavoratori, ma aumenta anche i rischi per la sicurezza informatica

La domanda di lavoro a distanza non è mai stata così alta come ora. L'epidemia di COVID-19 ha contribuito alla continua crescita della tendenza al lavoro a distanza. Sia le aziende che i dipendenti citano numerosi vantaggi di questo modello di lavoro. Il lavoro a distanza riduce le spese per gli uffici e aumenta la produttività dei lavoratori, ma aumenta anche i rischi per la sicurezza informatica. Esaminiamo i pericoli del lavoro da remoto e come l'utilizzo di tecnologie moderne come una VPN gratis e un approccio metodico possano aiutare a prevenirli. Sfide per la sicurezza che il modello di lavoro a distanza deve affrontare: 1) Reti Internet non protette. Le reti Wi-Fi non protette sono uno dei principali problemi di sicurezza per il lavoro a distanza. Il datore di lavoro non può controllare e influenzare il luogo di lavoro del dipendente, pertanto le persone possono scegliere di lavorare in spazi pubblici con reti Internet non protette. Le reti Wi-Fi pubbliche non sono protette e se un dipendente si connette a tale rete per accedere alle informazioni aziendali mette a rischio i dati durante il processo di trasmissione. 2) Uso di dispositivi personali. I datori di lavoro possono non fornire ai lavoratori remoti i

Dal primo gennaio gli attuali concessionari sono fuori: "Le bugie della politica e dei balneari hanno le gambe corte"

Come era ampiamente prevedibile, dopo la sentenza del T.A.R. Lazio -Sez. V Ter, n. 19051 del 15 dicembre 2023 e quella del T.A.R. Lazio, Sez. II, Latina n. 882 del 20 dicembre 2023, arriva puntuale anche il Consiglio di Stato a ristabilire la primazia del diritto eurounitario che, a dire dei “politici” al soldo elettorale della lobby dei balneari e dei rappresentanti sindacali dei concessionari stessi, sarebbe stata messa in dubbio, se non eliminata del tutto, dalla Sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 32559 del 23 novembre scorso che ha annullato per diniego di giurisdizione una sola (la n. 18) delle due sentenze “gemelle” pubblicate dall’ Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato in data 9 novembre 2021. Infatti con sentenza n. 11200 pubblicata in data odierna VI sezione del Consiglio di Stato, non solo ha riaffermato tutti i principi di derivazione eurounitaria stabiliti dalla sentenza “gemella” rimasta in vita, e cioè la n. 17 del 9 novembre 2021, ma ha, per l’ennesima volta, ribadito la contrarietà all’ ordinamento unionale e quindi l’ inefficacia delle proroghe alla scadenza delle concessioni demaniali previste dal “Milleproroghe Meloni” (D.L. 198-2022 convertito in legge dalla L. 14-2023) del 2022. Così recita testualmente la sentenza riferita al

Bene gli eventi che allungano la stagione turistica, il verde e i parchi pubblici

Bene gli eventi che allungano la stagione turistica, il verde, i parchi pubblici, la capacità di mantenersi attrattivi. Aspetti più critici, invece, la Notte Rosa che andrebbe ripensata, la promozione turistica non adeguata, il calo di turisti stranieri, la diminuzione di capacità di spesa dei clienti, i costi di gestione. Sono i risultati del sondaggio promosso da Confesercenti Misano Adriatico e rivolto agli imprenditori e alle imprenditrici misanesi. Obiettivo, restituire l'andamento complessivo dell'economia turistica locale nell'anno che si sta per chiudere, coinvolgendo non solo le strutture ricettive, ma tutte le imprese cittadine. “Abbiamo chiesto agli imprenditori e imprenditrici misanesi di esprimersi su diversi ambiti concentrandosi su dati qualitativi come la tipologia della clientela, la sua capacità di spesa, gli aspetti urbanistici che qualificano Misano come destinazione turistica, le manifestazioni ed eventi, con l’obiettivo di superare la logica della valutazione della stagione in base alle sole presenze turistiche”, chiarisce Andrea Maioli, segretario di Confesercenti Misano Adriatico. “Dal nostro sondaggio emerge il quadro di una stagione estiva complessivamente positiva, ma con alcune ombre - continua Antonio Gaia, presidente Confesercenti Misano Adriatico -. Secondo gli operatori Misano è una città in salute con una forte economia turistica, ma che deve affrontare alcune sfide importanti come quella

Si conferma con la capacità ricettiva più importante d’Italia ma solo tre hotel 5 stelle in tutta la provincia: ancora dati dal report annuale

Nel report annuale pubblicato dalla Proviincia di Rimini, interessante la parte dedicata al turismo. I dati sono riferiti al 2022 e sono certificati Istat. Sono gli unici numeri ufficiali riconosciuti in Italia ed in Europa. Il 2022 si chiude al di sotto del 2019 (anno pre-pandemia) sia negli arrivi che nelle presenze. Se si confrontano i dati degli ultimi 10 anni si scopre che in realtà il turismo riminese è in una fase di stagnazione. Infatti nel 2012 le presenze erano 15.987.166. Nel 2022 si sono fermate a 14.487.751. Un milione e mezzo di presenze in meno. Anche se confrontiamo il dato del 2012 con il 2019 (anno boom del turismo a detta di molti) le presenze sono solo 250.000 in più. La costa riminese perde nelle presenze estere e recupera negli italiani. Da non sottovalutare il dato della permanenza media. Nel 2022 era di 4,1 notti per gli italiani, 4,9 per gli esteri per una media complessiva del 4,2. Nel 2012 la permanenza media era di 4,8 per gli italiani, 5,4 per gli esteri per una media di 4,8 pernottamenti. La riduzione in 10 anni è stata del 13% Poi c'è il dato suddiviso per Comuni: Rimini è la realtà più

La kermesse delle nuove tecnologie lo scorso anno ha fatto registrare oltre 60.000 presenze da 89 paesi diversi

We make future, la fiera delll'innovazione digitale, lascia Rimini per Bologna, che la mette in calendario per il 13, 14 e 15 giugno prossimi, stesso periodo dello scorso anno. Nuovo colpo per il rilancio della Fiera bolognese: lo scorso anno a Rimini la kermesse delle nuove tecnologie ha fatto registrare oltre 60.000 presenze da 89 paesi diversi, coinvolgendo 670 espositori, più di 2.000 tra startup e investitori. Cosmano Lombardo, ceo di Search on media group che organizza la manifestazione, racconta di aver ricevuto diverse offerte anche dall'estero per accogliere We make future. "Ma per come la vediamo noi sarebbe stata una sconfitta- dice- Bologna è una piazza internazionale che però rappresenta anche il made in Italy e si sposa in modo perfetto col nostro modo di intendere l'innovazione". L'approdo a Bologna è stato ufficializzato stamane al Comune di Bologna, presenti il sindaco Matteo Lepore e i vertici della Fiera. L'annuncio arriva a poche ore dalla quotazione in borsa dell'expo. "Siamo consapevoli che con la vicinanza del Tecnopolo la Fiera potra' diventare un riferimento per il mondo imprenditoriale legato al digitale", dice il presidente di Bolognafiere Gianpiero Calzolari. "Questa e' una manifestazione già consolidata, con numeri già importanti. Vogliamo dare una mano agli

Area vorrebbe inserire in bolletta i costi per lo stoccaggio

“Dopo i passi indietro compiuti sul fronte dell’energia, decidendo in una fase quanto mai delicata e difficile di non prorogare il mercato tutelato prima per il gas, poi per l’energia elettrica. Dopo il susseguirsi di sanzioni - scrive Federconsumatori in una nota - nei confronti delle aziende che continuano ad operare in maniera scorretta, a spese dei cittadini. Cosa potrebbe peggiorare la situazione? Della serie non c’è mai limite al peggio ora si prospetta un incremento in bolletta, a carico degli utenti, con l’inserimento di una componente aggiuntiva della tariffa di trasporto gas. Tutto ciò a causa di una visione poco lungimirante e stime poco accurate. Bisogna considerare - continua la nota di Federconsumatori - anche che l’aumento per il gas è determinato principalmente dalla forte crescita della componente CMEM relativa ai costi di approvvigionamento (+4,5% sulla spesa per il cliente tipo), dato che riflette il rialzo atteso delle quotazioni all’ingrosso nei mercati a termine in Italia e in Europa. Riempire i depositi di stoccaggio durante la guerra Russia-Ucraina nel 2022-2023 per avere una scorta di sicurezza in deposito è costato ingenti somme al GSE, che di concerto con Snam ha dovuto comprare gas quando la quotazione era tra le più alte mai registrate ed ora

Questa mattina brindisi con gli agricoltori del territorio

Natale nostrano, il momento di condivisione e buon cibo organizzato dagli agricoltori del nostro territorio e promosso dalle aziende agricole del mercato del venerdì con il patrocinio del Comune di Rimini con la collaborazione delle Associazioni degli agricoltori, CIA, Coldiretti ed il Comitato di gestione del Mercato Agricolo, ha visto una grande partecipazione al brindisi e agli assaggi dei prodotti del mercato agricolo del venerdì. Sono state proposte dai nostri agricoltori ricette legate ai loro prodotti di stagione e del territorio. Hanno portato il loro saluto: l’assessora alle politiche agricole del comune di Rimini Francesca Mattei, il Presidente del Comitato di Gestione del mercato agricolo Graziano Urbinati, il presidente della Coldiretti Guido Cardelli ed il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Lorenzo Falcioni.   I contadini della zona hanno proposto  questo  evento, per far conoscere le bontà e la variegata produzione di un entroterra ricco di peculiarità. Perché fare una spesa sana, gustosa e a km 0 nella nostra provincia non è un’utopia ma solo una buona abitudine. Il mercato agricolo del venerdì è un patto tra produttori e consumatori per mettere in atto una politica del cibo  il cui obbiettivo primario sia di garantire a tutti un accesso a cibo sano, nutriente, di qualità,